Premessa

All’interno del testo relativo al Decreto Legge 460/97 è statuito che le Associazioni Sportive Dilettantistiche (meglio note con l’acronimo ASD) e le Associazioni no profit in generale, hanno l’obbligo di redigere ed approvare annualmente un “rendiconto economico e finanziario” secondo le disposizioni statutarie.

L’obbligo di cui sopra viene riferito sia all’attività istituzionale sia a quella commerciale eventualmente esercitata, indipendentemente dal regime contabile, ordinario o semplificato adottato. Giova precisare, a tale riguardo per i “non addetti ai lavori”, che la redazione di un apposito rendiconto soddisfa l’obbligo economico-finanziario previsto dalla normativa in materia di associazioni sportive dilettantistiche.

Tale rendiconto annuale, redatto dal Consiglio Direttivo, secondo le modalità stabilite dallo Statuto, dovrà riassumere le vicende economiche e finanziarie dell’ente in modo da costituire uno strumento di trasparenza e di controllo dell’intera gestione dell’associazione. La documentazione di supporto, anche se non fiscale, deve essere conservata ai sensi e per gli effetti di Legge stante la rilevanza attribuita allo stesso rendiconto annuale imposto da una norma tributaria quale specifico e imprescindibile requisito di redazione e controllo.

Rimarcando l’obbligo di Legge della Redazione ed approvazione del Rendiconto annuale da parte dell’assemblea dei soci, va da sé che tutto ciò ha lo scopo di controllare e illustrare in modo chiaro, dettagliato e trasparente le entrate e le spese relative. In quanto tale deve essere trascritto sul libro dei Verbali delle Assemblee dell’Associazione e meglio ancora se anche sul Registro dei Rendiconti, definito anche Libro degli Inventari.  

Di fondamentale importanza l’opportunità di accompagnare il rendiconto di gestione con una esaustiva relazione illustrativa di tutte le singole voci delle entrate e delle uscite che compongono lo stesso, con un esplicativo commento delle attività istituzionali poste in essere e con una sintesi della programmazione futura della vita associativa.

Il controllo dei conti:

Uno dei primi, fondamentali argomenti che insegno agli studenti universitari in materia di “economia gestionale” è per l’appunto “IL CONTROLLO DI GESTIONE”. Si badi che gli elementi fondanti la materia, per quanto, evidentemente, siano peculiarmente indirizzati all’ambito delle imprese, non per questo non possono essere applicati in qualsiasi contesto, ad una Famiglia, ad un Circolo Ricreativo e nondimeno ad un’Associazione no profit quale è la F.I.S.C.T. che in seno ne porta circa un centinaio di altrettante.

In un concetto terra terra “quando ci sono di mezzo i soldi, a maggior ragione se questi soldi sono di altri, TUTTO PUO’ E DEVE ESSERE ASSOGGETTATO AL CONTROLLO DI GESTIONE.

Molto facile a dirsi ma nel caso in disquisendo altrettanto facile a farsi se vengono attuate le seguenti semplici attività, riportate in rigorosa sequenza applicativa, fondamentali ai fini dei fattori critici di successo di un’attività, sia essa commerciale, industriale od anche associativo-ludica e/o sportiva:

  1. REGISTRAZIONE PRO DIE DELLE SINGOLE SCRITTURE;
  2. ELABORAZIONE DI UNA PRIMA NOTA CASSA E BANCA MENSILE;
  3. INVIO ALLE SINGOLE ASSOCIATE E ANALISI ANDAMENTALE CON I RAPPRESENTANTI DELLE MEDESIME DEL CONTO ECONOMICO TRIMESTRALE SIA IN CHIAVE CONSUNTIVALE CHE, OVE NE RICORRANNO PRESUPPOSTI E NECESSITA’, PREVISIONALE.

Andiamo per ordine e analizziamole punto per punto:

  1. REGISTRAZIONE PRO DIE DELLE SINGOLE SCRITTURE

Per una Associazione le cui movimentazioni contabili sono ben poche (ma non gli importi singoli), riportarle quotidianamente sull’apposito prospetto excel è cosa semplice e soprattutto fa sì che, chi vi si dedica, non debba dimenarsi ex post tra carte, estratti conto bancari e quant’altro inerente e pertinente per risalire alla loro riconducibilità, indispensabile per riconciliare entrate e uscite. E considerato il grande lavoro in cui il nuovo Direttivo si sta prodigando, questo agevole esercizio, se svolto in questo modo, è banalmente di una semplicità estrema e impegna un tempo irrisorio;

  • ELABORAZIONE DI UNA PRIMA NOTA CASSA E BANCA MENSILE:

Eseguiti con puntualità gli adempimenti sub 1, la prima nota cassa e banca (che peraltro non è che un Bilancio provvisorio infrannuale, ove si escludano eventuali scritture di Stato Patrimoniale legate a crediti da incassare o debiti da corrispondere) alla fine di ogni mese è bella che pronta;

