VALENCIENNES FOOTBALL CLUB

Siamo nel nord – est della Francia e Valenciennes è il capoluogo del circondario omonimo del dipartimento del Nord. Antica piazzaforte, attualmente smantellata, è sede vescovile, di tribunale civile e di camera di commercio.

È situata sulla Schelda, alla confluenza con la Rhônelle, nella grande e fertile pianura fiamminga ma l’abitato è poco espanso con case in gran parte di vecchia architettura.

Valenciennes è stata un centro importante per la fabbricazione di pizzi e di merletti; industria rimasta fiorentissima fino al principio del secolo XVIII e decaduta poi per la concorrenza di altri mercati francesi di produzione. L’industria tessile non è, però, scomparsa del tutto e conta tuttora notevoli manifatture di stoffe, di tele di batista, di maglierie.

La città si caratterizza anche per le sue industrie alimentari, metallurgiche, chimiche e meccaniche, installate in prevalenza sulle rive della Schelda. Più in particolare, industria e commercio devono la loro prosperità alla presenza di un ricco bacino carbonifero con una produzione annua media di 15 a 20 mila tonnellate.

La campagna che circonda l’agglomerato urbano è nota per le sue coltivazioni di barbabietole da zucchero, cotone e lino. Lo sviluppo economico-industriale ha portato a un notevole e rapido incremento demografico con la popolazione, quasi tutta accentrata nel capoluogo e nei sobborghi, passata dai 24.662 abitanti del 1872 ai 42.359 nel 1931.

La posizione geografica di Valenciennes

LA STORIA

La storia calcistica della città non è da meno anche se non è possibile parlare di un centro calcistico di primo livello, soprattutto se riferito allo stato attuale.

Il Valenciennes Football Club vide la luce il 1° novembre 1906 grazie all’idea di un gruppo di studenti delle scuole superiori, i quali riuscirono a tenere in vita il club per qualche anno, disputando alcuni incontri a livello amatoriale,  per poi essere costretti a liquidarlo, almeno fino al 1913 allorché la squadra tornò a nuova vita nel 1913 con il nome di Football Club Valenciennois grazie all’intraprendenza di un nuovo gruppo dirigente che decise di far rivivere il calcio nella città del nord della Francia.

Il club si affiliò all’Union des Société Sportives Françaises (USSF) e partecipò alla sua prima competizione ufficiale nel Campionato del Nord della USSF durante la stagione 1912-1913, torneo vinto dallo stesso Valenciennes che giocava le sue partite in maglia bianca decorata con una stella rossa.

Una formazione del Valenciennes per la stagione 1913/14

A qualche anno dalla conclusione della Prima guerra mondiale, e più precisamente in occasione dell’assemblea generale del 14 giugno 1925, Albéric Colson diventò il nuovo uomo forte del Valenciennes calcio assumendo la presidenza ed ottenendo, nel giugno del 1926, la concessione di un terreno sull’Avenue de Reims per costruire il futuro stadio della città.

Nel giugno del 1929, il Football Club Valenciennois divenne Union sportive Valenciennes-Anzin, nel tentativo di riunire, in un periodo particolarmente delicato come quello post – bellico, il maggior numero possibile di società sportive per fare dell’USVA polisportiva leader a tutto tondo.

Il 28 aprile 1929, lo stadio Avenue de Reims divenne lo Stade Nungesser, con conseguente inaugurazione davanti a 2500 persone; l’effetto fu immediato con 16 vittorie su 18 partite e il club lasciò il distretto di Escaut per unirsi alla Division Honneur B della Lega Nord nel 1930.

La rosa del Valenciennes nella stagione 1930/31

Per la stagione 1932/33 si diede inizio al primo campionato professionistico francese con 20 club fondatori ma, tra questi, non vi era l’USVA anche se il nord – est del Paese era ben rappresentato con Olympique Lille (poi campione), SC Fives ed Excelsior Roubaix.

 L’USVA si aggregò l’anno successivo al campionato di seconda divisione quando, grazie anche agli sforzi del board, furono ingaggiati due futuri nazionali francesi come Waggi ed Ignace e l’USVA, poi classificatasi al settimo posto finale (su 14 club partecipanti), esordì con una squillante vittoria interna per 4 – 0 contro il Le Havre.

Dopo un buon cammino in Coppa di Francia nella stagione successiva (con l’exploit dell’eliminazione dello Stasburgo, leader della prima divisione), fu nella stagione 1935/36 che il Valenciennes fece l’esordio nella massima serie transalpina anche se il tutto avvenne in maniera decisamente traumatica: la sconfitta per 12 – 1 sul campo del Sochaux rimane ancora oggi quella record nella storia del club. Il campionato si chiuse con l’immediata retrocessione, per differenza reti, in seconda divisione con conseguenti dimissioni del board del club guidato dal presidente Le Mithouard.

