oldsubbuteo

Amici di calciotavolo.net oggi incontriamo una persona che incarna, senza tema di smentita, l’oldsubbuteo più duro e puro. Dopo aver conosciuto Riccardo Torri in qualità di uno dei fondatori del movimento Old, oggi incontriamo Alberto Priora, uno degli amministratori del forum Old, piattaforma dove la gran parte dei giocatori del subbuteo “originale” si confrontano ed incontrano.

Come di consuetudine qui tutti sono liberi di esprimere le proprie opinioni e idee anche se differiscono da quanto pensato da ognuno di noi. Usiamo i commenti con intelligenza!

D: Ciao Alberto e piacere di conoscerti (seppur solo virtualmente, per ora). Sei quasi una “leggenda” del mondo subbuteistico contraddistinto dai pochi “peli sulla lingua” e dalla responsabilità di coordinare il forum old cosa che non deve essere semplicissima. Raccontaci un po’ di te. Come scopri il subbuteo e perché ti ci appassioni.

Innanzitutto grazie della possibilità che mi offri di chiarire alcuni dettagli dell’Old Subbuteo che, diciamo, di solito vengono male interpretati o semplicemente non si conoscono. In hobby come i nostri la differenza tra stare dentro o fuori qualcosa è enorme. Non cambia solo la conoscenza di molti particolari e di molte dinamiche, ma la percezione di quello che avviene è spesso falsata o errata.

La mia storia personale con il Subbuteo inizia come quella di tanti altri bambini degli anni ’70; quando i giocattoli erano soldatini, macchinine, modellini da incollare, Lego e appunto il Subbuteo. Era un tempo in cui c’erano molte meno cose in tv, tra cui poco calcio, che così assumeva una connotazione un po’ mitica e non quella commerciale di adesso. Non che io sia un fanatico di calcio, anzi: tutta quella dimensione di notizie, chiacchiere, servizi televisivi e divismo che ha contrassegnato il calcio a partire dagli anni ’90 mi è sempre stata indigesta. Così come ho sempre mal sopportato le rivalità, il tifo contro, l’uso del calcio come sfogo.

La bellezza era la partita in sé e l’evoluzione del torneo. Comunque dal 1976 al 1986 ho giocato a Subbuteo e anche tanto: giocavo con mio fratello, giocavo con i miei amici, giocavo a scuola (con le suore, che all’inizio erano accorse a vedere cosa facevamo e che poi avevano approvato perché per una volta non ci scatenavamo in cortile col rischio di farci male), giocavo con gli amici in vacanza in una specie di club non ufficiale ad Alassio e giocavo parecchio da solo, inventandomi campionati del mondo in solitario comprensivi delle qualificazioni. Giocavo in media un paio d’ore al giorno.

Senza dubbio il gioco del Subbuteo ha preso una parte importante della prima parte della mia vita (ma io sono una persona da tanti hobby, visto che ne ho altri cinque o sei tra cui i fumetti, la fantascienza, gli scacchi, i giochi da tavolo, i wargame e i giochi di strategia per computer). Erano omini che liberavano la mia fantasia.

Dopo il 1986 i vari impegni di università e poi di famiglia mi lasciavano poco spazio e ho dovuto fare delle scelte; relegando il Subbuteo in una posizione marginale tra i miei hobby.

A molti giocatori della mia età è andata così: non sono molto diverso. Ai tempi ero molto implicato nei wargame e nei giochi di ruolo: ero vicepresidente di un club molto grande che organizzava tornei nazionali di Dungeons & Dragons con 80/100 giocatori (non è un caso se poi finisco a organizzare le cose nelle realtà che frequento). Quindi il Subbuteo rimase fermo.

