la democrazia del subbuteo

Sgombriamo subito il campo: non si parla di politica subbuteistica!

Stamattina stavo ascoltando la radio e c’era un interessante editoriale di un direttore di emittente che parlava dell’esclusione per vari motivi da alcune discipline sportive.

Sapete che il politacally correct non è una mia virtù, pertanto scriverò quel che penso, come sempre 😉

Qualsiasi attività sportiva presuppone alcune imprescindibili peculiarità siano esse fisiche che cerebrali. Se pensiamo agli scacchi, esempio di attività di gioco sedentaria, sappiamo perfettamente che possiamo giocarci tutti, ma sappiamo anche che senza studio, abnegazione e un livello tattico altissimo, resteremo sempre al palo portando a casa ben poche soddisfazioni.

Se spaziamo negli sport blasonati, dove ogni genitore vorrebbe vedere il figlio primeggiare (magari, alcuni di questi, mettessero la stessa foga per spronarli nello studio, ma lasciamo perdere…), sappiamo già in partenza che “1 su 1000 ce la fa” è un eufemismo. 1 su 100.000 ce la fa, forse!

Magari nella pallacanestro qualche possibilità in più ci potrebbe anche essere, ma se non ambisci all’NBA, per qualcuno, non sei nessuno…

Arriva un momento, nella vita, che capisci che non puoi continuare il gioco che hai scelto par tanti motivi, inclusi il limite di età, lo stato di forma o l’esaurimento della pazienza di aspettare di vincere qualcosa.

Insomma, potrei andare avanti parecchio per scoprire ciò che sappiamo tutti, ma che non è bello ricordare.

Però (c’è sempre un però), nelle mie limitate conoscenze e perché sono anch’io un giocatore, posso dire che nel subbuteo possono giocare davvero tutti e magari vincere anche!

Possono giocare i magri, i poco in forma, i giovani ed i vecchi. Può giocare chi ha scarso senso tattico, ma magari ottime doti tecniche oppure il contrario come anche chi non possiede nessuna delle due peculiarità. Chi è basso, alto, chi è introverso come chi è estroverso. Chi si concentra poco e chi molto. Insomma, nessun limite per i giocatori!!

Nel calciotavolo ci sono le categorie: under 12, under 16, under 20, Open e veteran, ma c’è anche la possibilità di mischiare tutto e vedere un under 12 che vince con un veteran come un under 20 che se la gioca alla pari con un open. Oppure fantastici match tra panzuti giocatori ultracinquantenni che trottano intorno ad un tavolo con la passione e la voglia di primeggiare di un quindicenne.

Anche nel calciotavolo subbuteo ci sono i top players! Vederli giocare è divertente (a volte) e fanno del gioco una sinfonia di giocate tecniche, agganci millimetrici e pallonetti al rallenty, ma sono pochi e si concedono poco ai fotografi. Gravitano intorno ai tornei importanti internazionali o mondiali, ma decisamente assenti nei piccoli tornei di regione o nazionali che spesso snobbano. Poco male, anzi meglio, qualcuno dice. In questo modo la possibilità di vincere un torneo si allarga di molto.

Non rientri nella categoria dei top, ma nemmeno dei medi? Nessuna paura! Ci sono i tornei cadetti dedicati a chi non si qualifica nei tabelloni principali di tutti i tornei (dove io gravito regolarmente da anni). Un’altra possibilità di raggiungere un podio!!

Poi nei tornei ci sono i podi di categoria.

Riassumendo alla fine di un torneo, alle premiazioni premieremo, di solito, i primi 3 per le categorie:

  • Under 12
  • Under 16
  • Under 20
  • Open
  • Veteran
  • Cadetti Open (a volte la categoria cadetti open e Veteran è unificata, però)
  • Cadetti Veteran (a volte la categoria cadetti open e Veteran è unificata, però)

Possiamo dire che premieremo 1/3 dei giocatori presenti che potranno postare le loro foto trionfanti di un primo, secondo o terzo posto sui vari social, sui media locali, ovunque sia possibile. Alla fine, per un lettore che non conosce il gioco, che differenza ci potrà mai essere tra un primo posto open ed un primo posto cadetti open? Nessuna e questo, per ora, è un bene!

Abbiamo un obiettivo comune che è la crescita in numero di giocatori e se desideriamo che la gente torni ad appassionarsi e frequentare i nostri club dobbiamo garantire a tutti la possibilità di vincere perché, alla fine, ha ragione Boniperti: è l’unica coda che conta. Chi dice il contrario non gioca a subbuteo!!

W il subbuteo, W la democrazia!


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