subbuteo Vittorio De Pascale

Premessa cifrata

È questa una storia che ben rende l’idea della dimensione organizzativa, elastica e discrezionale, di un certo periodo.

Momento in cui forti e solerti giocatori erano anche responsabili regionali e facevano il bello e cattivo tempo.

Al netto di alcuni estremi, quando ricoprendo quelle cariche essi erano, in peraltro rari casi, anche capaci di comminare squalifiche (puntualmente ratificate dagli organi centrali), arduo era trovarsi uno di questi soggetti come avversario.

Quasi impossibile battere un presidente di comitato, se, magari, si giocava la fase finale di un torneo a casa sua e se, per giunta, arbitrava il segretario (sempre del comitato).

Nelle competizioni a squadre, poi, talora si assisteva a rimpasti ed osmosi costanti e continue di titolari, da torneo a torneo o da fase a fase del massimo trofeo per club nazionale.

Questo, perlomeno, era all’ordine del giorno a Roma.

Quanto c’entri questo pure con Milano e con la storia che stiamo per raccontare non può essere definito.

Basti solo tenerne conto, per chi non l’ha vissuto, per calarsi nel clima dell’epoca in cui si collocano i fatti narrati.

Quando la descrizione dovesse risultare carente di precisione si ipotizzi quindi che più di quello che si è scritto non si è potuto riportare e si faccia quell’uno più uno che un’ovvia contestualizzazione può far scaturire.

Un diavolo per…caso…

1972 , 7 settembre, Vittorio De Pascale riceve in regalo per il suo 10° compleanno una Continental Club Edition (foto 1, scatola originale).

L’acquisto viene effettuato presso il negozio Tofy Toys che si trova in via Fratelli Ruffini, 9 (strada adiacente a Piazza di Santa Maria delle Grazie, dove è custodito il Cenacolo Vinciano).

Nella stessa via si trova l’omonima scuola elementare nella quale Vittorio ha stretto amicizia con Maurizio Falconi, che sarà, quindi, compagno di classe e di gioco.

A Natale 1974 su esplicita richiesta gli vengono regalate le due squadre che poi userò per i tornei, la ref. 1 reverse e la ref. 146 St. Etienne.

In foto 2, il prodotto dell’amalgama delle due squadre, che la permissività dei regolamenti del periodo consentiranno di utilizzare in competizione.

Competizioni a cui Vittorio e Maurizio ambiscono a partecipare.

Di conseguenza, contattata la segreteria FICMS, ricevono (all’indirizzo di casa Falconi) il 30 marzo 1976 una lettera di risposta con la lista dei club nazionali tra cui ben 17 sono lombardi.

Vittorio abita in Via Giacomo Boni, Maurizio in via California e, sempre da quelle parti, in via Tiziano, ha sede il club del ragionier Gian Sandro Dodi (pure presidente del comitato regionale, che di lì a poco, e fino al 1981, sarà vice-presidente FICMS). Sede-abitazione dove pure vive il figlio Alessandro, già buon giocatore.

Sempre in zona, in piazzale Giulio Cesare, si trova l’entrata principale della Fiera Campionaria e questo è il nome del club con cui i due amici si tesserano.

La data riportata sul cartellino n.99 è 3 aprile 1976 (foto 3).

Il 30 maggio partecipazione alla prima manifestazione.

È il 1°Torneo Subbuteo Brianza, si tiene a Longone al Segrino (in casa di un giocatore).

Vittorio passa il primo turno, battendo Alberghini 4-0, ma viene eliminato da un certo Pelliccia a quello successivo.

21 Novembre, si gioca la selezione regionale lombarda della prima Coppa Italia.

Vittorio è “utilizzato” nel Fiera campionaria B.

Esordio contro il Sesto Sangiovanni fuori casa.

4 dicembre, confronto con l’Unione Subbuteistica Ambrosiana (USA) in casa (di Vittorio).

12 dicembre, gara di ritorno con il Sesto Sangiovanni in casa (di Falconi).

Chiusura il 18 con ritorno contro gli USA fuori casa, senza qualificazione per la fase conclusiva

Stagione 1977/78 a febbraio, de Pascale è “inserito” nel Fiera Campionaria A.

Il Palazzo del Turismo in p.zza Duomo è la splendida location per finali regionali della Coppa Italia.

A vincere il torneo è l’SC Seriart Cremona.

Aprile ed all’Aer Hotel Fiera Milano, in via Boezio, c’è il  regionale del 1° Guerin Subbuteo.