  • INVIO ALLE SINGOLE ASSOCIATE E ANALISI ANDAMENTALE CON I RAPPRESENTANTI DELLE MEDESIME DEL CONTO ECONOMICO TRIMESTRALE IN CHIAVE CONSUNTIVALE E, OVE NE RICORRANO PRESUPPOSTI E NECESSITA’, PREVISIONALE:

Non può sfuggire al lettore l’importanza fondamentale di questo punto. Analizzare in modo collegiale, ai fini di un confronto costruttivo e collaborativo, il conto economico trimestrale di un’Associazione quale è la F.I.S.C.T. che fonda la sua esistenza sul denaro versato dalle Associazioni in essa convergenti, significa prendere atto con correntezza delle entrate e delle uscite periodali, rendersi edotti dell’avanzo o disavanzo di gestione, analizzare le spese sostenute, assumere decisioni condivise, sia che interessino un ambito correttivo che di sviluppo nel divenire.

In estrema ratio, in concetti tanto semplici quanto essenziali porsi i seguenti interrogativi: COME STIAMO ANDANDO? COSA ABBIAMO SPESO? PERCHE’ ABBIAMO SOSTENUTO QUESTI COSTI? ERANO PROPRIO NECESSARI? QUALE È LA DIFFERENZA, TRIMESTRE DOPO TRIMESTRE, TRA ENTRATE E USCITE?

Il Comitato Tecnico-Finanziario

Forte dell’esperienza di analoghe situazioni che si sono rivelate molto utili alla causa, ancorché relative ad ambiti diversi ma non per questo, come si diceva, non applicabili al caso di specie, sarebbe fondamentale la COSTITUZIONE DI UN COMITATO TECNICO CON FINALITA’ DI MERA CONSULENZA, SENZA POTERE DECISIONALE.

Un Comitato a latere che in gergo tecnico viene definito come funzione di “audit & consulting”, composto da un minimo di uno ad un massimo tre esponenti, prescelti all’interno del movimento tra candidanti disponibili, scortati da un background accademico-professionale di merito, evidentemente super partes ed evidentemente del tutto scevri da condizionamenti e da asservimenti “all’amico della porta accanto”. Un Comitato senza bandiere che funga da ausilio al Consiglio Direttivo ed alle Associazioni tutte nell’analisi e nell’assunzione di decisioni finanziarie che “impegnano il portafoglio dei Soci”.

Un Comitato che non guarda in faccia a nessuno e fornisce consulenza per il bene comune, totalmente idiosincrasico verso comportamenti tipici del “made in Italy”, una storia vecchia come il mondo ma sempre in voga nel paese italico abituato alla politica a proprio uso e consumo. L’attuale situazione del paese e lo stato di default in cui ineluttabilmente versa ne sono una comprova tanto evidente quanto inconfutabile.

Sembra facile e soprattutto ovvio, invece non lo è affatto.

Due i compiti precipui di un tale Comitato la cui funzione è da intendersi per quanto ovvio solo ed esclusivamente in chiave positiva per il bene del movimento, a supporto di tutto e di tutti coloro che vi fanno parte a qualunque titolo:

  1. Un controllo costante su congruità e coerenza di entrate e uscite (“AUDIT”);
  2. Una preventiva consulenza ex ante utilissima al Direttivo ed alle Associazioni in materia di analisi e pareri di merito su spese sostenende e/o per qualsiasi altro impegno inerente all’ambito finanziario, utile allo sviluppo dell’attività (“CONSULTING”).

Mutatis mutandis e con le dovute proporzioni, un po’ come il Consiglio di Amministrazione o il Collegio Sindacale di un’Azienda, l’attività di un Analista e Revisore dei Conti sia ante che ex post. Una guida e al tempo stesso un punto di riferimento cui rivolgersi, ferme le decisioni in capo al Direttivo e sempre di comune intesa con le Associazioni tutte (cfr. leggasi punto sub 3).

Beninteso, una funzione che non ha nulla a che fare con quella di un Commercialista che, per definizione, consulente non è essendo preposto unicamente alla redazione ed alla tenuta delle scritture contabili.

Chissà mai se un giorno si arriverà a tanto, qualcuno di Vostra conoscenza ci ha provato molti anni addietro quando rivestiva la carica di co-commissario prima e Vice Presidente/Tesoriere poi.

La storia di quel che accadde la conoscono tutti ma quelli erano altri tempi, altre storie, altri personaggi.

Nel frattempo il passato è passato ed oggi c’è un presente che lascia ottimamente sperare: FORZA E CORAGGIO AL NUOVO ESECUTIVO, ORDINE E DISCIPLINA riconducendo questi termini in modo disgiunto al loro significato etimologico, senza alcuna accezione storico-politica, che sia chiaro a tutti.

Dott. Prof. Rosario Ifrigerio, 28.02.2021

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