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C’E’ VITA (CALCISTICA) A EST DEI PAESI BASSI

Siamo nel Gelderland, provincia dei Paesi Bassi situata nella zona centrale ma spostata verso est che conta una superficie totale di 5.136 km2, la più grande dei Paesi Bassi stessi.  confinante con altre sei province (Flevoland, Limburgo, Brabante settentrionale, Overijssel, Olanda meridionale e Utrecht) e con lo stato tedesco della Renania Settentrionale-Vestfalia. Il capoluogo della suddetta provincia è Arnhem, con Nijmegen e Apeldoorn municipalità di discreto rilievo in termini di densità di popolazione.

Storicamente, la provincia risale agli stati del Sacro Romano Impero e prende il nome dalla vicina città tedesca di Geldern. Secondo la saga di Wichard, la città prese il nome dai Signori di Pont, che combatterono e uccisero un drago nell’878 d.C. Chiamarono la città da loro fondata con il nome del rantolo di morte del drago: “Gelre!”[7]

La contea di Guelders sorse dal possedimento francese di Hamaland nell’XI secolo intorno ai castelli situati nei pressi di Roermond e Geldern. I conti di Gelre acquisirono prima le regioni di Betuwe e Veluwe e poi, grazie ad un matrimonio combinato, anche la contea di Zutphen. Così i conti di Guelders gettarono le basi di un potere territoriale che, attraverso il controllo dei fiumi Reno, Waal, Mosa e IJssel, avrebbe giocato un ruolo importante nel tardo Medioevo. La posizione geografica del loro territorio dettò la politica estera dei conti durante i secoli successivi; essi erano impegnati, contemporaneamente, a gestire gli interessi del Sacro Romano Impero e prepararsi per l’espansione verso sud e verso ovest.

Ampliata ulteriormente dall’annessione della città imperiale di Nijmegen nel XIII secolo, la contea fu elevata a ducato nel 1339 dall’imperatore del Sacro Romano Impero Luigi IV. Dopo il 1379, il ducato fu governato da Jülich e dai conti di Egmond e Cleves. Il ducato resistette alla dominazione dei conti di Borgogna, ma Guglielmo, duca di Jülich-Cleves-Berg fu costretto a cederlo a Carlo V nel 1543.

Nel 1579, il ducato si rivoltò, insieme ai restanti territori dei Paesi Bassi, contro Filippo II di Spagna e si unì all’Unione di Utrecht. Dopo la deposizione di Filippo II, la sua sovranità fu trasferita proprio agli Stati del Gelderland. Nel 1672, la provincia fu temporaneamente occupata da Luigi XIV e, nel 1713, la parte sudorientale, compresa la capitale ducale di Geldern, passò alla Prussia. Dopo aver fatto parte della Repubblica Batava (1795-1806), del Regno d’Olanda di Luigi Bonaparte (1806-10) e dell’Impero francese (1810-13), la Gheldria divenne una provincia del Regno dei Paesi Bassi nel 1815.

La regione del Gelderland

Durante la Seconda guerra mondiale, la regione fu teatro di pesanti combattimenti tra i paracadutisti alleati, il XXX Corpo britannico ed il II SS Panzer Corps tedesco, nella battaglia di Arnhem ritagliandosi un ruolo di primo piano nei libri di storia contemporanea.

Ma, ed è questo quello che più interessa nel nostro contesto, questa regione, inoltre, si distingue, a livello calcistico, per il fatto di ospitare una delle più grandi rivalità del calcio professionistico olandese, quella tra Vitesse e NEC

VITESSE ARNHEM

Il capoluogo della regione del Gelderland è Arnhem e proprio qui è nata la principale squadra calcistica della regione, nonché uno dei più antichi club professionistici olandesi, il Vitesse Arnhem, una squadra che ha conosciuto il suo periodo migliore negli anni ’90 anche se non si è mai fregiata del titolo di campione nazionale. Nel suo palmares una vittoria in coppa d’Olanda (2017) e un terzo posto in campionato nella stagione 1997/98. Il club di Arnhem ha, però, avuto il merito di lanciare diversi calciatori che hanno poi raggiunto la fama in altri club di livello superiore, non solo olandesi: Raimond van der Gouw, Philip Cocu, Roy Makaay, Pierre van Hooijdonk, Sander Westerveld, Nikos Machlas, Mahamadou Diarra, Nemanja Matić, Wilfried Bony, Bertrand Traoré, Robin Gosens e Mason Mount.