Il nuovo presidente, Etienne Turbot, decise di voltare pagina chiudendo i contratti dei giocatori stranieri e reclutando giovani promesse nazionali come Guillaume Wagner ed Ernest Libérati. La decisione portò i suoi frutti con una repentina risalita in prima divisione ma un’altrettanta rapida retrocessione in seconda divisione, posizione mantenuta negli anni immediatamente precedenti la Seconda guerra mondiale. Nell’immediato dopoguerra, la ricostituzione dei campionati portò all’esclusione del Valenciennes dalla prima serie, in favore del Lione, a causa di una delicata situazione debitoria.

Gli anni del dopoguerra furono particolarmente delicati e trascorsi sempre nel limbo della seconda divisione con il rischio di uscire addirittura fuori dal mondo del professionismo dopo un deludentissimo 17° posto in campionato.

Finanziariamente alla deriva, il club poté contare sull’appoggio del municipio che venne in suo aiuto, comprò il terreno di gioco di Nungesser, rimborsò un prestito fatto ai tifosi e mise sul piatto tre milioni di franchi dando alla squadra la spinta per giungere sesti nel campionato 1949/50.

La stagione successiva verrà ricordata per essere stata, pur nelle difficoltà, una delle migliori nella storia del club, soprattutto grazie al raggiungimento della finale di Coppa di Francia dopo aver eliminato, in successione, Lille, RC Paris e St Etienne in semifinale sotto la guida di Simon Blaczyk e Antoine Pazur.

La finale della Coppa di Francia del 1951 si svolse il 6 maggio 1951 a Colombes davanti a più di 60.000 spettatori: degli undici giocatori schierati, solo il portiere Félix Witkowski aveva giocato in una partita del genere. Il Valenciennes uscì sconfitto per 0 – 3 ad opera dello Strasburgo ma i giocatori furono accolti come eroi al loro ritorno a casa.

Il buon percorso di coppa diede slancio alla squadra che, al termine del torneo 1951/52, arrivò in terza posizione in seconda divisione qualificandosi per i playoff ma venendo, purtroppo, eliminata dall’Olympique Marsiglia impostasi per 4 – 0 in casa propria dopo essere stata sconfitta a Valenciennes per 3 – 1 nella gara d’andata.

Per il campionato successivo il club decise di affidarsi ad un tecnico a tutto tondo, tralasciando la pista deli ex – giocatori, e la scelta ricadde su Robert Domergue, il quale, dopo una prima stagione d’ambientamento (10° posto finale in classifica) ed una seconda caratterizzata dal ritorno in massa del pubblico allo stadio e dall’esplosione del centravanti olandese Petrus van Rhijn (40 reti messe a segno nella stagione 1954/55), centrò l’obiettivo della promozione in prima divisione alla terza stagione.

La promozione fu raggiunta dopo aver sconfitto per 4 – 0 il Lille nella decisiva partita di spareggio: dopo 18 anni il Valenciennes tornava nella massima serie grazie anche alle reti del solito Van Rhijn e all’esplosione dei giovani Edouard Stako e Bernard Chiarelli.

Il bomber olandese Petrus van Rhijn, miglior attaccante di D2 nel 1955 e nel 1956

La nuova avventura in prima divisione si rivelò particolarmente complicata e per due stagioni di fila la squadra riuscì a salvarsi solo nel finale (la seconda volta grazie a soli due punti di distacco sul Metz).

All’inizio della stagione 1958/59 la squadra perse due elementi di primo piano come Van Rhijn e Chiarelli ma, per fortuna, riuscì a cogliere un inaspettato 13° posto in campionato ed una tranquilla salvezza.

Nel frattempo, crebbe l’interesse del board per il settore giovanile, un interesse ben ripagato dalla crescita di diversi prodotti del vivaio come Serge Masnaghetti e Jean-Claude Piumi. Dopo un brutto inizio di stagione e l’arrivo della punta Joseph Bonnell, il Valenciennes riuscì a scalare posizioni terminando ottavo, uno dei migliori risultati di sempre.

Alla fine dell’estate del 1960, per continuare il processo di ascesa, i dirigenti del club portarono a Valenciennes un grande nome del campionato: Thadée Cisowski, il trentatreenne tre volte capocannoniere della D1.

Purtroppo, nonostante un buon impatto iniziale (con tanto di tripletta nella prima gara ufficiale con la maglia biancorossa), l’andamento della stagione fu decisamente negativo sia per il giocatore che per il club che, bando alle premesse, retrocesse al termine della stagione per poi rimanere solo un anno in D2 ed essere immediatamente promosso anche a spese di grandi club come Bordeaux e Marsiglia.