Per fortuna mio padre inscatolò tutto e mise via con cura la trentina di squadre e i campi e tutti gli accessori, tanto che ho ritrovato tutto, ma proprio tutto quello che avevo allora. Purtroppo anche il Subbuteo stava cambiando: io sono cresciuto con le hw classiche, già le lw che mi capitava di trovare in giro o di vedere nelle pubblicità non mi appassionavano più che tanto. E poi non mi era mai interessato andare a fare tornei ufficiali o competere. A che scopo poi? Vincere, perdere, ok, ma cosa cambia alla fine? C’è un detto negli scacchi che dice: “non importa quanto tu sia forte, tanto c’è sempre qualcuno più forte di te”. Quindi una volta che avevo altri hobby per divertirmi e per stare insieme ad altri appassionati, non avevo stimoli per proseguire nel Subbuteo.

D: A un certo punto si crea una frattura netta tra i giocatori del gioco classico (che poi avete battezzato OLD) e quelli che, invece, vedono nell’evoluzione dei materiali il naturale percorse del calciotavolo. Cosa successe esattamente? All’epoca eri già coinvolto in modo importante nelle faccende subbuteistiche?

Sappiamo tutti come è andata. Sia per motivi commerciali e distributivi, sia per motivi agonistici sono cambiati i materiali e sono comparsi materiali nuovi. E qui, già da allora, noto come una delle ragioni (non l’unica, certo) era cercare materiali più performanti. E poi ancora più performanti. Una specie di corsa agli armamenti sia pratica, che mentale. Quindi già da qui non vedo il calciotavolo come un’evoluzione del Subbuteo, neppure come una sua fase, ma come un qualcosa di separato, di diverso. Legittimo, per carità, perché ciascuno deve poter fare quello che preferisce e gli piace di più, ma diverso. È semplicemente un altro gioco.

Comunque in tutto questo periodo non ho avuto a che fare con il Subbuteo se non per l’occasionale articolo letto da qualche parte o qualche pubblicità. Diciamo che il mio Subbuteo è rimasto congelato per circa 25 anni (anche se ogni tanto mi piaceva ricordarmi i campionati e il divertimento che provavo nel giocare con gli amici), finché nel 2012 a una fiera del fumetto a Milano a cui partecipavo per lavoro, mentre giravo nella mia ora di pausa, non trovo uno stand dedicato al calciotavolo. Mi fermo a guardare e vedo che si tratta del gioco con materiali ben diversi dalle mie hw, ovvero le basi piatte di cui avevo sentito vagamente parlare, oltre al fatto che vedo questi omini volare da una parte all’altra del campo in un modo per me sconosciuto (mica sapevo del lucido nei miei anni ’80).

Insomma vedo qualcosa che non so riconoscere rispetto al mio Subbuteo. E poi succede qualcosa di strano: era in corso una partita di un torneo dimostrativo fatto apposta per la fiera, solo che l’aria tra i due giocatori era tesissima, glaciale, decisamente al limite, tanto che a un certo punto l’arbitro li ferma e lo sento dire: “se proseguite cosi, fermo tutto”. Inutile dire che a qual punto il mio interesse era sottozero. Il caso volle però che a curare il banchetto delle vendite ci fosse Luca Galeazzi del club di Milano Stella Artois, con cui scambio qualche battuta, confessando che il mio Subbuteo era ben diverso da quello che vedevo; e lui, gentilissimo, oltre a spiegarmi un poco il calciotavolo, aggiunge che nella loro sede condividevano gli spazi con un gruppo che giocava con il materiale di una volta.

Andare a Milano la sera non mi era comodissimo, quindi nei giorni successivi  cerco in rete i riferimenti che avevo e trovo che non lontano da dove abito (in provincia di Varese) c’è un club Old Subbuteo chiamato Longobardo, Roberto Garagnani. Contatto il club, vado a visitarlo e trovo proprio quello che credevo di avere perso: il Subbuteo con le hw e un’atmosfera di puro gioco e chiacchiere.

Scoprirò poco più tardi che si tratta del primo e storico Old Subbuteo Club, quello dei fondatori. Con il passare del tempo divento il Referente del Club, poi sono invitato a diventare un moderatore del forum nazionale Old Subbuteo, e quindi ne divento Amministratore con il compito, adesso, di dirigere (non da solo) l’intero movimento. Quindi se sono in questa posizione lo devo anche al calciotavolo. Destino? Un caso? Ironia? Chissà?