Fondato nel 1892, il Vitesse è il secondo club professionistico più antico d’Olanda ancora in attività, alle spalle dello Sparta Rotterdam, fondato nel 1888. Volendo essere più rigorosi in termini storici, in realtà le radici del Vitesse precedono quelle dello Sparta di un anno, poichè nel 1887 un club con il nome di “Arnhemsche cricket- en voetbalvereeniging Vitesse” fu fondato da un gruppo di studenti delle scuole superiori che praticavano il loro sport preferito sulla Rijnkade, strada che si affaccia sul fiume Reno nel centro della città. Riluttanti a scegliere un nome latino o inglese per il club, poiché ritenevano queste lingue troppo elitarie, scelsero la parola francese Vitesse, che significa “velocità”.

Nel 1891 il club si sciolse perché non riuscivano più a trovare un posto adatto per giocare a cricket dopo la costruzione di un velodromo sul loro campo da gioco abituale nel parco di Klarenbeek. L’anno seguente un gruppo di studenti benestanti fece risorgere il club sportivo, questa volta con il nome di AVC (Arnhemse Voetbal en Cricketclub) Vitesse: in estate giocavano a cricket e in inverno a calcio. Alla fine del 1892, il Vitesse giocò la sua prima vera partita di calcio e nel 1894 venne sciolta la squadra di cricket. Nel 1895 e nel 1896 il Vitesse divenne campione del torneo regionale del Gelderland. Dalla fondazione del campionato nazionale di calcio olandese nel 1898 fino al 1954, il titolo fu sempre deciso da spareggi tra una manciata di club che avevano precedentemente vinto il loro campionato regionale. Il Vitesse, però, non riuscì mai ad imporsi perdendo la finale del campionato nazionale per ben sei volte (1898, 1899, 1903, 1913, 1914 e 1915).

Una foto del Vitesse 1897: In piedi da sinistra: Van Rossum, Rein Hendriks, Herman Hesselink, Roqué, Jager, Piet Hendriks, Meihuizen. Seduti da sinistra d’Arnaud Gerkens, Jacobsen, Lutjens, Willem Hesselink

Nel 1912 raggiunse per la prima volta la finale del torneo di Coppa d’Olanda perdendo in finale con l’Harlem (0-2) pur potendo contare su giocatori di primo livello come Willem Hesselink e Just Göbel, nazionali olandesi.  Due anni più tardi, siamo nel 1914, John William Sutcliffe divenne il primo allenatore straniero del club.

I giocatori del Vitesse in posa con il trofeo di vincitori del Campionato orientale del 1913

Negli anni del secondo conflitto mondiale, il Vitesse non giocò mai partite ufficiali poiché era vietato giocare all’aperto e, inoltre, la città di Arnhem riportò danni decisamente ingenti nei bombardamenti portati dall’aviazione nazista. Solo dopo la fine delle ostilità, terminata la ricostruzione dei principali edifici civili e residenziali, vennero ripristinate anche le zone dedicate alle attività sportive, tra le quali quelle dove sorgevano i terreni di gioco.

Nell’immediato dopoguerra, il club si è barcamenato tra seconda e terza divisione riuscendo a giocare in Eredivisie solo per la stagione 1971/72 per poi ritornare in Eerstedivisie l’anno dopo e rimanervi 5 stagioni grazie anche alle prestazioni del centravanti Herman Veenedaal. Dopo altre tre stagioni nel massimo campionato olandese ed ulteriori 8 tornei di seconda divisione, il Vitesse è tornato stabilmente in Eredivisie nella stagione 1989/90 in un torneo nel quale, piazzandosi in quarta posizione, riuscì a portare a casa il diritto di disputare, per la prima volta nella sua storia, una coppa europea, la Coppa UEFA. (eliminato al secondo turno dopo aver sconfitto il Derry City nel primo).

