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Siamo nel profondo nord della Germania e, più precisamente nella fredda (intesa come temperature) Amburgo, una delle città più produttive d’Europa e forse del mondo, con quasi due milioni di abitanti a popolarla. “Libertatem quam peperere maiores digne studeat servare posteritas” (I posteri abbiano cura di conservare degnamente la libertà che gli antenati partorirono), questo appare scritto nel Municipo a Rathausmarkt, la piazza centrale più famosa. Ed è proprio da qui che inizia la nostra scoperta di uno dei derby più emozionanti e più accesi, quello tra l’HSV (Hamburger SV) e il St.Pauli.

Due modi opposti di vedere il mondo: da sempre schierata a destra quella dei Dinosauri (Amburgo) con la fierezza dell’ordine e della disciplina, tanto cara ai tedeschi, che ha potuto rendere Amburgo una città molto ricca, e dall’altra parte la voglia di globalizzazione e di trasgressione di sinistra dei Pirati (St. Pauli). Una rivalità che purtroppo non è sempre rimasta nel semplice sfottò da stadio e nello splendore delle coreografie sugli spalti, ma è spesso sfociata in veri e propri atti di violenza, alle volte anche senza bisogno di scomodare partite.

Il derby di Amburgo non può certo vantare i numeri di altre stracittadine ma, in totale, le due squadre si sono incontrate 93 volte dal 1924, con l’Amburgo avanti nelle vittorie con i suoi 59 successi.

La grande rivalità cittadina nasce proprio dalle ideologie delle opposte tifoserie, perché se dovessimo solo soffermarci all’ambito calcistico non ci sarebbe storia. Troppa la superiorità dell’HSV capace di laurearsi per sei volte campione nazionale e di ottenere nel 1983 una storica vittoria in Coppa dei Campioni ad Atene contro la Juventus.

Dall’altra i rivali cittadini arrancavano nelle serie minori e la prima volta che videro la luce della Bundesliga fu nel 1977 in un “mordi e fuggi” che si concluse con l’ultimo posto in classifica e l’immediato ritorno nella serie cadetta. Ma, nonostante tutto, In quella stagione avvenne un qualcosa di straordinario in quanto il primo derby nel massimo campionato tedesco venne a sorpresa vinto dal St.Pauli per 2 – 0 grazie alle reti di Gerber e Kulka.

La prima partita in assoluto tra le due squadre fu giocata il 19 ottobre 1924 nella “Alsterkreis-Liga”: l’Hamburger SV vinse per 3-1 la gara d’andata e 9 – 0 quella di ritorno. La prima vittoria dell’FC St. Pauli arrivò il 19 ottobre 1930, un 1 – 0 nel loro primo incontro nella “Oberliga Hamburg”.

Le partite tra l’Hamburger SV e l’FC St. Pauli furono una costante finché le due parti si separarono dopo la fondazione della Bundesliga nel 1963: L’HSV divenne la squadra campione dell’Oberliga Nord, mentre l’FC St. Pauli giocò nella Regionalliga Nord.

Nel 1974 entrambe passarono alla neonata Zweite Bundesliga e, solo nel 1977, riuscirono ad ottenere la promozione in Bundesliga, rendendo questo il primo derby cittadino di Amburgo in Bundesliga.

Nonostante diversi periodi caratterizzati dalla permanenza in seconda divisione, dal 1988 al 1991, dal 1995 al 1997 e nella stagione 2001-02, l’FC St. Pauli giocò di nuovo in Bundesliga, disputando i derby cittadini al Volksparkstadion, ma, su un totale di 12 incontri, non riuscì mai a strappare i 3 punti (cinque pareggi, sette sconfitte).

Dopo che l’FC St. Pauli fu retrocesso in Zweite Bundesliga alla fine della stagione 2001-02, nel 2003 dovette addirittura giocare nella Regionalliga Nord, tornando in Zweite solo 4 anni più tardi ed in Bundesliga nel 2010 per poi tornare in seconda divisione al termine della stagione successiva. Il 16 febbraio 2011, al Volksparkstadion, l’FC St. Pauli si impose per 1-0 grazie al gol di Gerald Asamoah, ottenendo la prima vittoria dal 1977.

Nella stagione 2018-19 di Zweite Bundesliga (anche l’Amburgo aveva, nel frattempo, riscoperto l’onta della retrocessione), il derby, giocato al Volksparkstadion il 30 settembre 2018, si concluse con un pareggio per 0-0, mentre l’incontro di ritorno fu vinto per 4 – 0, in trasferta, dall’Amburgo (prima vittoria in casa del St. Pauli dal 1962). Nella stagione successiva, ancora in Zweite Bundesliga, doppia vittoria per i “Pirati”, caso abbastanza raro ma vittorie ampiamente meritate.

E se il derby di Amburgo ci racconta uno spaccato di storia delle Bundesliga, andiamo ad analizzare più da vicino il pedigree delle protagoniste.