Per il ritorno in Division 1 nella stagione 1962-63, l’obiettivo era quello, innanzitutto, di mantenere lo status appena riguadagnato; in realtà, il Valenciennes inanellò una serie di ottime prestazioni con l’aggiunta della definitiva esplosione di talenti come Bonnel e Masnaghetti, convocati anche nella nazionale maggiore. Masnaghetti detiene ancora il record per il maggior numero di partite consecutive con almeno un gol segnato (17 gol in 13 partite), guadagnandosi il soprannome di “Mr. One Goal Per Game” e concludendo la stagione come capocannoniere del campionato con 35 reti all’attivo.

Il Valenciennes chiuse il torneo al 9° posto e si migliorò nella stagione seguente arrivando in 6° posizione e raggiungendo la semifinale di Coppa di Francia.

La stagione 1964/65 segnò il picco più alto mai raggiunto dal club grazie anche alla continuità del lavoro del tecnico Domergue il quale riuscì a tenere tutti i migliori giocatori portando la squadra a giocarsi il titolo quasi fino all’ultima giornata ma, proprio nel finale, una lieve flessione costò cara e il Valenciennes finì terzo alle spalle di Nantes e Bordeaux, un risultato ripetuto anche l’anno successivo, nonostante tutti i pronostici lo dessero per futuro campione.

Dopo la parziale delusione dei due terzi posti consecutivi, Domergue decise di aver fatto il suo tempo dopo aver portato il Valenciennes nell’elite del calcio transalpino ed aver lanciato un gruppo affiatato di calciatori come Louis Provelli, Wolfgang Matzky, Guy Guillon, Jean-Pierre Guinot, Joseph Magiera e Bolec Kocik

La difficile successione passò per le mani di Gaby Robert all’inizio della stagione 1966/67, una stagione iniziata malissimo (4 sconfitte consecutive), ma chiusa comunque con un onorevole settimo posto.

Nella seconda stagione con Robert alla guida tecnica, il Valenciennes dovette assistere all’addio di Bonnel (direzione Marsiglia) ma, grazie ad una difesa quasi imperforabile, chiuse in quinta posizione ad una sola lunghezza dal podio

A partire dal 1968, con Lille e Lens in D2, il Valenciennes era l’unico rappresentante del calcio del nord in D1 con una prima squadra composta, in primis, da giovani provenienti dal vivaio, i quali riuscirono comunque a garantire dei risultati discreti mantenendo la squadra nella parte sinistra della classifica. Quello che non tornava, a dispetto dei risultati tutto sommato lusinghieri, era l’affluenza dei tifosi, decisamente troppo bassa in rapporto al calcio giocato dalla squadra. La carenza di spettatori influì non poco sulle finanze del club che, nonostante l’arrivo di una discreta sponsorizzazione, andarono in decisa sofferenza andando ad impattare anche sul lato tecnico.

Durante la stagione 1969-1970, anche in conseguenza della debacle sportiva e finanziaria dei suoi “vicini” Lille e Lens, il club di Valenciennes divenne l’unico club professionistico della regione anche se esso stesso in preda ad una situazione finanziaria tutt’altro che brillante.

Nonostante fosse stata raggiunta la semifinale in Coppa di Francia, i risultati in campionato furono deludenti portando all’esonero (invocato a gran voce dalla tifoseria) di Robert, sostituito da Louis Provelli. La stagione si chiuse in maniera catastrofica con la squadra in ultima posizione e salvata solo dalla riorganizzazione dei campionati professionistici che portò all’allargamento della D1 a 20 squadre.

Nella stagione successiva grandi speranze erano riposte sul ritorno, alla guida tecnica, di Robert Domergue, autore delle ultime grandi prestazioni (con relativi podi) in campionato; anche lo stesso Domergue, però, non poteva fare miracoli in quanto la rosa, nonostante le 22 reti dell’attaccante Joseph Yegba Maya, non era certamente all’altezza della D1 con la retrocessione che si materializza nell’ultimo turno grazie ad una sconfitta per 1 – 2 sul campo della Red Star.

Dopo nove anni nella massima serie, la squadra fu retrocessa in seconda divisione, in un contesto comunque più congeniale potendo anche contare sull’apporto di giovani particolarmente interessante e dal grande futuro come Didier Six e Dominique Dropsy.

Il Valenciennes si aggiudicò il titolo della D2 ma, anche grazie al licenziamento di Domergue, sostituito dal suo assistente Jean-Pierre Destrumelle, si piazzò al 18° posto retrocedendo nuovamente in D2.

Il fortissimo centrocampista offensivo Didier Six

Ai nastri di partenza della stagione 1973-74, il club aveva un deficit di 140 milioni di franchi, il che comportò la partenza di 12 componenti della rosa.