Herman Veenendaal, capocannoniere in Eredivisie nel 1974 con 23 reti.

Nel 1984 fu deciso di dividere le sezioni professionistiche ed amatoriali del club; la prima fu rinominata SBV (Stichting Betaald Voetbal – “Fondazione del calcio professionale”) Vitesse mentre la sezione amatoriale divenne “Vitesse 1892”, che durò fino allo scioglimento nel 2009. Dal 1984, Karel Aalbers fu il presidente della SBV Vitesse. L’obiettivo di Aalbers era quello di portare il Vitesse dalle posizioni di retrovia della Seconda Lega (Eerste divisie, ora Jupiler League), il campionato in cui il club cominciò a muovere i primi passi, a far parte dei primi 40 club di calcio in Europa.  Per questo motivo Aalbers sviluppò l’idea di base per la realizzazione del “Gelredome”, uno stadio con un campo scorrevole che può essere spostato al di fuori della struttura principale che lo contiene, un concetto applicato con successo, qualche anno più tardi, anche a Gelsenkirchen (in casa Schalke 04) e in Giappone (in questo modo eventi extracalcistici come i concerti possono essere tenuti senza danneggiare il manto erboso).

Il Gelredome fu aperto nel 1998 e, grazie ad un tetto che può essere aperto e chiuso, è completamente controllato dal punto di vista climatico; nella prima stagione dopo l’apertura, le presenze del Gelredome sono salite fino a 20.000 (contro le 8.000 scarse di media nel vecchio stadio).

Il club rimase finanziariamente solido grazie a notevoli profitti sul mercato dei trasferimenti: giocatori come Roy Makaay, Sander Westerveld, Nikos Machlas, Glenn Helder e Philip Cocu furono venduti per ingenti somme di denaro, anche se parzialmente rimpiazzati da altri giocatori che si sarebbero fatti successivamente notare sui palcoscenici internazionali come, ad esempio, Mahamadou Diarra e Pierre van Hooijdonk.

Negli ultimi di presidenza Aalbers, il Vitesse si piazzò sempre tra le prime 4 squadre del campionato, mantenendo, al contempo, dei conti assolutamente in regola. Dal punto di vista tecnico, inoltre, il club divenne cliente fisso della Coppa UEFA e nella stagione 1997/98, raggiungendo la terza posizione in classifica, ottenne il piazzamento migliore della sua storia.

Si trattò di un periodo storico in cui Herbert Neumann fu il manager del Vitesse per la maggior parte del tempo (1992-95 e 1998-99), ma anche un arco temporale in cui il Vitesse mise in luce alcuni elementi di primissimo piano come Nikos Machlas, il primo giocatore del Vitesse a vincere la Scarpa d’Oro Europea nel 1998 mettendo a segno 34 reti in una stagione, John van den Brom che, da centrocampista, collezionò 378 presenze condite da 110, Dejan Čurović, attaccante serbo che realizzò 41 reti in 109 presenze e, infine, la stella Roy Makaay che, in quattro stagioni, realizzò 42 gol in 109 partite tra il 1993 e il 1997.

Aalbers si dimise il 15 febbraio 2000 dopo che lo sponsor principale, Nuon, minacciò di tagliare i fondi qualora non lo avesse fatto. Nuon, come società di servizi pubblici di proprietà delle autorità locali, ebbeproblemi a spiegare il perché dei pesanti investimenti fatti sulle attività del controverso Aalbers. In un breve arco temporale, il Vitesse ha cominciato a manifestare evidenti problemi finanziari culminati con la vendita, nell’agosto del 2010, del pacchetto di maggioranza all’uomo d’affari georgiano Merab Jordania, probabilmente con la regia di Roman Abramovich, già proprietario del Chelsea. Da quel momento in poi, però, il club ha subito una vera e propria rivoluzione in termini di marketing e di strategie commerciali, diventando uno di quelli dominanti nel panorama delle Eredivisie.

