Cos’hanno in comune, se non il suffisso iniziale (Queen), due club e due squadre dalla tradizione secolare come il Queen’s Park e il Queen of The South? Non molto, a dire il vero, ma non vi è dubbio che la storia del calcio scozzese passi anche da loro…

QUEEN’S PARK: THE OLDEST, THE ORIGINAL

Molti di voi lettori, si domanderanno il perché di questo titolo, ma la risposta è semplice e spiazzante: in primo luogo si tratta della più antica associazione calcistica scozzese, essendo stata fondata nel 1867, e l’unica ad aver disputato due finali di FA Cup, nel 1884 e nel 1885, un elemento di assoluta distinzione per un club scozzese

Il Queen’s Park Football Club (da non confondersi assolutamente con il quasi omonimo inglese Queen’s Park Rangers) è stato fondato il 9 luglio 1867 con le parole: “Stasera alle otto e mezza un certo numero di signori si sono incontrati al n. 3 di Eglinton Terrace per formare una squadra di calcio” e la denominazione di “Queen’s Park” fu adottata per un solo voto di preferenza.

Il 13 marzo 1873, insieme ad altri 8 club, il Queen’s Park diede i natali alla Scottish Football Association e il 25 ottobre dello stesso anno il Dumbreck, avversario del Queen’s Park, inaugurò Hampden Park; per l’occasione i giocatori del Queen’s Park indossarono le loro maglie a cerchio bianche e nere personalizzate in luogo delle originarie maglie blu (Fig. 1), che hanno dato al club il soprannome di ‘The Spiders’.

Fig. 1 – La prima maglia indossata dagli “Spiders” del Queen’s Park

La partita, vinta per 7 – 0 è stata solo il prologo della marcia trionfale che portò il Queen’s Park a vincere la prima Scottish Cup battendo in finale, ad Hampden, il Clydesdale per 2 – 0 (Fig. 2), successo ripetuto nei due anni successivi.

Fig. 2 – Il Queen’s Park con la divisa (definitiva) indossata in occasione della vittoria in Scottish Cup nel 1874

Erano quelli gli anni degli albori della FA Cup inglese nei quali venivano invitati a partecipare anche i club scozzesi: il Queen’s Park arrivò per ben due volte alla finale: nel 1884, quando perse 2-1 e nel 1885, quando perse 2-0, sempre contro i Blackburn Rovers.

Al contrario ripresero le vittorie in Scottish Cup con le vittorie del 1890 e l’ultima del 1893 per 2-1 sul Celtic a Ibrox. Nello stesso anno, il calcio professionistico fu riconosciuto dallo Scottish Football Association (SFA) ma, per non venir meno ai principi amatoriali, il Queen’s Park aderì solo a partire dalla stagione 1900/01.

Il Queen’s Park viene considerato da tutti gli esperti di calcio britannico il primo team ad aver proposto un modo diverso di giocare a calcio, diverso da quella ricerca ossessiva del dribbling tipico delle squadre della terra d’Albione dell’epoca. Potrebbero essere considerati gli antesignani del “tiki – taka” ma, in realtà, il loro era un modo di giocare palla a terra che prediligeva una verticalizzazione rasoterra a partire dalla propria metà campo.

Se la storia calcistica della prima squadra scozzese era iniziata con una lunga serie di trionfi, già dopo il primo conflitto mondiale le cose cominciarono a cambiare per poi precipitare con la retrocessione al termine della stagione 1938/39 alla quale seguirono sei stagioni in Southern League.

Al termine del secondo conflitto mondiale, il Queen’s Park ripartì dalla divisione A scozzese, dove rimase per tre stagioni, prima della retrocessione nel 1948. Gli anni successivi furono caratterizzati da un’altalena di risultati e piazzamenti ma, nel frattempo, si stava costituendo una rosa di giocatori di tutto rispetto. Al quarto posto della stagione 1954-55 seguì il successo in quella 1955-56, il meritato premio per leggende di lunga data come Charlie Church e Bert Cromar. Purtroppo il periodo d’oro durò pochino e, dopo solo due stagioni nella massima divisione, il club fu retrocesso nel 1958.

Gli anni ’60 culminarono, in termini di gioco e di risultati (ma non di vittorie) con le stagioni 1964/65 e 1967/68: due quarti posti in prima divisione e, soprattutto, 20 vittorie di fila (e 76 reti all’attivo) degli Spiders nella seconda delle due stagioni appena menzionate, grazie all’apporto di campioni dal profilo internazionale come Malky Mackay Sr. (il padre di Malky Mackay), Peter Buchanan e Eddie Hunter.