Tuttavia, guidato dal polacco Erwin Wilczek (26 gol in campionato), il Valenciennes si è trovato a lottare con il Lille per il primo posto, sinonimo di promozione automatica. Il secondo posto finale significò la necessità di affrontare uno spareggio contro il neonato Paris Saint-Germain: dopo aver vinto per 2-1 a Nungesser, la sconfitta per 4-2 al Parc des Princes certificò la permanenza in D2 ma solo per un altro anno.

Di nuovo nella D1 nel 1975, l’obiettivo dichiarato era evitare una nuova immediata retrocessione; dopo un inizio di stagione soddisfacente, la squadra chiuse al dodicesimo posto davanti a Lille e Lens con Didier Six stabilmente convocato nella nazionale francese (tuttora l’ultimo giocatore del Valenciennes convocato in nazionale).

Nel 1977, con il Valenciennes ancora in D1, i tifosi lanciarono una sottoscrizione per ingaggiare il vincitore del Pallone d’Oro africano Roger Milla. L’attaccante camerunese fu ingaggiato dal club ma, a causa di problemi burocratici, fu costretto a giocare la sua prima stagione nella Division Honneu.

Nella stagione 1978-79, i biancorossi finirono al 18° posto ma si salvarono grazie alla mancata iscrizione del Gueugnon.

Dopo essere riuscito a mantenersi in D1 per altri 3 campionati, grazie anche all’esplosione di giovani talenti come Benoît Tihy, Francis Gillot, Philippe Piette e Nambatingue Toko (12 reti nel campionato 1979/80), al termine del torneo 1981/82 fu fatale uno spareggio con il Mulhouese (1 – 1 e 2 – 5) che riportò, stavolta per un lungo periodo di 10 anni, il Valenciennes in D2.

Il ritorno in seconda divisione fu complicato dalla partenza di molti giocatori anche sei dirigenti e allenatore (Erwin Wilczek) dichiararono esplicitamente di puntare al ritorno in prima divisione non facendo i conti con una tragica situazione finanziaria che portò alla dichiarazione di fallimento a causa di un deficit stimato in 40 milioni di franchi.

Molti giocatori, come Francis Gillot e Paul Bahoken, furono ceduti con il risultato che in rosa rimasero solo 7 calciatori con lo status di professionisti. Nonostante la situazione disastrosa, i giocatori tennero duro mancando di un nulla il piazzamento in zona play-off con il trentacinquenne attaccante polacco Włodzimierz Lubański autore di ben 28 reti.

Nella stagione 1983-84, il Valenciennes fu nuovamente costretto a vendere molti dei suoi giocatori per sopravvivere, ma la squadra, guidata da Léon Desmenez, sorprese tutti chiudendo il campionato in quinta posizione.

Il ritiro del difensore Daniel Leclercq e le numerose partenze portarono a un ringiovanimento della squadra tanto che il membro più vecchio della squadra era Hans Henriksen, con i suoi 25 anni.

La stagione 1984-85 fu segnata soprattutto dal debutto del ventunenne attaccante Jean-Pierre Papin, autore di 15 reti in campionato, ma il club si salvò solo all’ultimo respiro grazie ad un 2 – 1 casalingo sul Sedan.

La stagione successiva continuò ad essere caratterizzata da importanti problemi dal punto di vista finanziario fino a che il club fu acquistato da Jean-Louis Borloo, un giovane avvocato d’affari parigino di 35 anni, il più giovane presidente di un club professionistico francese.

Nel febbraio 1987, il Tribunal de Grande Instance di Valenciennes accetta il piano di acquisizione del club. Sul versante squisitamente sportivo, il ritorno di Didier Six diede una vera e propria boccata d’ossigeno permettendo alla squadra di chiudere il campionato in 13° posizione.

Jean – Louis Borloo, presidente del Valenciennes dal 1986 al 1991 e nel 2014

La stagione 1987-88 fu segnata dall’inaugurazione del centro di formazione di Aulnoy ma i risultati di inizio stagione non furono soddisfacenti con il conseguente licenziamento di Leclerq in favore di Victor Zvunka che riuscì a portare la squadra ad un nono posto finale.

L’arrivo di Georges Peyroche come allenatore nel 1988 ha dato alla squadra una nuova vita e al termine del torneo 1989/90, Valenciennes e Rennes si trovarono in testa al campionato all’ultima giornata della stagione con lo stesso numero di punti e la stessa differenza reti (+10). L’incontro decisivo vide l’affermazione del Rennes per 2-0 costringendo il Valenciennes alla permanenza in D2, cadetteria confermata anche un anno più tardi dopo la sconfitta nei play-off contro il Lens.  

Eletto sindaco di Valenciennes nel 1989, Borloo lasciò la presidenza dell’USVA nel 1991, sostituito da Jean-Louis Deneuville. Nell’estate del 1989 anche l’allenatore Peyroche lasciò il club, avvicendato da Francis Smerecki che riuscì a riportare il club in D1 dopo un testa a testa con l’Angers, risoltosi a favore del Valenciennes grazie alla vittoria interna per 1 – 0 contro il Beauvais grazie alla rete decisiva di David Le Frapper.