La stagione 2012/13 iniziò con Fred Rutten sulla panchina dei gialloneri, un’annata conclusasi con il 4° posto in classifica ed il titolo di capocannoniere (e relativo titolo di miglior giocatore dell’Eredivisie) per Wilfried Bony, autore di 31 marcature in 30 partite. Pur avendo disputato un ottimo campionato, Rutten lasciò il club di Arnhem per essere poi sostituito, all’inizio della stagione successiva, da Peter Bosz.

Wilfried Bony, miglior giocatore di Eredivisie nella stagione 2012/2013

Sotto la guida del nuovo tecnico, per la prima volta dal 2006, il Vitesse si trovò al comando della classifica di Eredivisie nel mese di novembre per poi mantenere il ruolo di leader al termine del girone d’andata grazie anche alle prestazioni di Davy Pröpper, Christian Atsu e Bertrand Traoré. Bosz restò alla guida del Vitesse fino al termine della stagione 2015/16 (dopo aver collezionato anche un sesto, un quinto e un deludente nono posto in campionato) per poi darsi il cambio di testimone con Henk Fraser che rimarrà sempre nella storia del club per aver contribuito alla vittoria del primo trofeo del Vitesse nei suoi 125 anni di storia, la KNVB Cup (coppa d’Olanda) grazie alla vittoria in finale per 2 – 0 contro l’ AZ Alkmaar (doppietta di Ricky van Wolfswinkel.

I giocatori del Vitesse festeggiano la vittoria nella Coppa d’Olanda 2017

All’inizio della stagione 2017/18, il Vitesse venne sconfitto dal Feyenoord solo ai calci di rigore (2 – 4) dal Feyenoord, campione d’Olanda, nella finale del Johan Cruyff Shield (la Supercoppa d’Olanda) giocatosi al De Kuip. La vittoria in Coppa d’Olanda diede al Vitesse la possibilità di accedere ai gironi di Europa League ma l’avventura si concluse mestamente in un girone composto da Lazio, Nizza e Zulte Waregem.

Dopo il quinto posto del campionato 2018/19 ed il settimo di quello successivo, la stagione 2020/21 ha visto il Vitesse concludere ancora una volta al quarto posto con relativo approdo in finale di Coppa d’Olanda dopo aver eliminato il VVV – Venlo in semifinale; purtroppo è stata fatale la sconfitta contro l’Ajax per 2 – 1 che ha privato il club di Arnehm della possibilità di bissare il successo del 2016.

Dopo aver superato due turni preliminari contro Dunkalk (2 – 2 e 2 – 1) ed Anderlecht (3-3 e 2-1), il Vitesse è nuovamente approdato alla fase a gironi di Conference League ed inserito in un gruppo con Tottenham, Rennes e Mura. Classificatosi al secondo posto (diventato primo, complice anche una sconfitta a tavolino patita dagli inglesi nello scontro diretto) è approdato agli ottavi di finale della competizione dove, però, è stato eliminato dalla Roma (0 – 1 e 1 – 1).

Un’immagine della gara d’andata contro la Roma negli ottavi di finale della Conference League 2021/2022

Il club gioca le sue partite in casa allo stadio GelreDome con una capienza di 21.000 posti e pensato come impianto polifunzionale idoneo anche per ospitare concerti ed eventi di altra tipologia. È stato il primo stadio di calcio al mondo ad avere un campo retrattile e, dopo l’Amsterdam Arena, il secondo stadio in Europa ad avere un tetto scorrevole. Il campo è circondato su ogni lato da quattro tribune coperte ufficialmente conosciute come Edward Sturing Stand (Nord), Charly Bosveld Stand (Est), Theo Bos Stand (Sud) e Just Göbel Stand (Ovest). L’idea di costruire uno stadio multifunzionale, che avesse più del doppio della capacità del vecchio stadio Nieuw Monnikenhuize, venne all’ex presidente Karel Aalbers, il quale aveva avuto l’idea già alla fine degli anni ’80, ma dovette attendere fino al 1996 con la prospettiva degli imminenti campionati Euro 2000 per iniziarne finalmente la costruzione. Il GelreDome fu inaugurato due anni dopo, il 25 marzo 1998, in una partita di campionato tra Vitesse e NAC Breda (terminata 4-1 per i gialloneri di Arnhem). Tre partite internazionali della nazionale di calcio olandese sono state giocate nello stadio, la prima il 27 maggio 1998 (un’amichevole contro il Camerun terminata con una sconfitta per 1 – 0), l’ultima, giocata il 26 aprile 2000, un’altra amichevole contro la Scozia terminata a reti inviolate.

