Capitolo 3
Quando Sandro ricevette la mail che diceva che in base al punteggio nel ranking regionale era qualificato di diritto ai Campionati Italiani nella categoria Cadetti di Calcio da Tavolo, immediatamente lo comunicò a tutto il mondo! Qualche ora dopo arrivò l’altra mail che informava che l’altro qualificato era il suo amico Gianni e quindi sarebbero andati a Chianciano insieme, indossando i colori del loro club e della loro città. Non gli sembrò neanche vero e dovette chiedere conferma via sms al delegato regionale.
Tutto corretto, in base alla classifica, sia lui che Gianni, erano inseriti nel gruppo di giocatori che si sarebbero contesi il titolo di Campione Italiano, nella categoria Cadetti.
Il giovedì sera successivo, al club, si ritrovarono per giocare come sempre e ricevettero i complimenti da parte di tutti i compagni di squadra per il risultato raggiunto. Qualche partita e poi, davanti ad un paio di boccali di birra e gazzosa, i due amici si misero, carta e penna alla mano, a comporre i gironi e ad immaginare in quale posizione si sarebbero potuti piazzare a fine torneo.
Visti i nomi presenti, capirono subito che non sarebbero andati molto lontano… Certamente nella categoria Open, che garantiva al vincitore la convocazione automatica per i prossimi Mondiali, erano presenti i mostri sacri del Calcio Tavolo, ma anche nei Cadetti, quest’anno, c’erano giocatori che non avrebbero sfigurato in nessun torneo.
Sembrava fatto apposta. In altri anni, per motivi diversi, la categoria Cadetti non era stata fortemente competitiva così come in questa stagione. Per questo motivo, con molto realismo e senso pratico, decisero di organizzare la trasferta con le mogli e di pianificare una bella gita domenicale nei dintorni di Chianciano Terme, considerando che già sabato pomeriggio sarebbero stati molto probabilmente liberi di poter abbandonare la palestra di gioco, eliminati nei gironi di qualificazione.
Si parte venerdì pomeriggio. Solito litigio per chi paga i caffè in autogrill, poi qualche ora di risate, discussioni, discorsi seri e sano cazzeggio. È normale che sia così tra Sandrino e Gian, sono anni che è così, ed è bello che sia così. Perché il Subbuteo ieri, il Calcio da Tavolo oggi, non sono il collante ma la cornice di un’amicizia ormai trentennale, fatta soprattutto di condivisioni reciproche di tutto ciò che ha riguardato, riguarda e probabilmente riguarderà, la loro vita e, inevitabilmente, le loro famiglie.
Arrivati in albergo, per le due coppie, c’è il tempo per sistemarsi, fare una bella doccia e prendersi un prosecchino in attesa di andare a cena, dove i pici al ragù di cinghiale e un buon centerbe faranno da giusta chiusura ad una giornata e ad un viaggio spensierati e divertenti.
Sabato mattina si inizia con la cerimonia di inaugurazione e si scopre la composizione dei gironi. Sandrino, come previsto, ha un girone non semplice. Gianni si ritrova in un vero e proprio girone di ferro. I due, davanti al tabellone, guardano gli elenchi e, scorrendo i nomi degli avversari, si guardano e, con un mezzo sorriso, fanno spallucce, poi senza dirsi nulla, si avviano verso gli spalti dove le loro mogli li attendono. “Amore, tutto a posto… mi sa che oggi facciamo in tempo anche ad andare a fare merenda”.
Raffaella e Giulia si rendono immediatamente conto che c’è un velo, non molto sottile, di ironia nella frase di Sandro e cercano, senza naturalmente riuscirci, di sollevare il morale dei due amici che fingono, malamente, di non essere per nulla avviliti da quello che sarà il probabile esito della giornata.
Ma non c’è più tempo per chiacchierare, stanno chiamando i turni di gioco e Sandro e Gianni sono subito chiamati ai tavoli per giocare. I loro campi di gioco sono uno accanto all’altro quindi riescono ad incoraggiarsi a vicenda come fosse una partita a squadre.
Al termine della partita entrambi conquistano tre punti preziosi. Si prosegue con i turni di gioco, stavolta non più in contemporanea e questo permetterà ad ognuno di guardare e tifare per l’amico e di poter dare consigli e supporto. Sandro chiude il suo girone riuscendo a qualificarsi con qualche difficoltà, mentre Gianni, evidentemente in forma strepitosa e con una carica addosso degna dei migliori motivatori americani, si qualifica addirittura da secondo.