HAMBURGER SV: DALLE STELLE DELLA CHAMPIONS ALLA MEDIOCRITA’ DELLA ZWEITE BUNDESLIGA

L’ Hamburger Sport-Verein (HSV) trae la sua origine dalla fusione di Der Hohenfelder Sportclub e Wandsbek-Marienthaler Sportclub datata 29 settembre 1887 allo scopo di fondare lo Sport-Club Germania Hamburg, di solito indicato come SC Germania. Questo fu il primo dei tre club che si fusero il 2 giugno 1919 per creare l’HSV nella sua forma attuale. L’HSV nel suo statuto del club riconosce la fondazione dell’SC Germania come propria data di origine, mentre gli altri due club della fusione del giugno 1919 erano l’Hamburger FC fondato nel 1888 e l’FC Falke Eppendorf fondato, a sua volta, nel 1906.

L’SC Germania fu formato originariamente come un club di atletica e non iniziò a giocare a calcio fino al 1891, quando alcuni inglesi si unirono al club e ne introdussero la pratica.

L’Hamburger SC 1888 fu fondato da studenti il 1° giugno 1888. In seguito, ebbe legami con una squadra giovanile chiamata FC Viktoria 95 e, durante la prima guerra mondiale, fu temporaneamente conosciuta come Viktoria Hamburg 88. SC Germania e Hamburger SC 1888 furono tra gli 86 club che fondarono il Deutscher Fußball-Bund (DFB; Associazione calcistica tedesca) a Lipsia il 28 gennaio 1900. L’FC Falke fu fondato da studenti a Eppendorf il 5 marzo 1906, ma non fu mai una squadra di successo e giocò sempre nelle leghe inferiori.

Fig. 1 – Una delle prime formazioni ufficiali dell’Hamburger SV

Il neonato Hamburger SV (Fig. 1) divenne rapidamente competitivo e disputò la finale nazionale del 1922 contro il FC Nürnberg che stava giocando per il suo terzo titolo consecutivo. La partita fu annullata per oscurità dopo tre ore e dieci minuti di gioco, con il punteggio fermo sul 2-2.

Anche la rivincita andò ai tempi supplementari, e in un’epoca che non permetteva sostituzioni, quella partita fu annullata sul 2-2 quando il Norimberga era ridotto a soli sette giocatori (due erano infortunati, due erano stati espulsi) con l’arbitro che decise che non potevano continuare. La DFB assegnò la vittoria all’HSV ma li esortò a rifiutare il titolo in nome della buona sportività (cosa che fecero a malincuore).

Il primo successo senza riserve dell’HSV fu ottenuto nel campionato di calcio tedesco del 1923, quando vinsero il titolo nazionale contro l’Union Oberschöneweide. Non riuscirono a difendere il titolo nel 1924, perdendo la finale contro il Norimberga, ma alzarono nuovamente il trofeo nel 1928 quando sconfissero in finale l’Hertha BSC per 5-2 all’Altonaer Stadion.

Fig. 2 – Uwe Seeler in azione con la maglia dell’Amburgo

Durante il Terzo Reich, l’HSV godette di successi locali nella Gauliga Nordmark, conosciuta anche come Gauliga Hamburg, vincendo il campionato nel 1937, 1938, 1939, 1941 e 1945. Giocando nell’Oberliga Nord dopo la ripresa dei campionati professionistici nella Germania occidentale del dopoguerra nel 1947, l’HSV divenne un club regionale spaventosamente dominante. In 16 stagioni, dal 1947-1948 al 1962-63, vinse il titolo dell’Oberliga per 15 volte, ottenendo solo un inusuale 11° posto nel 1953-54. Nel 1953 debuttò il capocannoniere di tutti i tempi del club, Uwe Seeler che, nel corso di nove stagioni segnò 267 gol in 237 partite di Oberliga (Fig. 2)

I titoli nazionali, tuttavia, furono più difficili da ottenere. Nel 1956, l’HSV raggiunse la finale della DFB-Pokal (la Coppa di Germania) ma fu sconfitto dal Karlsruher SC, una sconfitta alla quale si sommarono quelle nelle finali del campionato nazionale contro il Borussia Dortmund nel 1957 e lo Schalke 04 nel 1958.

Nel 1960 l’HSV divenne campione di Germania per la prima volta dal 1928, sconfiggendo il FC Köln 3-2 nella finale del campionato. Seeler, autore di due reti in finale, fu nominato calciatore dell’anno della Germania Ovest (Fig. 3)

Fig. 3 – La seconda rete di Seeler nella finale del 1960 contro il Colonia

Come campioni nazionali, l’HSV rappresentò la Germania Ovest nella Coppa dei Campioni 1960-61. La prima partita in assoluto del club nella competizione europea fu una sconfitta 5-0 del club svizzero Young Boys a Berna, risultato ribaltato nella gara di ritorno in Germania. Nei quarti di finale, l’HSV eliminò i campioni inglesi del Burnley prima di essere eliminato dal Barcellona in semifinale in una partita di spareggio. La folla di 77.600 persone al Volksparkstadion per la gara d’andata contro il Barcellona rimane il record di presenze per una partita casalinga dell’HSV.

Qualche anno dopo, in seguito all’istituzione della Bundesliga, l’HSV fu uno dei 16 club invitati a partecipare a quella prima stagione ed è stato l’unico club di Bundesliga ad aver giocato ininterrottamente nella massima serie – senza mai essere retrocesso – da quando il campionato è stato formato nel 1963, fino alla retrocessione avvenuta al termine della stagione 2017-18. Anche per questo motivo, la Bundesliga ha celebrato il suo 40° anniversario il 24 agosto 2004 con una partita tra i “Dinosauri”ed il Bayern Monaco, la squadra di maggior successo del calcio tedesco.