Una panoramica del GelreDome durante l’incontro di Conference League 2021/2022 contro il Tottenham Hotspur

NEC NIJMEGEN

Il NEC, club della municipalità di Nijmegen, è il principale avversario sportivo del Vitesse e, pur avendo arruolato tra le sue fila calciatori di un certo spessore, non ha mai vinto alcun trofeo nazionale ovvero internazionale, limitandosi a raggiungere per ben 4 volte la finale della Coppa nazionale

La storia del NEC parte, in realtà, dalla fondazione di un club progenitore, l’Eedracht che fu costituito il 15 novembre del 1900 grazie all’idea di tre rappresentanti degli abitanti del benedenstad (città bassa), August Lodenstijn, Antoon Kuypers e Wouter de Lent. In quanto rappresentanti della classe operaia, questi ultimi, infatti, non potevano essere arruolati per il club più importante della città, il Quick 1888.

A causa delle ristrettezze economiche, l’Eendracht inizialmente giocò solo partite amichevoli contro squadre di altri sobborghi della città fino al 1903, quando fu inaugurato il campionato locale di Nijmegen; l’Eendracht , primo vincitore, fu promosso al campionato regionale della Gheldria per poi essere promosso, due anni più tardi, in seconda divisione nazionale.

Un ritaglio di giornale con la rosa del NEC nella stagione 1912/1913

Nel mese di Aprile 1910, l’Eendracht si fuse con l’NVV Nijmegen, un club formato due anni prima da ex membri del Quick 1888, per dare vita al Nijmegen Eendracht Combinatie (NEC) che giocò la sua prima partita contro il DEC di Amsterdam, un incontro chiuso a reti bianche. Dopo diverse vicissitudini che portarono il club a traslocare continuamente, agli inizi degli anni ’20 fu acquistato un terreno ad Hazenkampseweg: finalmente il club aveva una sede permanente ma, nonostante un incremento costante delle presenze allo stadio, i risultati sportivi continuarono a latitare a causa delle ripetute sconfitte negli incontri di spareggio di fine stagione. Solo al quinto tentativo, nel 1936, il NEC riuscì ad approdare alla massima serie del campionato olandese lasciandosi alle spalle il nickname di “Nooit eerste classer” (in inglese “Never first division”).

Il NEC nel 1934

Nel 1939, il NEC vinse il primo titolo orientale e lottò per il titolo nazionale in una sorta di minicampionato di spareggio con altri quattro campioni di distretto; purtroppo, Il NEC si classificò al terzo posto, dietro le squadre di Amsterdam, Ajax e DWS.

La rosa del NEC che si aggiudicò il primo titolo orientale nel 1939

Nel 1942 si completò il trasferimento al Goffertstadion, situato alla periferia di Nijmeghen, impianto in cui il NEC gioca tuttora oggi. Nel periodo post – bellico, il club vinse per due volte (1946 e 1947) il campionato orientale ma, nel momento in cui il calcio olandese passò al professionismo, il NEC non navigava in buone acque dal punto di vista finanziario, motivo per il quale si ritrovò nella divisione semi – professionistica più bassa, la Tweede Divisie

All’inizio degli anni ’60, il NEC iniziò a riprendersi dalle sue difficoltà finanziarie, grazie anche al sostegno finanziario del comune di Nijmegen a partire dal 1963. Già l’anno successivo il club fu promosso di nuovo in  Eerste Divisie (la seconda divisione), mentre tre anni dopo fu promosso per la prima volta in Eredivisie concludendo il campionato in decima posizione per rimanervi per sette stagioni consecutive grazie anche ad un vivaio dal quale uscirono giocatori del calibro di Frans Thijssen e Jan Peters.