Primo turno passato ai danni di Tolomei 4-0, secondo turno fuori per mano di Sacconi, 0-3.

Il 1978 si chiude il 17 dicembre quando Vittorio partecipa al 1° torneo di Natale individuale. Si disputa nell’ oratorio della parrocchia Santa Maria Nascente in via Lattanzio 60.

In un torneo che parte dai 32°, solo Carlo Signorelli lo supera e solo in semifinale, prevalendo 0-2 .

13 gennaio ’79, nuova selezione regionale di  Coppa Italia.

Vittorio è “relegato” nel Fiera Campionaria C.

Battuti i Royal Punk per 9-0 (che il “giudice sportivo” trasformerà in 6-3, dando perse a tavolino le partite di tale Luppi, suo compagno di squadra).

Di misura, invece, il 25 febbraio è vinto per  5-4 il confronto con il Milan City di Alessandro Rossi (futuro vice-presidente nazionale e membro del board FISTF).

Alle finali regionali del 12 maggio buon 3° posto per la squadra di de Pascale, 5-3 contro i  Chocolates, mentre la finale è tra le formazioni A e B (questa seconda, che seconda si piazza, con in campo Signorelli e  Barina) del suo stesso club.

Il Fiera Campionaria troverà la strada letteralmente sbarrata nella fase interregionale nord dalla presenza della corazzata Puma Montecchio di Casali, Frignani ed altri terribili compaesani di Renzo, meno conosciuti, ma molto temibili (vedi oltre).

Quella Coppa Italia che si concluderà il 28 novembre a Reggio Calabria proprio con il successo della compagine emiliana, ma già a settembre in Lombardia erano cominciate, per puntare al titolo a squadre della stagione successiva, le grandi “manovre”.

Ora, quantunque già dall’anno prima la nuova stagione sportiva cominciasse il 1° gennaio, per consuetudine dopo l’estate, benché non ufficialmente, si voltava pagina.

E quindi già il 29 settembre (’79) in un’amichevole il neo (sarebbe meglio dire “il futuro”) costituito SC Diavoli Milano  affronta i Cohocolat’s, che batte 6-1, mentre il confronto tra le due squadre B vede questo risultato, Diavoli-Chocolat’s 2-5.

Tenendo sempre ben chiaro che trattasi di attività non ufficiale, il 14 ottobre nel 1° Torneo Barbarians a squadre, questa la classifica finale:

1° Diavoli A (Signorelli, Barina, Dodi)

2° Chocolat’s A (De Pascale, Scurati, Lenzi)

3° Barbarians (Carati, Bottá, Merluzzi)

4° R. Montecarlo (Vicariotto, S.Molaioli, Cassani)

5° Chocolate’s B (Tardella, A. Maggi, Belloni)

6° Diavoli B (Rossi, Felici, Lisimacus).

Inizia la stagione 1980, il presidente dei rossoneri è Carlo Signorelli (ed è presidente anche del comitato lombardo), Tommaso Barina, cofondatore dei Diavoli e suo alter ego è anche suo compagno di doppio.

Tale modalità, poco sviluppata, ma abbastanza in voga (soprattutto nel nord Italia ed in Lombardia) in quel momento ha la sua prima ed unica sublimazione con un campionato italiano di doppio che si svolge il 17 febbraio a Milano con 40 coppie al via.

Vincono, manco a dirlo, Signorelli e Barina su Massi/G. Potecchi con il punteggio di 5-4; terza piazza per Lisi/Bisio che prevalgono su Maggi/Martini per 2-1.

Su quest’onda il comitato lombardo decide che la Coppa Italia regionale, oltre al confronto di 3 singolaristi, ne avrà anche uno di  doppio…

…e così avviene il 15 marzo ’80.

Intermezzo, il 22 e 23, e non male il 6° posto al Primavera di de Pascale, torneo con 200 partecipanti.

Sulla sua strada giocatori del calibro di Frignani (foto 4), Barina, Nencioni e Trovato.

In seguito ad irregolarità di tesseramento di alcuni giocatori l’eliminatoria di Coppa Italia del 15 marzo viene invalidata e ripetuta.

 In un girone unico, organizzato dallo Stella Artois ed ospitato nell’oratorio della parrocchia di San Idelfonso in P.le Damiano Chiesa, la spuntano con le buone o con le cattive (d’altra parte se si chiamano Diavoli…) i favoriti. È il 25 aprile.

Meno di 48 ore dopo molti di quelli impegnati due giorni prima partono in macchina insieme alla volta di Genova.

Lì c’è la due giorni (26, 27) in cui si disputa la 6° edizione del Bottini.