I piani delle due coppie dovranno subire un drastico cambio di direzione. Non solo niente più merenda pomeridiana, addirittura salterà anche la gita domenicale e le due consorti avranno l’arduo compito di fingere felicità e soddisfazione per questo cambio improvviso di programma.
La domenica mattina si apre con i sedicesimi di finale e Sandrino e Gian, già dalla colazione in albergo, si continuano a dare appuntamento ad un impossibile derby in finale. Ma per darsi coraggio serve tutto, anche mentirsi, perché entrambi hanno studiato gli incroci e capito fin da subito che si sarebbero incrociati prima. Per arrivarci però, ci sono altre due partite da affrontare e, ovviamente, la strada si fa decisamente complicata a mano a mano che si avanza nel torneo.
Ma oggi è una giornata strana. Sedicesimi superati. Ottavi superati. Siamo ai quarti di finale ed il responsabile allo sport della Fisct sta chiamando Sandro e Gianni al tavolo numero 8 per uno dei derby più importanti della loro lunga amicizia.
Si avviano insieme. Valigette aperte sul campo, ed entrambi iniziano a lucidare le miniature. Sandrino è teso ma ha imparato negli anni che la concentrazione è una delle armi più decisive di questo gioco, quindi tiene la testa china sul campo. Una volta pronti, si stringono la mano augurandosi buona partita, la stringono all’arbitro che intanto ha effettuato il sorteggio per decidere chi batte il “calcio d’inizio”.
Tocca proprio a Sandrino che si posiziona e alza la testa giusto in tempo per incrociare lo sguardo della moglie sugli spalti. Partiti. Le fasi iniziali sono governate soprattutto dalla tensione di entrambi i giocatori. A metà primo tempo circa, Sandrino spedisce la pallina verso l’area di tiro di Gianni che difende come solo lui sa fare ed intercetta la sfera. L’arbitro, non molto convinto, chiama fallo. I due amici si guardano e Gianni, sorridendo, dice al compagno di club: “Ci può stare”. Sandro, per un secondo, vorrebbe approfittare di questa occasione ma gli basta guardare negli occhi Gianni per tornare indietro alle migliaia di partite giocate nella sua cantina e non avere dubbi: “Neanche per scherzo, è cambio tutta la vita”. L’arbitro non parla e alza le mani in segno di resa, Gianni, pollice in alto, prende il possesso della palla e i due ricominciano a giocare.
Non passa neanche un minuto e si ripresenta la stessa situazione ma a parti invertite. L’esito è scontato, Gian cede il possesso a Sandro ma la fase di gioco che si è venuta a creare è molto rischiosa. Sandrino ha uno spazio aperto davanti al suo omino e decide di lanciare la sfera in area per provare un tiro al volo. Ma si sa che la tensione, a volte, può giocare brutti scherzi.
Il lancio è lento ed inganna Gianni che, intuendo le intenzioni dell’amico, cercava una difensiva tra omino e palla sbagliando a questo punto la misura del tocco. Ma inganna anche lo stesso Sandro, che solo per puro caso non lascia partire il colpo al volo e si ritrova così con un tiro senza difensori davanti. Si ferma. Raddrizzandosi come per stirare la schiena, irrigidita dalla tensione, fa un bel respiro profondo e poi prende la mira. La piccola sfera di plastica scavalca il portiere e si accomoda in fondo alla rete.
Vorrebbe esultare per scaricare la tensione, ma il rispetto per l’amico, giustamente, glielo impedisce e allora esce un’esultanza a metà, a mezza bocca. Gianni si complimenta per il goal e riposiziona gli omini. Sandro alza la testa ed incrocia lo sguardo di Raffaella che gli fa un applauso piccolo e velocissimo, lui le fa un cenno poi risistema anche lui gli omini.
Nel farlo si accorge della presenza di Rocco a bordo campo che gli sorride, e lui ricambia facendogli l’occhiolino. Non si accorge invece di quanto Gianni sia rimasto, nonostante la rete subita, super concentrato. Manca circa un minuto alla fine del primo tempo e Sandro sembra in affanno, perde una palla malamente e Gianni non ci pensa neanche un secondo. Parte a 300 all’ora… difesa, centrocampo, scambio a due, palla dentro, tiro al volo e palla in rete. Sandrino non ha praticamente fatto una difensiva.