Negli anni ’70, e per la precisione nella stagione 1975/76, vi fu la riforma dei campionati in Scozia e il Queen’s Park partì dalla Second Division (la terza serie); in quell’occasione, fu nominato per la prima volta un allenatore capo, David McParland che portò la squadra al quarto posto in classifica ma lasciò comunque a fine stagione per essere sostituito da Joe Gilroy che guidò il Queen’s Park per 3 stagioni prima di lasciare alla fine della stagione 1978/79 dopo un deludente 13° posto

L’ex giocatore Eddie Hunter prese il comando e nel giro di due stagioni il Queen’s Park fu promosso. Il talento della squadra era evidente: Derek Atkins era una macchina da goal, John McGregor un difensore con il vizietto del goleador, Jimmy Nicholson e Gerry McCoy portarono in dote un totale di 28 reti. Gran parte della squadra era inesperta, con il terzino Bobby Dickson uno dei pochi che era stato un pilastro negli anni precedenti. Purtroppo, al termine della stagione 1982/83 ci fu una nuova retrocessione, figlia di dolorose ma necessarie cessioni.

A metà anni ’80 si assistette ad un tentativo di rialita verso posizioni di maggiore prestigio ma non si andò oltre il terzo posto della stagione 1987/88 e al quinto di quella 1990/91 dopo aver stazionato per la maggior parte della stagione in posizioni di vertice

Gli anni ’90 e 2000 si identificano nei 7 tecnici che si sono seduti, con alterne fortune, sulla panchina degli Spiders. Dopo il licenziamento di Eddie Hunter e la meteora Hugh McCann, nel luglio 1998 John McCormack è stato nominato Head Coach riuscendo a vincere il campionato dopo sole due stagioni anche se la permanenza in Second Division durò un anno soltanto ma, se possibile, la stagione successiva finì ancora peggio, con un ultimo posto in Third Division, toccando il fondo del calcio professionistico scozzese.

Nel Gennaio del 2003, e fino al termine della stagione 2004/05, l’ex giocatore Kenny Brannigan fu annunciato come nuovo manager ma il buon inizio nel corso della stagione 2004/05 fu macchiato dall’aggressione dello stesso Barnnigan nei confronti di un suo giocatore e di un tifoso, episodio che gli costò il licenziamento.

Il successore, Billy Shark portò alla promozione gli Spiders nella stagione 2006/07 con la perla di una vittoria sull’Aberdeen in Coppa di Lega e, soprattutto, con la promozione in Second Division dopo la vittoria nei play – off ma, a metà della stagione successiva, lasciò il suo posto per assumere la guida della nazionale scozzese Under 21

Nel febbraio 2008 la guida tecnica della squadra viene assunta da Gardner Spiers che riuscì a tenere il club in Second Division solo per una stagione per poi retrocedere nuovamente in Third Division nella stagione 2008/09. Negli anni successivi e fino alla stagione 2015/16, il Queen’s Park ha continuato a languire in Third Division (diventata Scottish League Two nella stagione 2014/15) fino ad ottenere quella fatidica promozione in Scottish League One grazie anche alla presenza in panchina del nuovo manager Gus Macpherson ma, anche stavolta, la favola durò l’arco di due sole stagioni e si concluse  con una nuova retrocessione in Scottish League Two a seguito di una sconfitta in finale di play – off contro lo Stenhousemuir (2 – 3).

Sotto la guida del nuovo manager, Mark Roberts, gli Spiders non sono riusciti a riemergere dalle sabbie mobili dei campi di periferia della terza divisione del calcio scozzese e languono tuttora in Scottish League Two nella quale sono ora allenati da Ray McKinnon con precedenti da discreto giocatore e un passato da allenatore di Dundee Utd, Morton e Falkirk.

Uno degli aneddoti più interessanti della storia del Queen’s Park riguarda lo stadio; dopo 6 anni trascorsi sui campi del Queen’s Park Recreation Ground a Crosshill (di lì presero la loro denominazione), dal 1873 si trasferirono nel loro primo terreno recintato che fu chiamato Hampden Park in virtù della presenza di Hampden Terrace, una strada presente nei paraggi. Nel 1883 il club fu costretto a lasciare il sito per far posto alla costruzione della ferrovia Cathcart Circle ma, nel corso del 1884, fu aperto un secondo Hampden.