Nell’agosto 1963, l’HSV sconfisse il Borussia Dortmund per 3-0 al Niedersachsenstadion di Hannover per vincere la prima DFB-Pokal del club.

Fig. 4 – Un’immagine della vittoriosa finale della Coppa di Germania (DFB Pokal) del 1963

Nello stesso mese, il club giocò la sua prima partita in Bundesliga, pareggiando 1-1 con il Preußen Münster. L’HSV terminò la prima stagione della Bundesliga al sesto posto, con Uwe Seeler che segnò 30 gol per assicurarsi il Torjägerkanone, ossia il titolo di capocannoniere che si aggiunse a quello dicalciatore dell’anno per la seconda volta nel corso della sua carriera. La vittoria della DFB-Pokal permise all’HSV di giocare la Coppa delle Coppe 1963-64, dove raggiunse i quarti di finale, cadendo contro il Lione.

Nel 1967, l’HSV raggiunse nuovamente la finale della DFB-Pokal dove fu sconfitto per 4-0 dal Bayern Monaco ma fu ammesso alla Coppa delle Coppe della stagione successiva (il Bayern andò a disputare la Coppa dei Campioni), dove perse in finale contro il Milan.

Nel 1970 Seeler fu nominato calciatore dell’anno per la terza volta e si ritirò alla fine della stagione 1971-72 davanti a 72.000 tifosi al Volksparkstadion, chiudendo la carriera con 137 gol in 239 partite di Bundesliga e 507 gol in 587 presenze in tutte le competizioni.

Nel 1973, l’HSV vinse la prima edizione della DFB-Ligapokal (la Coppa di Lega tedesca), battendo in finale il Borussia Mönchengladbach per 4-0, mentre un anno dopo raggiunse la finale della DFB-Pokal, dove fu sconfitto dall’Eintracht Francoforte. Nel 1976, l’HSV raggiunse un’altra finale della DFB-Pokal, battendo il Kaiserslautern per 2-0 e vincendo il trofeo per la seconda volta nella storia del club.

L’anno successivo, l’HSV ottenne il suo primo successo internazionale con una vittoria per 2-0 sull’Anderlecht nella finale della Coppa delle Coppe 1976-77 assicurandosi, nella stagione successiva, le prestazioni del fuoriclasse inglese Kevin Keegan acquistato dai campioni d’Europa del Liverpool. Dopo aver trascorso gran parte del decennio precedente a metà classifica, l’HSV aveva raggiunto la sua migliore posizione in Bundesliga nel 1975-76 con un secondo posto finale. La prima stagione di Keegan al club vide la squadra scivolare ad un deludente decimo posto anche se il giocatore stesso fu nominato calciatore europeo dell’anno.

Nel 1978, Branko Zebec fu nominato allenatore dell’HSV; la scelta si rivelò decisamente indovinata in quanto il tecnico slavo condusse il club al primo titolo della Bundesliga nella sua prima stagione in carica, mentre Keegan fu premiato con il Pallone d’oro per il secondo anno consecutivo.

Nella stagione 1979-80, l’HSV tornò a partecipare alla Coppa dei Campioni per la prima volta dal 1960-61. Come era successo 19 anni prima, l’HSV arrivò in semifinale in maniera discretamente agevole ma si trovò ad affrontare il colosso Real Madrid. Dopo aver perso l’andata allo stadio Santiago Bernabéu per 2-0, l’HSV ribaltò il risultato al Volksparkstadion sconfiggendo le “merengues” per 5 – 1 e si qualificò per la finale in programma proprio al Bernabeu dove fu, però, sconfitto per 1 – 0 dal Nottingham Forest. Altra cocente delusione in Bundeslig dove l’HSV non riuscì a difendere il titolo per soli due punti, finendo al secondo posto dietro i campioni del Bayern Monaco.

Nel dicembre 1980, l’HSV licenziò Zebec, alle prese con un problema di alcolismo ma il suo assistente, Aleksandar Ristić, riuscì a condurre in porto la stagione concludendola con un ottimo secondo posto in campionato

Al termine della travagliata (dal punto di vista della guida tecnica) stagione 1980/81, il guru austriaco Ernst Happel (Fig. 5) fu chiamato ad allenare il club ottenendo risultati immediati come la riconquista del titolo di campione di Germania e la finale di Coppa UEFA nella quale fu, purtroppo, sconfitto dagli svedesi dell’ IFK Göteborg.

Fig. 5 – Ernst Happel, il tecnico più vincente nella storia dell’Amburgo (Bundesliga nel 1982 e nel 1983, Coppa di Germania nel 1987 e Coppa dei Campioni nel 1983)
Fig. 6 – La rete di Magath che decise la finale di Coppa dei Campioni del 1983 contro la Juventus

Un terzo Meisterschale seguì alla fine della stagione 1982-83, dopo una lotta serrata con gli acerrimi rivali del Werder Brema sconfitti solo grazie alla differenza reti. Lo stesso anno, inoltre, l’HSV conquistò il suo più grande successo di sempre, sconfiggendo la Juventus per 1-0 (rete di Felix Magath) nella finale di Coppa dei Campioni (Fig.6).