Vittorio, che batte agli ottavi Signorelli 4-3, ai quarti Maggi 6-5 (dcp) ed in semifinale G. Potecchi 1-0, deve disputare la finale (foto 5).

I compagni di viaggio (e alcuni anche, poi, di squadra, vedi oltre) se ne vanno anticipatamente e lo lasciano lì da solo (intorno solo genovesi…pure l’arbitro…)…e a piedi…

1-2 contro Zaffino, il risultato finale.

L’esploit, però, gli vale l’esordio coi Diavoli alla prima occasione, che si presenta l’11 maggio con il Torneo organizzato e chiamato col nome del club stesso.

Queste le compagini e le formazioni in ordine di piazzamento:

Diavoli: Signorelli, Barina, De Pascale

Barbarians: Camnasio, Carati, Bisio

Diavoli B: G. Potecchi. Rossi, Tardella

Chocolat’s A: Maggi, A. Potecchi, Lenzi

All Stars: Lisimacus, Sfondrini, Luceri.

12 ottobre, interregionale nord della Coppa Italia a Milano.

Il più forte club settentrionale, il Puma Montecchio, è già ammesso di diritto alla fase finale.

Né dall’Emilia Romagna verrà chissà chi.

Questo perché in quella regione ha vinto la squadra B del club di Frignani e company.

Tuttavia, ai sensi di quanto statuito nel comunicato n. 2 del 20/12/78, uno stesso club non può aver più di una squadra alle finali, dunque se la sua seconda squadra vince il regionale si ferma lì e passa la seconda.

{La questione era stata sollevata a fine ottobre ’78 in un’assemblea federale da un giovane presidente di un club romano ed aveva suscitato diffusa ilarità. Poi, si vede che, ragionandoci, quel ragazzino non aveva tutti i torti}

Sta di fatto che quel giorno di ottobre ’80  nella parrocchia Santa Maria Nascente di Via Lattanzio 60 (ormai anche sede abituale del torneo di Natale), lo scoglio non saranno certo gli altri Diavoli (rossi e di Bologna), ma, prima,  quelli dell’ US Cadore, contro cui Vittorio (che indossa ormai stabilmente in competizioni ufficiali la maglia n.3 dei Diavoli) gioca due gare: batte Coronato 4-1 (foto 6) e perde con M. Mancini 1-2.

Successivamente, in finale, c’è la si deve vedere con il CS Genova: la  competizione si conclude con un necessario spareggio tra Signorelli e Massino nel quale il ligure è superato in rimonta per 5-4 da lombardo.

Final four, si direbbe oggi, quindi, il 28 e 29 novembre a San Lazzaro di Savena coi padroni di casa il Puma Montecchio, il CS Savoldi Napoli, il Dark Valley di L’Aquila e i Diavoli.

Il terzetto base con l’innesto di Gianluca Potecchi è molto solido.

Signorelli è giocatore dal rendimento sicuro, invece Barina il primo giorno va a corrente alternata.

Arriva il fatidico incontro col club di Frignani.

Si deve almeno pareggiare e occorre fare punti al netto degli incontri con Renzo,  che le dovrebbe vincere tutte.

Per fortuna una invece la impatta, 1-1 con Potecchi.

Si può fare, si pensa, ma Barina viene battuto, a sorpresa, 1-0 da Amadei, riserva dei felsineo-montecchiesi.

Bisogna battere allora il “terzo” degli avversari.

Spazio, allora, al “quarto” uomo meneghino.

Tocca a Vittorio e davanti avrà Gilli.

Per molti, oggi come ieri, un illustre sconosciuto, ma chi come colui che scrive a quella data aveva già due brevi estati trascorse a Montecchio Emilia, può dirvi che trattavasi di un altro precisissimo giocatore, di una qualità tale da essere preferito in squadra come titolare ad almeno altri quattro\cinque (Romagnani, Cartinazzi, Lusardi, Cornetti, Aleotti) – di una decina, tutti più che buoni giocatori – di quel paesino, ai quali solo circostanze varie (e anche un po’ meno classe, ma neanche tanto) impedirono maggiori affermazioni.

Un tiratissimo 2-1 portato a casa genera un 9-9 complessivo che in classifica generale consegnerà la Coppa Italia ai Diavoli (foto 7).

Mai tanta gavetta aveva avuto lo stesso riconoscimento sul campo.

Dopo questo acuto i compagni di squadra tornano avversari contro i quali c’è poco da fare (più o meno si è all’uso anche perché).