Resta un attimo immobile, poi alza la testa a guardare l’amico che alza il pugno al cielo. Vorrebbe imprecare in quattro, cinque lingue diverse ma, in un attimo rivede l’azione al volo dell’amico e semplicemente sorride e gli dà il cinque. Poi si volta attirato da un tizio a bordo campo che applaude come al goal di Grosso ai mondiali! Intanto il tempo finisce ed i due, continuando a scambiarsi complimenti per le giocate fatte, cambiano campo e lucidano le miniature. Poco distante il responsabile Sport della Fisct, al microfono, elogia la spettacolarità della partita sul campo 8 ed anche l’altissimo livello di fair play, invitando tutti i partecipanti a prendere esempio dai due amici avversari.
Tutto pronto per ricominciare manca solo l’arbitro che si è attardato a parlottare con lo spettatore che applaudiva. Partiti anzi, ripartiti. Batte Gianni, sempre super concentrato, mentre Sandrino sembra spaesato ed inizia a commettere errori decisamente banali. A volte, in alcune circostanze, si convince di dover dimostrare a chi guarda, oltre che al suo avversario, di essere capace di giocate degne di nota.
Questo gli fa perdere la concentrazione necessaria per fare anche solo le cose più elementari, figuriamoci le cose difficili. Rischia grosso e la sua unica fortuna è la poca precisione in fase realizzativa di Gianni. Siamo all’undicesimo minuto, Sandrino va in fascia e la palla finisce molto vicina al fallo laterale ma l’unico omino presente ha terminato i tocchi.
Dal centro campo, allora cerca e trova un aggancio millimetrico. La pallina è attaccata alla base del suo omino e Gianni sta per difendere. Sandro non ci pensa un attimo e lancia il suo omino spizzando la sfera e liberando al lancio l’altro omino lì a fianco. La palla è in viaggio ma il primo omino lanciato da Sandro, colpisce un omino avversario e l’omino mosso da Gianni per difendere. Fallo! Ma per chi? L’arbitro si blocca e immediatamente fa fermare i cronometri. Sa che c’è una regola che gestisce questa situazione ma non la conosce bene e quindi ha bisogno di qualcuno che lo aiuti. C’è bisogno del Capo arbitro. Si gira e si ritrova davanti niente meno che il responsabile sport della Fisct!
I due parlottano mentre Sandro chiede a Gian: “Che dici? Secondo te cos’è?” Gian sembra avere pochi dubbi, entrambi sanno che è lui il più ferrato sul regolamento, e puntando l’indice verso Sandrino esclama: “Fallo per te!”. Gigi torna verso il loro tavolo e conferma che il fallo è a favore di Sandro. La punizione è appena dentro l’area di tiro, comoda comoda. Un tocco morbido e la porta è spalancata davanti a Sandrino. Rasoterra maligno sul secondo palo e nuova esultanza. Tre minuti al termine, Gianni prova a riaprire una partita che diventa sempre più complicata, mentre Sandro prova a rallentare per non favorire l’amico avversario, finché non si ritrova con un fallo laterale da conquistare e altri secondi da bruciare sul cronometro.
Ma non se la sente. Allora cerca una soluzione assolutamente insensata e perde palla. Gian lo fulmina con lo sguardo e subito gli domanda: “Ma sei scemo? Perché non hai preso il laterale?” Sandro gli sorride: “Lo sai… se era un altro forse… ma con te… neanche sotto tortura”. Gianni ha un’autostrada davanti, potrebbe essere l’occasione giusta per pareggiare, si gira e incrocia lo sguardo di Rocco. Un secondo solo ma lunghissimo.
Sandro è rassegnato. Gianni lancia lungo, ma è un missile, decisamente fuori misura. Palla fuori. Sandrino e Gian si guardano. Uno sorride all’altro. Il tempo è praticamente finito. I due si abbracciano mentre Rocco ed il curioso spettatore applaudono convinti, ed il tizio con il cellulare continua a fare foto. Il torneo continuerà.
Ci sarà un vincitore e verrà celebrato come merita. Tutti riceveranno il giusto riconoscimento?