Hampden” è una delle case del calcio e ospita anche gli uffici della Scottish Football Association (SFA) e lo Scottish Football Museum. Nonostante la sua grande capacità e il suo profilo mondiale, è ancora di proprietà del Queen’s Park ed è affittato dalla SFA. È lo stadio della nazionale di calcio scozzese, nonché la sede di tutte le principali finali di coppa e della maggior parte degli incontri internazionali scozzesi.

Hampden Park è stato il più grande stadio del mondo fino al 1950, quando fu completato il Maracanã di Rio de Janeiro. Tutti i posti sono a sedere e la capacità attuale è di 51.866 posti, anche se la media spettatori delle partite del Queen’s Park è di circa 600-700 unità. In definitiva, può essere annoverare tra le grandi “cattedrali” laiche del football europeo e non solo (Fig. 3).

Fig. 3 – Hampden Park

QUEEN OF THE SOUTH

Il Queen of the South Football Club, meglio noto come Queen of the South, è una società calcistica scozzese con sede nella città di Dumfries, ridente cittadina di circa 47000 anime della regione di Dumfries e Galloway, nella Scozia sud – occidentale a 125 km a sud-ovest di Glasgow e a 35 km dal confine con l’Inghilterra. Il club milita attualmente nella Scottish Championship, la seconda serie del calcio scozzese.

Queen of the South fu fondato nel marzo 1919 da un gruppo di giovani appassionati di calcio che proposero una fusione tra le società calcistiche locali e quelle della vicina città di Maxwelltown: il Dumfries Football Club, il 5th Kings Own Scottish Borderers Football Team e il Gruppo Calcistico della Arrol-Johnston (azienda di automobili). Se il Dumfries FC rifiutò la proposta, non fu così per le altre due compagini che diedero vita al nuovo club denominato Queen of the South, dal soprannome che il poeta David Dunbar diede alla città di Dumfries (Regina del Sud). Come stadio di casa fu scelto il Palmerston Park, mentre nello stemma della squadra venne inserito il motto della città di Dumfries, A Lore Burne, in riferimento alla palude presso la quale sorgeva la città in passato e che costituiva il grido di guerra “ufficiale” della città in caso di attacco.

La prima partita fu giocata il 16 agosto 1919 contro i Nithsdale Wanderers in presenziarono le autorità locali e che fu persino salutato dalla banda musicale locale, finì 2-2. La prima uscita ufficiale, invece, fu il match di coppa contro il Thornhill, giocato il 6 settembre 1919 e terminato anch’esso con un pareggio (1-1).

L’avventura nei campionati nazionali partì nel 1923 quando il Queen of the South debuttò in Scottish Division Three per poi salire, già dopo un anno in Division Two, dove disputò otto stagioni prima di ottenere la promozione in Division One. La stagione 1933-34 segnò l’esordio in massima serie quando il Queen of the South andò oltre le previsioni e si classificò al quarto posto. Un risultato così eclatante non fu ripetuto negli anni successivi nei quali il club non andò oltre piazzamenti ai limiti della zona retrocessione, eccezion fatta per la stagione 1938-39 in cui si classificò al sesto posto.

Anche al termine del secondo conflitto mondiale, la squadra riuscì a restare nella massima serie calcistica scozzese fino al campionato 1958/59 con una sola stagione passata in seconda divisione. Furono, inoltre, raggiunte le semifinali di Coppa di Scozia (1950) e Coppa di Lega (1951 e 1961).

Al termine del torneo 1961/62, il Queen of the South fu di nuovo promosso in Division One, conservandola, però, solo per due anni: la stagione 1963-64 fu l’ultima in prima serie per il Queen of the South, che in seguito stazionò in seconda serie (Division Two e dal 1975 First Division) fino al 1979, quando retrocesse in Second Division. Per tutti gli anni ’80 alternò partecipazioni in First Division ad altre in Second Division, mentre nel decennio successivo disputò esclusivamente la Second Division.

Fig. 4 – Steven Dobbie, attuale capitano del Queen of the South

Ritornò in First Division per la stagione 2002-03, rimanendoci stabilmente per dieci anni, senza mai andare più in alto del quarto posto ma riuscì a compiere un grandissimo exploit in Coppa di Scozia nella stagione 2007/08.

L’8 marzo 2008 il Queen of the South guidato da Gordon Chisholm centrò la semifinale di Scottish Cup battendo, nei quarti di finale, il Dundee al Palmerston Park per 2 – 0 grazie alle marcature di Stephen Dobbie (Fig. 4) e Ryan McCann, che realizzò il 2-0 con un tiro scagliato da 77 metri.