Il titolo di campione d’Europa diede il diritto di affrontare il Gremio, vincitore della Copa Libertadores, nella finale di Coppa Intercontinentale a Tokyo nel dicembre 1983: purtroppo per gli anseatici, la fortuna arrise ai brasiliani che si imposero per 1 – 0 con una rete segnata al 3° minuto del primo tempo supplementare dal futuro romanista Renato Portaluppi che già aveva portato in vantaggio la sua squadra nei tempi regolamentari (pareggio per l’Amburgo ad opera di Schroder). La sfortuna accompagnò ancora i Dinosauri in Bundesliga dove il titolo fu perso solo per la peggiore differenza reti rispetto allo Stoccarda

Sia il 1984-85 che il 1985-86 furono stagioni deludenti per l’HSV, con il club che finì rispettivamente quinto e settimo. Nel 1986, il centrocampista Felix Magath, che aveva giocato per il club per dieci anni e segnato il gol vincente nella finale di Coppa Europa del 1983, si ritirò dal calcio professionistico.

Nel 1986-87 l’HSV arrivò secondo in Bundesliga e vinse una quarta DFB-Pokal, battendo lo Stuttgarter Kickers per 3-1 in finale all’Olympiastadion di Berlino Ovest. Dopo questo successo, Ernst Happel lasciò il club per tornare in Austria, rimanendo nella storia per essere stato l’allenatore di maggior successo dell’HSV con due titoli in Bundesliga, una DFB-Pokal e una Coppa dei Campioni.

Nei primi anni ’90 l’HSV si trovò in difficoltà finanziarie costringendo la dirigenza a vendere il pezzo pregiato della rosa, il centrocampista offensivo Thomas Doll, alla Lazio per la cifra record di 16 milioni di marchi tedeschi.

Nell’ottobre 1995, Felix Magath tornò all’HSV per diventare l’allenatore del club mentre il mese successivo Uwe Seeler tornò anche come presidente del club. Sotto la nuova guida tecnica e manageriale, l’HSV finì quinto in Bundesliga, assicurandosi la qualificazione europea per la prima volta in sei anni. La stagione successiva l’HSV raggiunse le semifinali della DFB-Pokal. Nel maggio 1997, tuttavia, Magath fu licenziato dopo una sconfitta per 4-0 contro il Colonia che navigava nelle parti basse della classifica.

Nel 1997, l’HSV nominò Frank Pagelsdorf, che avrebbe allenato la squadra per oltre quattro anni, diventando così l’allenatore più longevo dopo Ernst Happel. Un nono posto finale nel 1997-98 fu seguito dal settimo nel 1998-99 e dal terzo nel 1999-2000, il miglior rendimento della squadra dal 1986-87.

Nel 2000-01 l’HSV partecipò per la prima volta alla UEFA Champions League La prima partita fu uno straordinario pareggio per 4-4 contro la Juventus, con Anthony Yeboah che segnò il primo gol del club nella nuova competizione europea. Sebbene l’HSV non riuscì a qualificarsi per il secondo turno, riuscì a ottenere una storica vittoria per 3-1 sulla Juve nella gara di ritorno allo Stadio delle Alpi.

Nel luglio 2003 l’HSV vinse il suo primo trofeo in 16 anni battendo per 4-2 il Borussia Dortmund nella finale di Coppa di Germania

Nell’agosto 2004, l’HSV fu sconfitto nei primi turni della DFB-Pokal dall’SC Paderborn, squadra del campionato regionale. La partita fece da detonatore ad uno degli scandali più chiacchierati della storia recente del calcio tedesco (e non solo) quando si scoprì che l’arbitro Robert Hoyzer aveva accettato denaro da un sindacato croato del gioco d’azzardo per truccare la partita ed assegnando due rigori al Paderborn in aggiunta all’espulsione (gratuita) di Émile Mpenza.

Un altro terzo posto conseguito al termine del campionato 2005/06 garantì la qualificazione, per la seconda volta, alla Champions League anche se il risultato fu lo stesso della precedente partecipazione (ultimo posto nel girone). Nel frattempo, in campionato, la squadra si trovava al 17º al momento dell’interruzione per la pausa invernale, il che portò al licenziamento dell’allenatore Thomas Doll sostituito da Huub Stevens, il quale riuscì a condurre l’HSV alla qualificazione in Coppa UEFA grazie al settimo posto finale, nonché alla vittoria in Coppa Intertoto.

La stagione successiva, Stevens condusse la squadra al quarto posto in Bundesliga prima di lasciare per assumere la guida dei campioni olandesi del PSV Eindhoven. Fu sostituito da Martin Jol, che portò l’HSV alle semifinali sia della Coppa UEFA 2008/09 che della DFB-Pokal 2008/09, entrambe perse contro il Werder Brema. Nell’estate del 2009, dopo una sola stagione, Jol partì per diventare allenatore dell’Ajax sostituito da un ex attaccante dell’HSV, Bruno Labbadia che riuscì a raggiungere le semifinali di Coppa UEFA ma non potè evitare l’esonero dopo la sconfitta contro il Fulham

Il 13 ottobre 2011, Thorsten Fink fu nominato allenatore con la squadra in zona retrocessione dopo aver perso sei delle otto partite iniziali. Nelle prime nove partite sotto la guida di Fink l’HSV rimase imbattuto, arrivando alla pausa invernale al 13º posto. La squadra alla fine chiuse in 15ª posizione, evitando la prima retrocessione di sempre per cinque punti.