Purtroppo, stava arrivando il periodo peggiore della storia del club, da tutti i punti di vista; rimanendo alle faccende di campo, nonostante l’acquisto di giocatori di primo piano come il campione del mondo 1986 Jorge Burruchaga e degli attaccanti Kálmán Kovács e Christophe Robert, il Valenciennes rimase solo una stagione nell’élite del calcio francese (nel frattempo anche l’allenatore Smerecki venne sostituito da Boro Primorac).

Se dal punto di vista tecnico, il fallimento fu piuttosto evidente, l’incubo vero per i tifosi biancorossi doveva ancora materializzarsi.

Il 20 maggio 1993, il Valenciennes perse per 1-0 contro i quattro volte campioni di Francia dell’Olympique Marsiglia. Nell’intervallo della partita, il difensore del Valenciennes Jacques Glassmann confidò al suo allenatore che Jean-Jacques Eydelie, giocatore del Marsiglia, e Jean-Pierre Bernès, direttore generale dell’OM, lo avevano contattato per telefono il giorno prima della partita.

Una somma di denaro fu promessa da Bernès a Glassmann e ad altri due giocatori del Valenciennes ed ex compagni di squadra di Eydelie, Jorge Burruchaga e Christophe Robert, per “rilassarsi” durante la partita. La sera stessa della telefonata, Christophe Robert mandò sua moglie al parcheggio del Novotel dove alloggiava la squadra di Marsiglia per raccogliere i soldi. Eydelie le diede una busta pesante piena di soldi.

La vicenda, inizialmente messa a tacere in attesa che l’OM giocasse la finale di Champions League contro il Milan, esplose nel corso dell’estate.

Sul campo, il Valenciennes concluse la stagione al 18° posto e fu costretto a giocarsi lo spareggio con il Cannes ma la sconfitta rimediata all’andata in casa (0 – 2) ed il successivo pareggio per 1 – 1 nella gara di ritorno, sentenziarono il ritorno in D2.

Il triennio seguente si caratterizzò per un progressivo depauperamento del patrimonio tecnico della squadra che fece scivolare il Valenciennes nelle serie inferiori fino alla retrocessione amministrativa, per insolvenza, in Divisione Nazionale 2, serie amatoriale che decretò, sostanzialmente, la scomparsa dell’USVA come società professionistica.

Con la tifoseria ormai disorientata ed intristita, venne resettato tutto e il 1° aprile 1996, sui resti dell’USVA fu ufficialmente fondato il Valenciennes Football Club (VAFC).

L’ex portiere del club, Ludovic Batelli, fu nominato allenatore e il VAFC si classificò quinto nel campionato National 2 1996-1997, battuto per differenza reti da Raon-l’Étape e Boulogne-sur-mer.

Al termine della stagione 1997-1998, il Valenciennes fu incoronato campione francese dei dilettanti con un vantaggio di 20 punti sul secondo classificato, con relativa promozione in National.

Nella stagione 2001-02, il Valenciennes finì 2° nel girone ma dietro la squadra di riserva del LOSC che non poteva essere promossa; in questo modo il tecnico Ollé-Nicolle, subentrato l’anno prima a Batelli, riportò la squadra in terza divisione dopo una sola stagione.

Per il loro ritorno in Divisione Nazionale, il club dell’Hainaut si piazzò al 6° posto e poté contare su un figlio della città, il terzino destro Rudy Mater.

Due anni dopo, nel 2005, sotto la guida di Daniel Leclercq, la squadra vinse il campionato con 74 punti grazie alle prodezze di Steve Savidan, capocannoniere con 19 reti e dei vari José Saez, Eric Chelle, Orlando Silvestri e David Klein, i principali architetti della rinascita del Valenciennes

Steve Savidan, miglior attaccante del club dal 2004 al 2008

Dietro le quinte, la “resurrezione” portava ancora una volta il marchio di Jean-Louis Borloo. contattato agli inizi degli anni 2000 dal presidente Bernard Moreau, il quale gli disse con estrema franchezza che non poteva più sopportare la situazione.

Borloo decise di riprendere in mano il club., chiamando Daniel Leclerq per discutere del futuro del club.

Alla fine del campionato 2005/06 di D2 si compie il progetto di Borloo con il ritorno del Valenciennes in D1 sotto la guida di Antoine Kombouarè, autore di due promozioni consecutive dalla terza divisione alla D1: dopo tredici anni, il Valenciennes riuscì a tornare nella massima serie del campionato transalpino anche grazie agli innesti, nella sessione invernale di mercato, del portiere Nicolas Penneteau, del centrocampista Sebastien Roudet e del difensore Abdeslam Ouaddou.