D: Negli anni questo dualismo tra “calciotavolisti” e “olders” è sempre stato molto netto e a volte fonte di discussioni anche accese e grandi divisioni. Mi è parso, anche, che da ambo le parti ci sia stato quasi uno spingere a volere che questa differenza e questo campanilismo fossero il più accesi possibile quasi a voler mantenere il proprio feudo libero da invasori. Perché?

Allora, io non posso ovviamente parlare, se non in linea generale, per la parte che riguarda il calciotavolo e la federazione; a questo riguardo posso solo partire da vecchie (di parecchi anni fa) discussioni lette su Subbuteoforum, in cui chi giocava alla vecchia maniera in generale, e gli Olders in particolare, veniva visto (da una parte dei commentatori) come un Neanderthal che doveva sparire per il bene di tutti.

Per loro il vero Subbuteo era solo con materiali nuovi e performanti e con le regole da calciotavolo. Ok, è un’opinione di chi ha scelto una cosa che lo soddisfa, ci mancherebbe. Magari l’aveva scelta solo perché non c’erano alternative ed è contento così. Resta il fatto che il vecchio Subbuteo era visto come un reperto archeologico. Torneremo più tardi su questo argomento.

Certamente c’è stato un periodo di vuoto in cui, ma anche per meri motivi commerciali, ovvero di mancanza di un prodotto uguale a quello originale, non c’era in vendita un’alternativa.

Di sicuro anche nell’Old Subbuteo c’è chi è visceralmente contrario al calciotavolo, ma non solo per ragioni legati al tipo di materiali che possono piacere oppure no, appunto come può piacere un gioco piuttosto che un altro, ma più che altro per il tipo di atteggiamento che si portano dietro, troppo spesso, i giocatori di cdt e per la politica un po’ assassina che ha attuato la Federazione.

Resta il fatto che negli ultimi anni c’è stata una netta aggressività di una parte della Federazione nel cercare di fare proseliti tra chi frequentava l’Old Subbuteo. Questo non per il calciotavolo, che appunto è un gioco diverso, ma per il cosiddetto tradizionale: anche qui la ragione sta nella dinamica delle diverse realtà.

L’Old Subbuteo è fatto di piccoli gruppi indipendenti, gli Old Subbuteo Club, che fanno riferimento al forum nazionale per molte cose, ma senza una struttura di tesseramenti, perché lo scopo dell’Old Subbuteo è quello di permettere di ritrovare il gioco degli anni ’70/80 e di incontrare persone con cui giocare. Fare numeri non è  una nostra esigenza.

La Federazione è basata su tessere perché ha mire e finalità diverse e anche spese diverse per poterle raggiungere. E per arrivarci deve fare numeri e utile da poter investire; cose che all’Old Subbuteo non interessano. E per avere più introiti, devi avere più tessere; per farsi notare a livello nazionale, devi avere più tessere. Però, scusatemi, non esiste che la Federazione possa o voglia farlo a scapito dell’Old Subbuteo. Qui non si tratta di feudi, si tratta di impedire di depredare un’Africa per portare lavoratori, in questo caso giocatori, nelle Americhe.

Sia chiaro: io sono per la più libera scelta possibile; devi giocare al gioco che ti piace, non certo essere costretto al contrario, ma ho visto, sottolineo ho visto con i miei occhi, messaggi e chat, in cui poco ci mancava che venissero promesse vergini in paradiso per attirare gente a costruire il Subbuteo tradizionale a scapito dell’Old.

Questo circuito dentro la Fisct nasce con un peccato originale difficile da dimenticare. Sarebbe stato corretto costruire qualcosa da zero e poi far sapere che esisteva, in modo che i giocatori potessero scegliere cosa gli interessava: uno o l’altro o entrambi. Forse adesso la situazione si è stabilizzata in questa direzione, forse, ma l’inizio è stato abbastanza scandaloso. È stato clonato, e uso clonato per non usare termini più forti, tutto il clonabile che funzionava nell’Old, ovviamente senza chiedere il permesso, per farlo partire.