Fink fu sostituito il 25 settembre 2013 da Bert van Marwijk,[31] che nella stessa stagione fu sostituito da Mirko Slomka il 17 febbraio 2014. Sotto Slomka, il club evitò nuovamente per un pelo la sua prima retrocessione di sempre dalla Bundesliga nel maggio 2014 sconfiggendo il Greuther Fürth per la regola dei gol in trasferta in una gara di spareggio retrocessione

Alla fine nella stagione successiva l’Amburgo cambiò ancora una volta manager a causa di un cattivo inizio di stagione licenziando Slomka il 15 settembre. Il suo successore Josef Zinnbauer tenne il posto fino al 22 marzo e fu sostituito dall’allenatore ad interim Peter Knäbel. che alla fine fu sostituito dal rientrante Bruno Labbadia, il quale riuscì a salvare il club a fine stagione nello spareggio retrocessione per il secondo anno consecutivo contro il Karlsruher SC.

Ma anche questa volta il ruolo di guida tecnica non portò bene a Labbadia che ottenne la miseria di due punti nelle prime dieci partite della stagione 2016/17 con conseguente licenziamento e sostituzione con Markus Gisdol il quale, dopo un balbettante inizio di stagione, riuscì ad ottenere 20 punti in 9 partite dalla 19ª alla 28ª giornata di campionato, riuscendo a salvarsi senza ricorrere agli spareggi.

La stagione 2017/18, iniziata con una cocente sconfitta per 3-1 (e relativa eliminazione) al primo turno della DFB-Pokal contro il VfL Osnabrück, squadra di terza divisione, vide l’HSV iniziare l’avventura in Bundesliga con due vittorie contro FC Augsburg ed FC Köln, successi purtroppo seguiti da una striscia di otto incontri senza gloria alcuna. Dopo ulteriori due sconfitte nelle prime due partite del girone di ritorno, l’allenatore Markus Gisdol fu licenziato e rimpiazzato da Bernd Hollerbach.

Dopo sette partite senza una vittoria ed una sconfitta per 6-0 contro il Bayern Monaco, anche quest’ultimo fu allontanato. Nel frattempo, alle delusioni sul campo si accompagnarono importanti avvicendamenti societari con il licenziamento del CEO Heribert Bruchhagen e la nomina di Frank Wettstein al suo posto; quest’ultimo, appena insediato, licenziò il Direttore Sportivo Jens Todt assumendo l’ex stella dell’HSV Thomas von Heesen come consulente sportivo fino alla fine della stagione. Per le ultime otto partite della Bundesliga 2017/18, il club promosse l’allenatore della seconda squadra dell’Hamburger SV: Christian Titz il quale, grazie a 4 vittorie ed uno stile di gioco offensivo, convinse il club a proporre un contratto di 2 anni.

Dopo la disastrosa stagione nella Bundesliga 2017/18 con l’avvicendamento di tre diversi allenatori, una vittoria all’ultima giornata contro il Borussia Mönchengladbach non fu sufficiente per sfuggire alla retrocessione dopo che il Wolfsburg vinse contro il Köln per 4-1, la prima retrocessione in 55 anni di vita.

Dopo la retrocessione Christian Titz fu licenziato nell’ottobre 2018, sostituito da Hannes Wolf. L’Amburgo non riuscì a riconquistare un posto in Bundesliga e non riuscì a raggiungere i playoff per un punto di differenza con l’Union Berlino. Nel mentre, la squadra è riuscita a raggiungere le semifinali della DFB-Pokal 2018/19, prima di essere sconfitta dal RB Lipsia 1-3 in casa.

Per la stagione 2019/20, Wolf fu sostituito da Dieter Hecking ma il cambio non fu sinonimo di promozione; ancora una volta l’HSV non riuscì a tornare in Bundesliga per un solo punto, venendo, nel frattempo, eliminato dallo Stoccarda al secondo turno della Coppa di Germania.

Mancando nuovamente la promozione, il contratto di Hecking non è stato prolungato. Per la stagione 2020-21, Daniel Thioune è stato ingaggiato come nuovo capo. Nella finestra di trasferimento estiva, diversi giocatori hanno lasciato il club alla fine del loro prestito o del loro contratto. In particolare, il club ha acquistato Simon Terodde, Moritz Heyer, Toni Leistner e Sven Ulreich per rinforzare la squadra con giocatori esperti. Inoltre, Tim Leibold è diventato il nuovo capitano della squadra come successore di Aaron Hunt. La stagione è iniziata con una sconfitta per 1-4 al primo turno ad eliminazione diretta nella DFB-Pokal contro la Dynamo Dresden, club di terza dvisione.