Fig. 5 – Tifosi del Queen of the South ad Hampden per la finale di Scottish Cup del 2008

Il 12 aprile in semifinale i Doonhammers (nickname dei giocatori del Queen of the South) affrontarono l’Aberdeen all’Hampden Park di Glasgow in unm match spettacolare terminato con un pirotecnico 4-3 a favore dei nostri eroi (record di reti in una semifinale di coppa nazionale) e relativa prima finale della loro storia, anch’essa disputata all’Hampden Park, il 24 maggio, contro i Rangers. Il Queen of South, club di una città ( a quel tempo) di 38000 abitanti, portò ad Hampden circa 15500 tifosi (Fig. 5).

Anche la finale non fu da meno rispetto al turno precedente con il Queen of the South che andò sotto di 2 reti per poi rimontare ed essere, alfine, sconfitto per 3 – 2 dai ben più titolati avversari. Nonostante la sconfitta, i tifosi tributarono alla squadra il giusto riconoscimento, salutando festosamente i giocatori mentre questi, di ritorno da Glasgow, attraversarono Dumfries con un bus scoperto (Fig. 6).

Fig. 6 – Gli onori tributati dai tifosi alla squadra nel post – partita della finale di Scottish Cup del 2008

Come felice conseguenza dell’impresa sfiorata di un soffio, il club (data la qualificazione dei Rangers al preliminare di Champions), prese parte alla Coppa UEFA 2008-2009 partendo dal secondo turno preliminare. La BBC Sport definì questa qualificazione “la vera essenza dello sport”. Poiché la UEFA omologò il Palmerston Park per una capienza di soli 3500 spettatori, si decise di giocare le partite interne all’Excelsior Stadium, casa dell’Airdrie United. All’esordio assoluto nella competizione, gli scozzesi affrontarono i danesi del Nordsjælland, perdendo però entrambi gli incontri per 2 – 1 e abbandonando, di conseguenza, i sogni di gloria europei.

Retrocesso nel 2012, il Queen of the South riuscì a tornare in seconda divisione l’anno successivo, partecipando così alla Scottish Championship 2013-2014 in cui si classificò quarto, garantendosi il primo turno dei play-off ma venendo eliminato dal Greenock Morton. Nelle stagioni successive il team di Dumfries ha fatto registrare piazzamenti da metà classifica (6° nel 2016-17 e 2017-18), mentre in Championship 2018-19 è arrivato nono e ha dovuto combattere nei play-off contro Montrose e Raith Rovers per mantenere la seconda serie. Il piazzamento si è ripetuto nella stagione 2019/20 caratterizzata dall’interruzione per la pandemia da COVID – 19 ma, proprio alla luce della sospensione del campionato, il Queen of the South è rimasto in seconda divisione in quanto non si è proceduto alla disputa dei play – off. Nella stagione in corso (2020/21) il club occupa la sesta posizione in Championship a pari punti con l’Inverness ma ben lontano dalle posizioni che contano.

Fig. 7 – La ref 24 HW

Ma queste due “regine” come si collocano nel pianeta verde del Subbuteo? Partendo dal ben più famoso Queen’s Park, questo è presente nel catalogo HW con la ref 24 (Fig. 7).

È una ref davvero ben fatta da non confondere con quella del QPR; la miniatura si presenta con la maglia definitiva del Queen’s Park a righe orizzontali bianconere, calzoncino bianco, calzettoni bianchi con bordi neri ed accoppiata base/inner sempre di colore bianco/nero.

Si tratta di una squadra reperibile con una discreta facilità anche se, spesso, il prezzo non è propriamente risibile; le varianti (soprattutto in termini di colore di base e inner) ci sono ma è abbastanza difficile trovarle sul mercato.

Fig. 8 – La ref 2 HW

Il Queen’s Park stato inserito nel catalogo proprio per essere il club scozzese più antico per fondazione, nonché per aver eccezionalmente partecipato a due edizioni della FA Cup inglese.

Il Queen of the South, invece, non ha una propria referenza all’interno del catalogo ed è compresa nel novero delle squadre assegnate alla ref numero 2 con la sua maglia blu, pantaloncino bianco e calzettoni blu (Fig. 8).

Quella rappresentata raffigura anche la miniatura con l’accoppiata base/inner più comunemente reperibile ma non sono rare combinazioni invertite e, ancora più raramente, basi di color prugna.


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