D: Oggi la FISCT è decisamente aperta al mondo del gioco classico, ma ancora persiste una forte repulsione alla sola possibilità di confronto. Non credi che se il fine è il bene del gioco, in tutte le sue forme, l’unione e l’armonia possano essere fonte di crescita per tutti?

Ribadisco che, a livello di giocatori, ognuno può fare la scelta che vuole. A patto però di tenere un comportamento corretto verso di noi Old, che poi sarebbe il tenere un comportamento corretto verso degli amici: il fatto che ci troviamo a giocare a Subbuteo è in un certo senso incidentale. Certo che ci troviamo a giocare a Subbuteo, perché è un gioco che ci piace, ma se l’Old esistesse per giocare a wargame o riunirsi per parlare di fantascienza il concetto sarebbe uguale: quella di una riunione di amici a “casa” di qualcuno, ma non certo di un qualcuno di cui nel frattempo sparli sui social.

Il fatto è che la Fisct e l’Old Subbuteo hanno presupposti diversi e soprattutto hanno scopi e aspirazioni completamente differenti. L’Old Subbuteo è una riunione di nostalgici che vogliono riprendere la loro esperienza di venti, trenta anni fa, per giocare e stare insieme senza obbiettivi a lungo termine.

Chiariamoci: l’Old Subbuteo è un’esperienza a termine e va bene così; l’età media degli olders credo che sia sui cinquanta e, come si suol dire, nessuno di noi diventa più giovane. Alcuni sono più anziani, perché hanno scoperto il Subbuteo nei primi anni di importazione in Italia (il 1971), altri sono più giovani perché sono cresciuti con le lw degli anni ’80. Però non mi nascondo nel dire che, quando l’ultimo di noi sarà troppo stanco o stufo per andare a giocare, si potrà definire conclusa l’esperienza. Sono convinto che quella del Subbuteo, come l’intende l’Old, sia una stagione irripetibile, perché legato a un modo di vivere, giocare e vedere le cose che adesso non c’è più.

Migliore? Peggiore? Non so, ma sicuramente nostra.

La Fisct ha altri obbiettivi, che giustamente sono i suoi: cerca una dimensione sportiva sia pratica che teorica, cerca riconoscimenti, vuole far ereditare il gioco a nuove generazioni. Anche a vedere tutto questo in maniera positiva (e io non le vedo in maniera positiva) sono un modo diverso di vedere le cose.

Non ha nessun senso per l’Old Subbuteo usare le proprie forze per aiutare una dimensione diversa del gioco, senza poi contare che sarebbe aiutare in parte chi si è organizzato solo con l’idea di distruggerci, perché non poteva imporre la propria visione di potere. Una visione magari legittima per loro, ma che semplicemente deve stare da un’altra parte. Per fare un paragone calcistico sarebbe come chiedere ai tifosi dell’Inter di aiutare quelli della Juve a fondare dei club in comune perché così c’è più calcio in giro.

D: In un tuo commento sul blog, hai rimarcato la profonda divisione che deve esserci tra olders e tutti gli altri. Recentemente si è stabilito un punto di condivisione tra FISCT ed il Settore Nazionale Subbuteo di Opes Italia. Piuttosto che stare a guardare non credi che sarebbe meglio interagire da protagonisti?

Le differenze non cambiano con l’apparire di un’altra associazione che si impegna per una dimensione sportiva: possono essercene anche dieci così. Non si tratta di stare a guardare o meno, perché non c’è qualcosa da guardare che ci interessi. A essere maligni potrei usare la parola protagonisti rovesciandone il concetto; anche considerando che non dobbiamo dimostrare nulla a nessuno, se non a noi stessi dell’Old la capacità di divertirci in compagnia. Protagonisti a che scopo? Il ricordo di una serata in compagnia, magari metà passata a giocare e metà a parlare, vale più di una bacheca piena di coppe.

Se scorriamo i progetti della Lega Subbuteo non c’è nulla che l’Old Subbuteo possa condividere: anzi è proprio mettere un gioco in una dimensione sportiva che ne snatura il divertimento. Senza contare che poi, per natura umana purtroppo, spesso anche solo quando c’è in palio una caramella, figuriamoci un titolo, figuriamoci se poi dovessero saltare fuori soldi come qualche volta è stato ipotizzato, si è capaci di tutto.