Nonostante questa deludente sconfitta, l’HSV ha iniziato bene la stagione e ha vinto le prime 5 partite. Dopo una successiva striscia senza vittorie di 5 partite, di cui 3 perse di fila, la squadra si è risvegliata di nuovo a partire dall’ 11ª giornata e non ha subito sconfitte fino alla pausa invernale. La prima metà della stagione, terminata a gennaio a causa dell’inizio tardivo della stagione, si concluse con 36 punti con l’HSV primo in classifica. Nella seconda metà della stagione l’HSV è purtroppo controllato come nei due anni precedenti. Dalla 20ª giornata in poi, l’HSV è rimasto all’asciutto di vittorie per 5 partite.

Dopo 2 successi, seguì un’altra serie senza vittorie di 5 partite dalla 27ª alla 31°giornata. Ma, l’aver dilapidato un vantaggio di tre reti contro l’Hannover 96, nonché una sconfitta con il fanalino di coda SV Sandhausen, costò molto caro a Thioune, esonerato all’inizio di maggio 2021 e sostituito dal responsabile dell’accademia Horst Hrubesch per le ultime tre partite della stagione che hanno, però, certificato la permanenza in Zweite Bundesliga anche per la stagione 2021/22

L’Hamburger SV gioca le sue partite casalinghe nel Volksparkstadion (Fig. 7), precedentemente noto come Imtech Arena tra il 2010 e il 2015. Costruito sul sito del Volksparkstadion originale, aperto nel 1953, lo stadio attuale è stato inaugurato nel 2000, e ha una capacità totale di 57.000 spettatori (47.000 posti a sedere e 10.000 in piedi). Il primo Volksparkstadion era stato sede della Coppa del Mondo del 1974 e dei Campionati Europei del 1988. Il nuovo stadio è stato sede di quattro partite dei gironi e di un quarto di finale della Coppa del Mondo 2006, ospitata dalla Germania (durante l’evento era conosciuto come FIFA World Cup Stadium Hamburg) ma anche la sede della finale di UEFA Europa League del 2010.

Fig. 7 – Il Volksparkstadion, tana dell’Hamburger SV

ST. PAULI: I CUGINI RUMOROSI E GUASTAFESTE

St. Pauli è il nome di un quartiere della città di Amburgo situato sulla riva destra del fiume Elba, confinante con il Landungsbrücken, spicchio settentrionale del porto di Amburgo. E’ un sobborgo che deve la sua fama al quartiere a luci rosse tra i più conosciuti al mondo intorno alla zona iconica di Reeperbahn e conta più di 22.595 residenti, quasi una città nella città.

Il club iniziò la sua esistenza nel 1899 come gruppo sciolto ed informale di appassionati di calcio all’interno del Hamburg-St.Pauli Turn-Verein 1862. Questo gruppo non giocò la sua prima partita fino al 1907, quando affrontò una squadra simile assemblata dal locale club di nuoto Aegir. Ufficialmente istituito il 15 maggio 1910, il club ha giocato come St. Pauli TV nella Kreisliga Groß-Hamburg (Alsterkreis) fino al 1924, per poi cominciare a partecipare alle competizioni nazionali come St. Pauli. La squadra fece la sua prima apparizione nel 1934 nella Gauliga Nordmark, una delle 16 divisioni di primo livello create nella riorganizzazione del calcio tedesco che ebbe luogo sotto il Terzo Reich. Furono immediatamente retrocessi, ma tornarono nella massima serie nel 1936. Retrocesso di nuovo nel 1940, il St. Pauli riapparve nella Gauliga Hamburg nel 1942, e vi giocò fino alla fine della Seconda guerra mondiale.

Dopo la guerra, il club riprese a giocare nell’Oberliga Nord nel 1947. Un secondo posto nella stagione 1947-48 portò il St. Pauli alla sua prima apparizione nei gironi del campionato nazionale. Il club avanzò fino alle semifinali, dove fu eliminato per 2-3 dai campioni in carica del FC Nürnberg. Il club continuò a giocare un buon calcio per tutti i primi anni ’50, ma non fu mai in grado di insidiare i rivali cittadini dell’Hamburger SV, finendo al secondo posto in cinque delle sette stagioni successive, e venendo eliminato nei primi turni in ognuna delle loro apparizioni nel campionato dal 1949 al 1951. Alla fine degli anni ’50 e nei primi anni ’60, il St. Pauli fu superato, in termini di risultati sportivi, da rivali come il Werder Brema e il VfL Osnabrück, ma finì quarto diverse volte.

Nel 1963, anno di fondazione della Bundesliga, l’Hamburger SV, il Werder Brema e l’Eintracht Braunschweig si unirono al nuovo circuito come primi classificati dell’Oberliga Nord, mentre l’FC St. Pauli si ritrovò nel secondo livello della Regionalliga Nord. Quell’anno il club mise sotto contratto Guy Acolatse, che divenne il primo calciatore professionista nero a giocare in Germania (Fig. 8)

Fig. 8 – Guy Acolatse in azione con la maglia del St. Pauli

Seguì quasi un decennio e mezzo di frustrazione. Il St. Pauli vinse la sua divisione nel 1964, ma finì in fondo al suo gruppo nel turno di spareggio per la promozione. Il successivo titolo della Regionalliga Nord fu conquistato nel 1966 e, anche se nei play-off si comportarono molto meglio, non riuscirono comunque a passare in serie A, perdendo contro il Rot-Weiss Essen per differenza reti, avendo subito due gol in più. I campionati di divisione nel 1972 e nel 1973, e i secondi posti nel 1971 e nel 1974, furono seguiti dalla delusione dei play-off per la promozione.