1981, da gennaio nella Coppa Lombardia, con schieramenti non ufficiali, il Fiera Cemes di Vittorio, Tardella e Maggi è eliminato, il 18 febbraio, dal Quadriga (vedi dopo) di Adriano Potecchi, Merluzzi e Rossi.

Con la partecipazione alle selezioni regionali per i campionati italiani del 20 settembre, quando de Pascale cede (l’espressione è sua) in semifinale a Signorelli (articolata su andata e ritorno, finisce alla bella) 5-3; 2-3; 2-4 c’è un primo stop di Vittorio.

Sorvoliamo su quanto sembrano dire i numeri di quei punteggi e diciamo che l’interruzione coincide con l’inizio dell’università.

Durante l’autunno, però, pare che lo “svincolato” de Pascale interessi proprio a quelli del Quadriga.

Questi altro non sono che forti “alternative” al terzetto base dei Diavoli (arricchitisi di Adriano Potecchi) che per dribblare il blocco regionale delle squadre B, hanno costituito una specie di altro club.

Malgrado Vittorio non vi aderisca il Quadriga supera nell’interregionale, giocato a Genova l’8 novembre 81, il club di casa (con Beverini alla sua ultima apparizione) per 10-8 (in precedenza, in semifinale 9-9 e passaggio per differena reti contro il Puma Montecchio.

Nel gennaio 1983, sotto la presidenza Lisimacus, malgrado la completa inattività, Vittorio viene convinto a entrare in una compagine dei Diavoli sponsorizzata dal negozio di giocattoli “Qui Quo Qua”.

Essa raggiunge la finale delle selezioni regionali della Coppa Italia, con in formazione anche Signorelli, Lisimacus, Dodi, Stocchi e Tardella.

È battuta dai Diavoli Quadriga composta da G. Potecchi, A. Potecchi e Placanica sulla lunghezza di 6 partite: risultato 0-4.

È il 12 luglio e Vittorio perde la sua di gara contro Adriano Potecchi 0-2.

Nei turni preliminari aveva rifilato a Galeazzi un 5-0.

I Diavoli Qui Quo Qua con Signorelli, de Pascale e Lisimacus, partecipano il 5 novembre 1983 agli Internazionali di Francia.

Torneo aperto a club e squadre nazionali.

Risultati, 3-0 con la nazionale France Junior, 3-0 con il Dublino, 1-1 con la nazionale France Senior (con vittoria di Vittorio 2-1 con Thierry Vivron). Sconfitte 0-2 con Rocheford e 1-2 con Verviers.

Nell’autunno 1984, presidente Alessandro Rossi, la formazione dei Diavoli per il primo campionato di serie A annovera Signorelli,  Dodi, de Pascale, De Prisco, Rossi, Lisimacus, Tardella.

Vittorio accetta di dare una mano all’occorrenza, ma gioca senza allenamento e non ha neppure più il campo a casa.

Come a dire: “Se proprio avete bisogno, contate su di me”.

Nella 1° giornata, 11 novembre ’84, a Montecchio, due sconfitte: 0-3 con Frignani e 0-2 con Casali;

3° giornata, 25 novembre, a Trento contro i locali dell’Orange Club, sconfitta con Manfioletti 1-2.

L’esperienza, però si chiude in maniera più che onorevole alla 7° giornata, il 27 gennaio 1985, a Milano, quando a casa di Alessandro Rossi (in via Andrea Costa), nel Diavoli Milano-S.C. Jegermeister Mestre 0-4, è l’unico a non perdere, ottenendo con Bellotto un buon 2-2.

Nuova pausa fino alla primavera 1988.

Tesserato con il G.S. Bossico Milano (foto 8), partecipa Guerin Subbuteo regionale, giocato a Milano (P.le Perruchetti).

Dopo il superamento di un girone preliminare a punteggio pieno, nella fase successiva, sempre con girone a 4, ottiene una vittoria, ma i due pareggi (3-3 con A. Rossi e 1-1 con E. Funaro) lo vedono eliminato per differenza reti.

Il 17 aprile secondo ed ultimo torneo di quella parentesi al torneo Mediolanum a Milano, quando dopo 5 vittorie (tra cui quella con Galeazzi 2-1 in semifinale) perde la finale ai tempi supplementari 1-2 con Stefano Scagni.

Lunghissima pausa e se ne riparla quando per caso nel 2011, Vittorio viene a sapere di una sala a Rozzano, nella periferia di Milano, dove coesistono un’OSC e praticanti il CDT tra cui Gianluca Galeazzi e Stefano Buzzi.