Nella mia vita ho visto barare a tutto, ho visto barare pure agli scacchi, per primeggiare. E poi cosa ti resta? Poi certo capisco che alcuni si sentano stimolati e vogliano mettersi alla prova con una competizione che non si limita solo a vincere la partita. Ovvio che lo scopo del Subbuteo è mettere la pallina nella rete avversaria con tutta la tua abilità, non lo contesto mica e non lo contesta l’Old, ma cercare di vincere un torneo dovrebbe il mezzo del divertimento, non il fine. Si tratta di una scelta. La scelta dell’Old è questa: la dimensione sportiva rovina il gioco.

I critici potrebbero obbiettare che un gioco deve evolversi, che altrimenti si estingue, muore e via dicendo.

Attenzione: senza fare un discorso sociologico troppo lungo, faccio notare che da anni si sta affermando un fenomeno che, in linea generale, possiamo definire come retrogaming. Un passo indietro: se ci si pensa con il dopoguerra, diciamo con gli anni ‘50/’60, è cambiato totalmente il mondo dei passatempi e dei giochi: sto parlando di televisione, fumetti, giochi, giocattoli, videogiochi, giochi di società con un’offerta in quantità e in qualità che non è paragonabile a quanto c’era in precedenza.

L’infanzia e l’adolescenza dei quarantenni e dei cinquantenni di adesso era piena di giochi e mitologia dei giochi stessi dal punto di vista fisico (verrebbe da chiedersi se questo avverrà anche con le generazioni giovani di adesso, che hanno una offerta prevalentemente digitale e meno fisica, ma è un altro discorso). Chiaro che televisione, giochi e videogiochi hanno proseguito la loro corsa e si sono evoluti, ma ecco che proprio per scelta, per mito, perché ci si trovava meglio o solo per semplice nostalgia, si è sviluppato il fenomeno del retrogaming: in primis nei videogiochi con siti e siti che propongono videogiochi abandonware o fuori commercio o semplicemente riprogrammati su sistemi moderni. E questo si collega poi, ed e ampliato, dalla dimensione del collezionismo. E i telefilm di una volta diventano vintage, i giocattoli (ad esempio i soldatini Atlantic) diventano pezzi da collezione anche con prezzi elevati, soprattutto se nella confezione originale, le ristampe di alcune serie a fumetti vendono quasi o anche più delle novità (lo so bene, visto che lavoro in questo campo), c’è chi gioca con le vecchie edizioni di Dungeons & Dragons, le recensioni dei wargame degli anni ’80 sono associate a quelle delle uscite più recenti. Il Subbuteo degli anni ’70\80, l’Old Subbuteo, ha una componente di collezionismo, ma soprattutto una chiara di giocare e divertirsi. E si tratta di una scelta legittima.

La conclusione è che non si tratta di essere più o meno protagonisti: ma che si tratta di un altro mondo.

D: Raccontaci con le tue parole di appassionato il mondo Old Subbuteo.

Lo scopo dell’Old Subbuteo è il permettere di divertirsi recuperando il nostro Subbuteo della giovinezza. E mi ci sono trovato bene fin dal primo giorno, con quel misto di collezionismo, tranquillità e svago.

Trovarmi all’OSC Longobardo il giovedì sera è il poter trascorrere una serata in compagnia, magari anche senza giocare una partita. Un evento della domenica è un’avventura di viaggi, di posti da visitare, di gente da conoscere, di pranzi senza stress, senza dover dimostrare nulla. E dovrebbe essere così per tutti coloro che scelgono l’Old Subbuteo.

Se lo stress da risultato supera il divertimento, allora vanno semplicemente fatte altre scelte. Se ti innervosisci giocando, qualunque sia la ragione, anche. Ho incontrato molti amici, molti di più di quanti avrei potuto incontrare in altri modi, e ho incontrato anche persone che è un bene che se ne siano andate altrove: persone in cerca di prestigio, di potere o semplicemente di rabbia da sfogare. Persone velenose in qualsiasi ambiente.