Il successo della Bundesliga, e la crescita del calcio professionistico nella Germania Ovest, portò alla formazione della 2. Bundesliga nel 1974. Il St. Pauli fece parte del nuovo circuito professionale di secondo livello della 2. Bundesliga Nord e nel 1977, finalmente, avanzò nella massima serie come vincitore della sua divisione. La squadra sopravvisse solo una stagione al livello più alto della Bundesliga ma si tolse la soddisfazione di vincere in casa dei rivali dell’HSV (Fig. 9)

Fig. 9 – La gioia dei due marcatori del St Pauli (Gerber e Kulka) nel derby contro l’HSV all’esordio in Bundesliga

Anche il ritorno del club nella 2. Bundesliga Nord fu di breve durata. Sull’orlo della bancarotta nel 1979, gli fu negata la licenza per la stagione successiva e furono mandati nella Oberliga Nord (III). Le forti prestazioni che portarono la squadra in cima a quella divisione nel 1981 e nel 1983 furono rovinate dalla scarsa salute finanziaria.

Nel 1984, il club si era ripreso a sufficienza per tornare in 2. Bundesliga, superando la squadra dilettantistica del Werder Brema che, pur finendo due punti davanti al St. Pauli, non aveva diritto alla promozione.

Fu a metà degli anni ’80 che iniziò la transizione del St. Pauli da club tradizionale standard a club “Kult”. Il club fu anche in grado di volgere a suo vantaggio la posizione del suo terreno nella zona portuale della città, vicino alla famosa Reeperbahn di Amburgo – centro della vita notturna della città e del suo quartiere a luci rosse. Una scena alternativa di tifosi emerse lentamente, costruita intorno alla politica di sinistra, all’attivismo sociale e all’atmosfera di evento e di festa delle partite del club. I sostenitori adottarono il teschio e le ossa incrociate come loro emblema non ufficiale (Fig. 10).

Fig. 10 – Lo stemma adottato dai tifosi del St. Pauli

Il St. Pauli divenne la prima squadra in Germania a vietare ufficialmente le attività e i display nazionalisti di destra nel suo stadio in un’epoca in cui il teppismo calcistico di ispirazione fascista minacciava il gioco in tutta Europa.[14] Nel 1981, la squadra aveva una media di piccole folle di soli 1.600 spettatori, ma alla fine degli anni ’90 spesso faceva il tutto esaurito nel suo stadio da 20.000 posti. Il simbolo del teschio e delle ossa incrociate è sempre stato associato a St Pauli (il quartiere della città) in un modo o nell’altro. La città di Amburgo appoggiò in tutti i modi il più famoso pirata tedesco, Klaus Störtebeker, e il simbolo era stato utilizzato dagli squatters degli anni 1980 a Hafenstraße. Tuttavia, colui a cui va riconosciuto il merito di aver finalmente portato il simbolo sugli spalti del Millerntor Stadium (Fig. 11) è probabilmente Doc Mabuse, il cantante di una band punk di Amburgo. Come narra la leggenda, egli afferrò per la prima volta la bandiera da una bancarella mentre passava ubriaco per il Dom mentre si recava allo stadio

Fig. 11 – Il Millerntor Stadium, casa dei “Pirati”

Nei primi anni ’90, i media in Germania iniziarono a riconoscere l’immagine Kult del club, concentrandosi sulla componente punk della tifoseria nelle trasmissioni televisive delle partite. A questo punto, i media iniziarono anche a stabilire soprannomi come “Freibeuter der Liga” (“Buccaneers of the League”) così come il satirico “das Freudenhaus der Liga” (“Brothel of the League”, letteralmente “Casa della gioia”).

Il St. Pauli entrò e uscì dalla Bundesliga nel corso della successiva dozzina d’anni: il club retrocesse per un pelo nell’Oberliga nella stagione 1984-85, ma vinse il campionato 1985-86 e tornò in 2. Bundesliga. Seguirono due anni sempre più forti, con conseguente promozione e tre stagioni in Bundesliga, dal 1988 al 1991. Seguirono quattro stagioni in 2. Bundesliga, e poi altre due in Bundesliga dal 1995 al 1997, prima di un altro ritorno in 2. Bundesliga.

Fino al 2010, l’ultima apparizione del club nella massima serie era stata sola stagione nel 2001/02, condita da una vittoria contro il Bayern Monaco (Fig. 12), i campioni in carica della Coppa Intercontinentale; la vittoria portò i tifosi a celebrarla con la popolare maglietta “Weltpokalsiegerbesieger” (“Campioni del mondo per club”).