Logica conseguenza, si ritrova tesserato per lo Stella Artois, ma… 30 anni (di fatto dal 1981 al 2011) sono, tanti troppi da recuperare.

Un “certo stato” di cose ed il prestigio e lo standard dello Stella Artois gli “ricordano tanto i tempi dei Diavoli Milano” (concetto, in sintesi, così espresso dallo stesso de Pascale).

Siccome, però, la voglia di misurarsi c’è, Vittorio, saggiamente, opta per la “seconda” squadra di Milano, i Flickers, che fanno il campionato di cdt interregionale.

Con essi svolta della stagione 2014/2015 quando a Pistoia guadagnano la promozione in serie C.

Da li a poco, succedendo a Meloni, Vittorio assume pure la presidenza del club.

A maggio 2015 a livello individuale finale nella categoria cadetti ai campionati italiani, cedendo solo al giovanissimo Mandanici di Messina.

Ritrovato e coinvolto coi Flickers il vecchio amico e avversario degli anni 70-80 Marco Baj e con altri rinforzi, anche dall’estero, nella serie C della stagione 2016/2017 la squadra è in testa nel girone di andata (foto 9).

Al ritorno, alcune assenze pesano e la promozione in B viene mancata di poco.

Con Paolo Ciboldi e tramite una fusione con l’S.C. Lario viene acquisito il titolo per la partecipazione alla serie B nella categoria subbuteo tradizionale e, nella stagione 2016/2017, i Flickers si piazzano secondi nel campionato italiano della categoria cadetta, conseguendo l’accesso alla serie A.

Rinunciano, però la stagione seguente a disputarla e alla fine della stagione 2018/2019 l’ASD si scioglie.

Vittorio, seguito da tre compagni di club, tra cui Marco Baj, si aggrega ai Leoni di Macerata, un club che gioca esclusivamente al subbuteo tradizionale.

Purtroppo, malgrado il forte legame stabilito coi Leoni, nel periodo successivo si gioca poco.

Avendo riscoperto, però, il Subbuteo tradizionale, alla prima occasione utile, ad Aosta, il 1° agosto 2020, de Pascale, sempre tesserato coi Lions Macerata, partecipa e vince il torneo ivi organizzato.

Nella finale, di gran contenuto tecnico a nostro avviso (ne esiste filmato in rete), allo scadere del primo tempo gli viene annullato (ma più esattamente nell’intervallo e con ricorso al filmato di cui sopra…boh, ndr), il goal del pareggio.

Magistrale secondo tempo di Vittorio, che ribalta e batte 3-2 il forte Frisone.

E a quest’ultimo decide di aggregarsi per andare a costituire l’ulteriore rinforzo, operazione già in corso a seguito dell’unione dei club di Genova e Savona, con l’obbiettivo di avere un ruolo da protagonisti  nella massima divisione nazionale.

A novembre 2022 a San Benedetto la partecipazione è lusinghiera.

Il Ligures (foto 10), questo il nome del sodalizio, finisce solo dietro ai campioni d’Italia della Salernitana e alla Lazio (va precisato che il club di Livorno, 4° classificato, partiva con una penalizzazione di 5 punti).

Alla veneranda età di 60 anni, Vittorio conclude la maratona della serie A con 9 partite “e mezza” vinte e una sola sconfitta (meglio di lui fa solo Santanicchia).

Battuto solo da Santos Manuel 2-4, mette in fila tra gli altri, Di Vincenzo 3-2, Cerullo 3-1, Del Brocco G. 2-1, e De Luca C. 2-0, della Salernitana (2-2 il risultato a squadre), poi campione.

Un’attività articolata su 50 anni di “onorato servizio” come quella di Vittorio fanno di lui un esempio per tutti.

Grande passione, unita a qualità ed equilibrio, lo hanno sempre guidato nel sapere quando proporsi, facendo parlare il campo, e quando farsi da parte, aspettando momenti migliori.

In un ambiente da sempre caratterizzato da dinamiche spesso non lineari ha saputo mantenere un’identità, che lo ha portato anche sul gradino più alto di un’importante competizione nazionale.

A lui va il nostro ringraziamento per averci raccontato la sua storia ed il riconoscimento di tutti coloro, ne sono certo, avranno letto la narrazione della sua carriera.

Per Vittorio de Pascale calza a pennello l’espressione che i giornalisti spagnoli utilizzano quando vogliono esprimere il massimo dell’apprezzamento per un agonista,

“buen jugador y mejor persona”

Non credo sia necessario tradurre…

…aggiungo solo, adios…

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