Il NEC promosso in Eerste Divisie nel 1963 (In piedi da sinistra: Bennie Werts, Willy de Hond, Cor Smit, Paul Merkx, Henk Koning, Tiny van Reeken en trainer Jan Remmers. In ginocchio da sinistra: Pim van der Meent, Pauke Meyers, Cor Smulders, Theo van Doorneveld en Ben Zweers)

Al termine del torneo 1973/74 il NEC fu retrocesso in seconda divisione per poi tornare l’anno successivo in Eredivisie e cominciare un periodo di saliscendi tra prima e seconda divisione.

Il NEC nella stagione 1974/1975

Nel 1981, il club ricevette un ulteriore sostegno dal consiglio comunale, quando le divisioni professionistiche ed amatoriali del NEC si separarono, ma questa ulteriore iniezione di capitale non impedì il fallimento del club avvenuto nel 1987 anche se il NEC continuò ad esistere grazie al fatto che l’80% dei creditori rinunciò alle proprie spettanze.

Il nuovo presidente Henk Van de Water riuscì, però, a mettere su un consorzio di aziende sponsor per raccogliere i fondi necessari a risollevare le quotazioni del club; l’operazione riuscì e, a metà degli anni ’90, il NEC era di nuovo in orbita anche se, già nel 1995, mantenne il posto in Eredivisie per il rotto della cuffia. Un ottavo posto raggiunto al termine del campionato 1997/98, una situazione finanziaria decisamente migliorata ed una media di 10.000 spettatori rendevano bene l’idea dei progressi fatti sia a livello manageriale che tecnico.

Pur non vincendo assolutamente nulla di importante, il NEC ha raggiunto la finale della Coppa nazionale per ben quattro volte. In due occasioni partiva da outsider ma non nella finale del 1973 quando, al De Kuip di Rotterdam, cedette di fronte al NAC Breda che si impose per 2 – 0.  Nelle altre occasioni il club di Nijmegen partiva comunque da sfavorito pur brillando in almeno due occasioni: nel 1983, pur essendo stato appena retrocesso, fu sconfitto dall’Ajax per 3-1 con rete finale di Johan Cruyff alla sua ultima partita con la maglia dei lancieri, mentre nel 1994, dopo aver sconfitto l’Ajax in semifinale, fu sconfitto dal Feyenoord per 2-1.

Sicuramente più rumorosa la sconfitta nel 2000 quando fu cocente la delusione per i 20.000 tifosi in trasferta che assistettero alla sconfitta per 2-0 contro il Roda.

Nella sua pur breve esperienza europea fino a quel momento, i tifosi del NEC non possono non ricordare il confronto contro il Barcellona nella Coppa delle Coppe del 1983 dopo aver eliminato il Brann, squadra norvegese. Tra l’altro, unico caso insieme a quello rappresentato dalla partecipazione del Wigan Athletic all’Europa League 2013/2014, il NEC partecipava alla competizione da squadra di seconda divisione: dopo l’iniziale ed incredibile vantaggio di due reti per la squadra olandese (reti di Anton Janssen e Michael Mommertz), il Barcellona riuscì a ribaltare l’incontro per poi completare l’opera al Nou Camp con un perentorio 2 – 0.

L’impietoso tabellone del Camp Nou nella gara di ritorno degli ottavi di finale di Coppa della Coppe del 1983

Nel campionato 2002/03 il NEC ottenne il suo miglior piazzamento della storia concludendo il torneo in quinta posizione e scatenando la gioia dei tifosi che scesero addirittura in piazza per festeggiare un traguardo comunque storico. Dopo altri campionati anonimi, l’Eredivisie 2007/08 regalò al NEC una nuova qualificazione europea nonostante la squadra si fosse ritrovata penultima in classifica al momento della sosta invernale.