Fig. 12 – Un’immagine di gioco del vittorioso incontro contro i campioni del mondo del Bayern Monaco nella stagione 2001/02

Tuttavia, la squadra finì ultima in campionato, in parte perché la dirigenza non si fidò della squadra che aveva sorprendentemente vinto la promozione nel 2001, ma piuttosto spese i soldi aggiuntivi provenienti dai contratti televisivi della Bundesliga e dalla pubblicità in giocatori costosi ma deludenti. Dopo la retrocessione in Zweite Bundesliga, rimase solo uno scheletro della squadra che aveva contribuito alla precedente promozione del 2001. La stagione 2002/03 finì nel caos, con la squadra che lottava invano contro la retrocession, allenatori che arrivavano e partivano e società alle prese con diversi problemi di carattere finanziario.

Con il club quasi in bancarotta e la meno redditizia Regionaliga Nord (III) incombente, la società iniziò le sue attività di raccolta fondi, la cosiddetta “Retteraktion”. Furono stampate magliette con lo stemma del club circondato dalla parola Retter (“soccorritore/salvatore”) e più di 140.000 furono vendute in sei settimane. Fu anche organizzata una lucrosa partita di beneficenza, contro il Bayern Monaco, per raccogliere fondi per salvare il club.

Il St. Pauli è stato anche attivo dal punto di vista delle attività benefiche e nel 2005 il club, la squadra e i tifosi hanno iniziato la campagna Viva con Agua de Sankt Pauli, che tuttora raccoglie fondi per distributori d’acqua per le scuole a Cuba e in Ruanda.

Durante la stagione 2005/06, la squadra ha ottenuto un successo senza precedenti nella DFB-Pokal, con vittorie su Burghausen, VfL Bochum e, soprattutto, Hertha BSC e, Werder Bremen. La vittoria per 3-1 sul Werder, in particolare, di fronte al tutto esaurito del Millerntor e la successiva qualificazione alla semifinale della Coppa di Germania hanno fruttato al club circa 1 milione di euro in denaro per la TV e le sponsorizzazioni, salvando il club dalla rovina finanziaria immediata (Fig. 13)

Fig. 13 – La vittoria del St. Pauli contro il Werder Brema nei quarti di finale di Coppa di Germania della stagione 2005/2006

L’avventura terminò nella semifinale del 12 aprile del 2006 quando il Bayern Monaco, si impose per 3-0 con un gol di Owen Hargreaves e due di Claudio Pizarro.

Al termine del campionato 2006/07, la squadra fu nuovamente promossa in Zweite Bundesliga. Dopo aver sconfitto in finale di playoff il Greuther Fürth nella stagione 2009/10, la squadra si è assicurata la promozione nuovamente in Bundesliga per la stagione 2010/11. Il 16 febbraio 2011, e per la prima volta dal 1977, il St Pauli ha sconfitto gli acerrimi rivali dell’Hamburger SV in trasferta al Volksparkstadion grazie a un gol di Gerald Asamoah.

Fig. 14 – I giocatori del St. Pauli in festa dopo la vittoria esterna nel derby contro l’Amburgo nella stagione 2010/11

La squadra, tuttavia, terminò la stagione all’ultimo posto, con conseguente retrocessione in Zweite Bundesliga non riuscendo, a tutt’ora, a rientrare nel calcio tedesco che conta.

IL SUBBUTEO

Come facilmente intuibile dalle righe precedenti, è possibile affermare come il derby di Amburgo sia tutt’altro che una partita di seconda fascia ma cosa succede in ambito subbuteistico?

Partendo, come sempre, dal catalogo HW, l’Amburgo è ben presente con una ref molto ben realizzata e dal valore tutt’altro che trascurabile; stiamo parlando della ref 210 (Fig. 15)

Fig. 15 – La ref 210 HW

La ref HW dedicata all’Amburgo prende spunto dalla divisa anni ’70 – ’80 con maglia rosa con bordi e colletto blu, calzoncini blu e calzettoni blu con bordi bianchi. L’accoppiata base inner è solitamente come appare in foto, ossia nero/bianca ma si possono trovare anche altre combinazioni.

Nel catalogo delle LW, oltre ad essere presente con la stessa ref 210 di quello HW (con design della miniatura assolutamente identico), abbiamo anche la ref 489 (Fig. 16) nella quale prevale il bianco – rosso degli anni ’90 con calzettoni di colore celeste

Fig. 16 – La ref 489 LW

Per quanto concerne il St. Pauli, abbiamo una bellissima e rarissima ref HW, la numero 129 (Fig. 17) nella quale la miniatura si presenta con maglia bianca corredata da due strisce verticali, nera e rossa (dall’interno verso l’esterno), nella parte sinistra, calzoncino bianco, calzettoni bianchi con bordi rossi ed accoppiata base/inner di colore bianco/rosso

Fig. 17 – La ref 129 HW dedicata al St. Pauli

In ambito LW (Fig. 18), si parla sempre di ref 129 con miniatura uguale alla versione HW ma con base ed inner solitamente di colore bianco omogeneo

Fig. 18 – La ref 129 LW

Siamo giunti alla fine di questo capitolo dedicato ad una città del profondo nord della Germania che ospita due squadre di club molto “calde”, soprattutto dal punto di vista delle tifoserie, meno dal punto di vista tecnico, soprattutto per quanto riguarda il recente passato e la stretta attualità. Torneranno i fasti degli anni ’80? Vedremo cosa succederà sul campo ma, nel frattempo, noi possiamo giocare la sfida sui panni verdi di Sir Peter Hamton.

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