La prima partita del Valenciennes nella massima serie dopo 13 anni si concluse con un pareggio per 1-1 in casa dell’Auxerre, prologo di un torneo concluso al 17° posto con Steve Savidan secondo miglior marcatore del campionato (con 13 reti) dietro Pauleta.

La stagione 2007-2008 iniziò con una tripletta del neo – acquisto Johan Audel contro il Tolosa (3-1 il risultato finale), giocatore arrivato insieme al terzino destro David Ducourtioux, all’attaccante Grégory Pujol ed al centrocampista nazionale colombiano Carlos Sánchez.

Nella prima parte di stagione, impreziosita da una bella vittoria contro il Marsiglia, il Valenciennes non scese mai al di sotto della decima posizione ma perse ben 11 incontri nella seconda parte del campionato chiudendo in 13° posizione esprimendo comunque un gioco discreto e lanciando Savidan in vetta alla classifica dei marcatori con 13 reti.

Carlos Sanchez, centrocampista colombiano del Valenciennes nei primi anni 2000

La stagione successiva ebbe un andamento esattamente opposto con una partenza complicata probabilmente figlia di una rivoluzione in sede di mercato estivo con le partenze di Savidan, Roudet, e Ouaddou e gli arrivi di Milan Biševac e Gaël Danic.

Nonostante i risultati decisamente deficitari, il presidente Francis Decourrière mantenne la sua fiducia in Kombouaré, dimostrando di saper guardare lontano: la squadra disputò una superba seconda metà della stagione (grazie anche all’arrivo di Jean-Claude Darcheville, acquistato nella sessione invernale di mercato) concludendo al 12° posto.

La stagione, però, sarà ricordata soprattutto per l’infarto di David Sommeil durante la sessione di allenamento del 20 agosto 2008 e per il terribile infortunio (doppia frattura di tibia e perone) di Jonathan Lacourt alla 29ª giornata di campionato contro lo Stade Rennais, nonché per l’abbandono, al termine della stessa, del tecnico Kombouarè trasferito al Paris St Germain.

La sessione di mercato dell’estate del 2009, in aggiunta al nuovo tecnico Philippe Montanier, portò diversi nuovi elementi per la rosa di prima squadra (Cohade, Gomis, Ben Khalfallah) ritenuti ideali per il nuovo modulo di gioco, il 4-3-3.

Dopo un problematico periodo di adattamento al nuovo sistema di gioco, la squadra riuscì a raggiungere a concludere il campionato in 10° posizione a conferma di un progressivo percorso di crescita partito dalle divisioni amatoriali.

Nonostante l’ottimo lavoro svolto e testimoniato anche dalla posizione di metà classifica raggiunta nella stagione successiva, Montanier rassegnò le sue dimissioni al termine della stagione 2010/11 per trasferirsi alla Real Sociedad. Montanier lasciò ottimi ricordi a Valenciennes, soprattutto per il suo gioco d’attacco mirato a garantire punti e risultati, e fu persino notato dagli osservatori del Barcellona prima di trasferirsi nei Paesi Baschi.

Il sostituto di Montanier fu Daniel Sanchez, proveniente dal Tours, che iniziò la sua avventura inaugurando lo Stade de Hainaut in un’amichevole contro il l’Amiens terminata a reti inviolate.

Dopo un inizio stentato ed un dicembre infernale (il club si trovava in penultima posizione di classifica), nel periodo post – natalizio iniziò la rimonta in campionato culminata nel 12° posto finale, figlio di un ottimo percorso nelle gare giocate in casa ma anche di disastrose performances in trasferta (solo 7 punti collezionati fuori dal terreno di casa).

Nella stessa stagione il Valenciennes fu capace di eliminare dalla Coppa di Francia i campioni in carica del Lille qualificandosi per i quarti di finale, evento che non si verificava da 18 anni.

La sessione estiva del calciomercato 2012 vide la partenza di due giocatori chiave (Renaud Cohade e Carlos Sánchez) arrivati a scadenza di contratto senza che questo fosse rinnovato; i due non vennero sostituiti poiché il club presentava un deficit di circa 5 milioni di euro e aveva la necessità di abbassare il monte ingaggi.

La stagione 2012/13 parte con una rosa tecnicamente inferiore come si dimostrò sin dalle prime amichevoli pre – campionato: nessuna vittoria contro squadre di modesta levatura (SCO Angers, RAEC Mons, Royal Antwerp). Tra l’altro, alla fine di agosto 2012, rientrò alla base, seppur in prestito, anche Carlos Sanchez che aveva lasciato il club solo qualche settimana prima dopo essersi accordato con i Rangers de Talca, club cileno, attualmente in seconda divisione.