Alla ripresa, il NEC inanellò una serie di prestazioni di primo livello che condussero la squadra all’ottavo posto in classifica con relativo diritto a disputare i playoff per una qualificazione europea ed ottenuta dopo aver sconfitto Roda, Groningen e NAC Breda.

Nella successiva partecipazione in Coppa UEFA, dopo aver sconfitto la Dinamo Bucarest nel preliminare, il NEC fu ammesso a partecipare alla fase a gironi e sorteggiato con Tottenham, Udinese, Spartak Mosca e Dinamo Zagabria

Dopo una vittoria per 2-1 contro lo Spartak Mosca in Russia con un gol di Lasse Schöne, il NEC giocò la sua ultima partita a Nijmegen contro l’Udinese. Per avanzare, il NEC doveva vincere e sperare in una concatenazione di risultati favorevoli: il pari in rimonta del Tottenham sullo Spartak e le due reti di Collins John e Jhon van Beukering diedero al NEC una vittoria per 2-0 e la relativa qualificazione agli ottavi di finale dove, purtroppo, i tedeschi dell’Amburgo si rivelarono troppo forti vincendo per 3-0 in Olanda e 1-0 ad Amburgo

Dopo aver condotti campionati sostanzialmente tranquilli, al termine di quello 2013/2014 il NEC riuscì ad evitare la retrocessione diretta grazie ad un insperato pareggio per 2 – 2 (doppietta di Alireza Jahanbakhsh) all’Amsterdam Arena contro l’Ajax. Purtroppo, negli spareggi per non retrocedere, una sconfitta nel doppio confronto con lo Sparta Rotterdam, sedicesimo classificato in Eerste Divisie, pose fine a 20 anni di militanza consecutiva in Eredivisie, peraltro riconquistata dopo un solo anno per poi riperderla al termine del campionato 2016/2017 dopo lo spareggio perso contro il NAC Breda.

Dopo aver perso le semifinali di playoff per la promozione sia nella stagione 2017/2018 (contro l’FC Emmen) che in quella 2018/2019 (contro l’RKC Waalwijk), il NEC chiuse all’ottavo posto il torneo 2019/2020, un campionato caratterizzato dalla nomina di tre head – coach: Adrie Bogers, Rogier Meijer e Francois Gesthuizen. Normalmente l’ottava posizione avrebbe garantito la partecipazione ai playoff promozione ma, a causa della pandemia correlata al COVID-19, la lega decise di annullare promozioni e retrocessioni per quella particolare stagione.

La rivincita era, però, dietro l’angolo e, al termine della scorsa stagione (2020/2021), il NEC ha potuto finalmente riabbracciare l’Eredivisie dopo aver sconfitto per 2-1 il NAC Breda nella finale dello spareggio per la promozione

Un’immagine della finale playoff 2020/2021 contro il NAC Breda

Se la storia calcistica delle due compagini olandesi (soprattutto sul versante di Nijmegen) non risulta essere particolarmente densa di vittorie e conquiste, cosa succede dalle parti del Kent ?

IL SUBBUTEO

Nel catalogo HW il Vitesse non ha una ref dedicata ma rientra nel novero delle squadre che fanno capo alla ref 31 (Barnet); in effetti la ref ricalca abbastanza fedelmente la tipica casacca a strisce verticali nere su fondo giallo ed i calzettoni gialli con bordi neri

La ref 31 HW

Discorso diverso per il NEC che ha una sua ref, la numero 89, particolarmente ricercata dai collezionisti in quanto discretamente rara e con un prezzo di mercato non proprio abbordabilissimo

La ref 89 HW dedicata al NEC

La squadra appare con la tipica maglia bianca anni ’70 e la due strisce verticali rosso/verdi, calzoncini e calzettoni bianchi, accoppiata base inner di colore bianco/verde

Nell’ambito del catalogo LW, il Vitesse viene riprodotto nella ref 030, mentre il NEC ha una ref identica, eccezion fatta per le basi e l’inner (entrambi di colore bianco), alla controparte HW. Per quanto concerne il Vitesse, la ref 030 presenta una maglia simile alla controparte HW ma con pantaloncini di colore nero.

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