Del resto le utopie non sono per tutti.

D: Ora, solo per te, un “Piccolo Spazio Pubblicità” (parafrasando una notissima canzone)!

Che ognuno faccia le proprie scelte, ma che non vada a rompere i conigli agli altri.

Grazie Alberto, grazie per la tua schiettezza, la tua completezza di informazioni e le tue parole che danno l’opportunità a tutti di vedere il mondo old subbuteo da un’angolazione diversa, dall’interno. Spesso ci dimentichiamo che ogni situazione ha diversi punti di vista che le spiegano, tutti leciti e indiscutibili. Dobbiamo essere bravi ad accettare anche chi vede le cose in modo diverso da noi.

Per me è stato un grande piacere aver potuto leggere le risposte di Alberto e non vi nascondo che ho letto più volte ciò che mi ha scritto per essere sicuro di assimilarne bene il concetto.

A questo punto non mi resta che segnalarvi il forum oldusubbuteo dove i tanti appassionati si confrontano quotidianamente e sottoscrivere le parole di Alberto ” Che ognuno faccia le proprie scelte, ma che non vada a rompere i conigli agli altri.

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Le magliette di calciotavolo.net! Rigorosamente LW :-D

3 pensiero su “Alberto Priora, la “direttrice” dell’OLDSUBBUTEO”
  1. “Sappiamo tutti come è andata. Sia per motivi commerciali e distributivi, sia per motivi agonistici sono cambiati i materiali e sono comparsi materiali nuovi”…
    Ehm….
    Ma no, va bene così: d’altra parte, che il “Subbuteo fosse il vero Calcio da Tavolo” è uno slogan anni ’70 e “80 che deve essere sfuggito a parecchia gente, semplicemente perchè non c’era.
    Ma ripeto: va bene così!

  2. Io come altri ho cominciato a giocare nel 1973 quindi ho visto un pò di tutto. Ho avuto la fortuna di giocare in uno dei club più forti in Italia quindi capisco benissimo lo spirito ludico di cui si parla. Ho sempre giocato per divertirmi perché le mie vittorie personali erano fatto raro. Sorrido però quando sento dire che una volta non si lucidavano gli omini o che ci fosse meno competitività.. Ricordo una trasferta dove trovammo campi bagnati con l’acqua per evitare i benefici del nugget e campi volare in aria per una decisione arbitrale dubbia in un semplice regionale. Apprezzo molto il lato collezionistico nonché artistico del subbuteo, ma sul lato storico mi sa che c’è un pò di confusione.

  3. Mah…io so solo che quando ero bischero e frequentavo i tornei di Subbuteo negli anni 80 ci trovavo spesso qualcuno che tentava impunemente di barare accompagnando platealmente la giocata con un movimento non consentito del polso e che a quei tempi se si aveva la fortuna di poter contare sulla presenza di un arbitro competente e non manipolabile, erano azioni di giuoco che venivano sanzionate ma spesso passavano in cavalleria perchè tanto “così fan tutti”. Nulla di nuovo accade nel terzo millennio e anzi se possibile le paraculate, mezze o intere che siano, passano quasi inosservate sia nei tornei ufficiali che in quelli cosiddetti old. Ed è frustrante subirle, specie per chi pretende o si aspetta che l’avversario si comporti da gentiluomo…A ben vedere quindi, e per contestare parzialmente le affermazioni della “direttrice” non è poi così vero che chi gioca a Subbuteo secondo i canoni, i dettami ed il regolamento “old” sia più sportivo di chi al contrario preferisce esprimersi in altri contesti o addirittura nel CDT. Non c’è un Subbuteo bello ed uno malvagio. Molto più semplicemente esistono due o forse tre realtà diverse per ciò che riguarda l’approccio alla materia trattata. Giocatori che vogliono solo giocare, appassionati che vogliono solo appassionarsi, e agonisti che si spera possano agonizzare. Altrove.
    Ecco, per tornare all’articolo postato oggi da Brillantino: Radiassero gli agonisti agonizzanti !

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