L’inaspettata partenza di Mamadou Samassa per il Chievo Verona alla fine dell’estate permise l’arrivo di Anthony Le Tallec, presto diventato un beniamino dei tifosi dopo aver realizzato una doppietta, alla sua terza presenza in maglia bianco – rossa, contro l’Olympique de Marseille in una gara terminata poi 4 – 1 per il Valenciennes. Al termine della nona giornata e dopo una vittoria per 6-1 sul Lorient, il VAFC aveva il miglior attacco del campionato e fece il suo secondo miglior inizio di stagione dal suo ritorno nella massima serie.

Purtroppo, l’andamento peggiorò nella seconda metà di stagione, soprattutto dopo le partenze di Gil e Kadir nel mercato invernale e l’assenza di Danic per due mesi; alla fine fu solo 11° posto in classifica dopo aver occupati posizioni decisamente più nobili.

Anthony Le Tallec con la maglia del Valenciennes

Anche l’estate del 2013 si caratterizzò per un calciomercato fatto più di uscite che di entrate: il capitano Carlos Sánchez lasciò definitivamente l’Hainaut, così come Gaël Danic, il miglior centrocampista della squadra del club, e Nicolas Isimat-Mirin, un giovane decisamente dal grande futuro.

Dopo la vittoria contro il Tolosa nella prima giornata di campionato, il VAFC andò incontro a 7 sconfitte consecutive senza realizzare alcuna rete, una serie nera conclusasi alla nona giornata grazie ad un pareggio in extremis contro lo Stade de Reims, risultato che non bastò a salvare la panchina dell’allenatore Daniel Sanchez, licenziato il 10 ottobre 2013.

Nel tentativo di salvare il club dalla retrocessione, l’allenatore belga Ariel Jacobs subentrò il 14 ottobre 2013. Due volte campione del Belgio con l’Anderlecht e campione danese in carica con l’FC Copenhagen, firmò un contratto di due anni con opzione per il terzo. Il nuovo tecnico esordì con un pareggio allo Stade Rennais.

Grazie alle gesta del ghanese Abdul Majeed Waris, in prestito dallo Spartak Mosca, iniziò la lenta risalita che portò, alla 29° giornata, il club a soli due punti dalla zona salvezza. Purtroppo, però, la sconfitta in casa contro l’Ajaccio della giornata successiva e l’ulteriore umiliante sconfitta per 2 – 6 contro il Nantes gettarono la tifoseria nello sconforto. 

Il 4 maggio 2014, il VAFC fu ufficialmente retrocesso in Ligue 2 dopo otto stagioni nella massima serie, chiudendo la stagione con una nuova serie di 7 sconfitte consecutive per un totale di 23 sconfitte in 38 partite.

Il 25 giugno 2014, il tribunale commerciale di Valenciennes decise di porre il club in amministrazione controllata con un periodo di osservazione di 6 mesi. In base all’articolo 103 del regolamento della LFP, questa procedura comportò “la retrocessione alla divisione immediatamente inferiore a quella per la quale si sarebbe qualificata per la stagione successiva”.

Il 26 giugno, la Direction nationale du contrôle de gestion confermò la retrocessione del club alla divisione inferiore che, nel caso del Valenciennes, divenne la prima Divisione amatoriale, ma grazie all’intervento di una cordata di politici ed imprenditori, fu annullata la delibera di amministrazione controllata e il club fu reintegrato in Ligue 2 per la stagione 2014/15.

Sul versante tecnico, Ariël Jacobs e VAFC decisero di risolvere il loro contratto di comune accordo per poi nominare, come nuovo allenatore, Bernard Casoni, ex giocatore del Marsiglia che firmò un contratto di due anni.

Casoni decise di affidarsi a giocatori esperti come Fabrice Abriel e Adama Coulibaly, che aveva già allenato all’Auxerre. A causa di un ritardo nella preparazione, la stagione iniziò nel peggiore dei modi e il Valenciennes si ritrovò sul fondo della classifica a fine settembre per poi iniziare, da novembre, una lenta ma costante risalita.

Si trattò, purtroppo, di un fuoco di paglia perché, nelle prime 8 giornate del 2015, la squadra raccolse solo un punto su 24 disponibili, un record negativo che costò la panchina a Casoni, avvicendato con David Le Frapper, allenatore della squadra Under 19.

Le Frapper esordì in trasferta contro il Clermont Foot pareggiando a reti bianche, mentre la prima vittoria arrivò nella giornata successiva, sempre in trasferta, ma questa volta contro l’Orléans. La salvezza arrivò solo all’ultima giornata ma l’enorme fatica fatta per rimanere in Ligue 2 fece da motore per alcune sostanziali modifiche alla rosa di prima squadra.

La stagione 2015-2016 fu segnata da un ringiovanimento della squadra con metà dei giocatori provenienti dalla squadra riserve del club.

L’inizio della stagione fu positivo grazie ad alcune buone prestazioni fuori casa, in particolare una vittoria contro la Stella Rossa (1-5), ma l’incapacità del VAFC di vincere tra le mura amiche portò il club a ridosso della zona rossa alla fine del girone d’andata.

A causa della mancanza di risultati ed in assenza di un diploma di allenatore professionista, David Le Frapper fu rimosso dalla direzione della prima squadra il 28 dicembre 2015 e rispedito a lavorare nuovamente al centro di formazione del club.

Dopo una fase di traghettamento gestita dal suo assistente Nicolas Rabuel, il tecnico bosniaco Faruk Hadžibegić fu nominato allenatore con un contratto biennale. Dopo quattro partite senza vittoria, il nuovo tecnico portò il Valenciennes alla vittoria per 1 – 0 sul campo del RC Lens, evento che non si verificava da ben 26 anni.  

Anche questa volta, il Valenciennes si salvò in extremis grazie alla vittoria esterna per 4 – 1 a Parigi contro il Paris St Germain. Dopo il 14° posto della stagione successiva, vissuta senza particolari acuti, e le perduranti difficoltà economiche, il board del club salutò l’arrivo di Patrick Partouche come azionista di minoranza nell’estate del 2017, con un investimento totale di 1,5 milioni di euro.

Durante la sessione estiva di calciomercato, il Valenciennes diede il benservito ai suoi due capocannonieri della stagione precedente, Nuno Da Costa e Saliou Ciss, in aggiunta alle giovani speranze Angelo Fulgini e Moussa Niakhaté.

Per sostituirli, il club investì su due rivelazioni dell’ultimo campionato nazionale, Medhy Guezoui e Tony Mauricio, in aggiunta agli esperti Johann Ramaré e Thiago Xavier.

Il 25 settembre 2017, dopo nove partite di campionato e due sconfitte di fila, il presidente Zdziech comunicò a Faruk Hadžibegić l’intenzione di interrompere il rapporto di collaborazione per affidare la guida tecnica della squadra a Réginald Ray, un cambio di gestione che non sortì gli effetti desiderati garantendo, alla fine, un anonimo tredicesimo posto in classifica.

Nonostante le pressioni dei tifosi, Eddy Zdziech non riuscì a vendere le quote di maggioranza del club per mancanza di accordo prima con Patrick Partouche, e poi con la società svizzera Sport Invest; nel frattempo, sul campo, il Valenciennes si confermò ancora una volta la tredicesima forza del campionato

Nella stagione 2019/20, il club si è preparò ad una nuova fase del suo progetto tecnico con l’ingaggio dell’ex allenatore del Grenoble Olivier Guégan e con l’ennesima rivoluzione all’interno della rosa: alla partenza del quartetto d’attacco composto da Raspentino, Roudet, Mauricio e Robail, fecero da contraltare gli arrivi di Teddy Chevalier, Maxime Spano-Rahou e del nuovo portiere Jérôme Prior.

Guégan trovò subito la quadra nella fase difensiva e il Valenciennes vantava solo 11 reti al passivo al momento della sosta invernale in una stagione segnata dalla pandemia di Covid-19, che ha portato all’interruzione del campionato dopo 28 partite. Il Valenciennes ha così concluso in 7° posizione, il miglior piazzamento dal ritorno in Ligue 2, non confermato nella stagione successiva, 2020/21 nella quale si è nuovamente piazzato a metà classifica, nonostante il cambio di guida tecnica con la rescissione del contratto di Guégan ed il subentro di Christophe Delmotte.

Nella stagione 2021/22, appena terminata, il Valenciennes ha chiuso il campionato in 16° posizione senza però mai dare l’impressione di poter competere per posizioni migliori, né tantomeno aspirare a tornare in Ligue 1; ogni discorso è, ormai, rimandato al prossimo anno con la speranza, per i biancorossi, di far ritorno nell’élite del calcio francese.

Lo Stade du Hainaut, teatro delle gesta casalinghe del Valenciennes

Il Valenciennes e il Calciotavolo/Subbuteo

Se la storia calcistica del Valenciennes risulta essere decisamente apprezzabile, non va disprezzata nemmeno la controparte subbuteistica, soprattutto per quanto concerne il catalogo delle squadre HW. In quest’ambito, infatti, il Valenciennes è riprodotto nella ref 150

La ref 150 HW dedicata al Valenciennes

La ref, dall’indubbio valore collezionistico, ci presenta la tipica maglia rossa con colletto bianco, calzoncini bianchi e calzettoni rossi con bordi bianchi; l’accoppiata base inner rispecchia fedelmente i colori sociali e si presenta di colore rosso/bianco.

In ambito LW, la ref è sempre la stessa e anche la realizzata della divisa da gioco risulta essere perfettamente sovrapponibile alla controparte HW.

Cosa ne pensi?

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.