guido cerullo subbuteo calciotavolo

Dopo una pausa riprendiamo a farvi conoscere tanti protagonisti del mondo del subbuteo calciotavolo meno noti, magari, per le loro performance di gioco, ma particolarmente attivi sotto tanti altri profili.

Oggi abbiamo con noi Guido Cerullo, delegato regionale Triveneto della FISCT, molto attivo nell’attività di promozione ed organizzazione locale nonché nella partecipazione a tornei sia locali che internazionali.

Ciao Guido e benvenuto sulle pagine di calciotavolo.net. È un grande piacere averti con noi, seppur virtualmente, per poterti conoscere meglio e scoprire chi è Guido oltre il giocatore che, comunque, sta collezionando ottimi risultati nei tornei in giro per l’Europa.

Come e quando nasce la tua passione per il subbuteo?

Dirtelo con esattezza è difficile e probabilmente entrarono in gioco diverse figure comprese un mio Zio (Angelo) che mi regalò tutte le sue basi basculanti; però la vera genesi fu intorno ai 16-17 anni grazie ad un gruppo molto folto di ragazzi (allora), coagulati dalla mente sopraffina di un grande amico che ancora dovrei ringraziare, Gaspare Serroni presidente dell’allora club “Vesuvius” in provincia di Napoli.

A quei tempi ero poco più che un dilettante e per me il Subbuteo era legato indissolubilmente a mio fratello Michele (più piccolo di 6 anni) con il quale ho passato pomeriggi interminabili a giocare; come aneddoto ti posso dire che non usavamo il cronometro ma un metodo infallibile: “quando le miniature non scorrono più ci fermiamo”!

Lui a quei tempi faceva faville, io come ti ho detto mi dedicavo molto al campionato interno e al nostro piccolo gruppo di amici. Eravamo una decina ma la presenza era assidua il sabato pomeriggio, tanto da aver istituito un vero campionato stile serie A; allora usavamo le Hasbro e ognuno aveva la sua, io la Fiorentina o il Torino…ma ero da mezza classifica. Posso dirti con sincerità che quello era il vero “Subbuteo” con la S maiuscola nella mia concezione di associazione (anche non necessariamente riconosciuta) e riunione tra amici… ma erano anche altri tempi. Il Subbuteo mi ha fatto conoscere tante “belle” persone, tanti amici anche fuori dall’Italia e soprattutto mi ha fatto riavvicinare proprio a mio fratello circa 6 anni fa proprio ad un torneo a Berlino. Lo considero un gioco sano che mi ha dato tantissimo a livello umano soprattutto.

Raccontami un po’ la tua stoia agonistica. Sei partito giocando con quale club e che passaggi di casacca hai fatto nel tempo?

Beh io sono napoletano e, come ho accennato, il mio primo club è stato il Vesuvius con sede a San Giorgio a Cremano (NA). Le mie prime esperienze sono state molto scarse ma non avevo ancora scisso l’agonista dal gioco amatoriale del sabato pomeriggio; cosa che solo l’esperienza mi ha portato a fare.

Ho avuto la fortuna di conoscere le primissime basi professionali nei primi anni 2000, dopo mi sono trasferito a Siena per studi e ho completamente chiuso; se mi chiedi il motivo non te lo so dire, semplicemente non sapevo che in Toscana avrei potuto giocare (internet era un mondo ancora in espansione) e poi come avrai intuito, avevo una visione molto semplice del gioco a quei tempi.

Dopo l’università ho iniziato a lavorare ad Abano Terme (2010) in provincia di Padova, e li mi sono riavvicinato al gioco: ho frequentato un paio di volte la sede dei Bulldogs Vicenza e tanto è bastato per riaccendere la fiammella della passione. Tuttavia, mi iscrissi solo una anno più tardi con gli Hawks Treviso dove ho conosciuto tanti amici e finalmente l’agonismo che oggi mi appartiene; i ragazzi di Treviso mi hanno aiutato molto, anche perché in 10 anni il subbuteo è mutato molto soprattutto nei materiali.

Parte della squadra degli Hawks Treviso

Ci ho messo almeno 3 anni solo per capire che base utilizzare! Dopo pochi anni ho voluto fare una nuova esperienza anche perché il club trevigiano attraversò un momento di crisi e io logisticamente mi sentivo più vicino al Friuli… così mi accasai al Dlf Gorizia che è ancora oggi la mia squadra e la mia seconda pelle.

Ho trovato un ambiente fantastico e un leader silenzioso, Marco Pinausi, che ringrazio perché è riuscito a tenere in piedi un gruppo fantastico anche con innesti extra-Italia. Siamo quasi una multinazionale: 1 serbo, 1 olandese, 1 bolognese-olandese, 1 altro bolognese, ben 4 napoletani e il resto tutti friulani compreso mio figlio Niccolò. Eppure siamo un gruppo di amici…posso dire, come ho sentito dire ad alcuni amici stranieri, che esiste uno “stile Gorizia” perché per noi è più importante il gruppo di amici che il singolo. Con questo sia chiaro…siamo tosti, diamo il massimo in campo e i buoni risultati non sono mancati, anche all’Estero dove abbiamo stretto tante amicizie, complice anche la vicinanza geografica.

Al gruppo ovviamente si è unito il mio fratellino Miki dopo quel famoso torneo di Berlino! Per noi fare un torneo significa anche ritrovarsi e magari unire all’agonismo la gita dentro o fuori i confini italiani. A febbraio ad esempio con mio fratello ci siamo ritrovati al I.O. (International Open ndr) di Glasgow per passare un weekend insieme; il destino ci ha messo contro in semifinale (3-3 spettacolare).

Per quanto riguarda i miei traguardi agonistici ho ben poco da dirti: nel 2017 ho vinto un Challenge a Ferrara, in finale proprio con mio fratello Michele. Invece, nel 2022 mi sono tolto due soddisfazioni vincendo il Challenger Fisct di Trieste e poi l’I.O. Fisft di Derry in Irlanda, nazione alla quale per questo ed altri motivi resto molto legato.

Subbuteo o calciotavolo, questo il problema! Tu cosa ne pensi?

Lo chiedi a me che ho cominciato con le HW old di mio Zio, poi sono passato alle Hasbro e finalmente alle professioni cdt. Per me è sempre lo stesso gioco… lo dico anche a costo di dire una bestemmia per qualcuno.

E’ come giocare a calcetto a 5 o calcio sul campo a 11, resta pur sempre il gioco del calcio seppur con regole leggermente diverse e le porte più piccine.

Per me il Subbuteo o Calcio Tavolo vuol dire prima di tutto associazionismo e divertimento tra amici. Ti dirò che potrei giocare anche a subbuteo tradizionale se avessi tempo… è solo questo il motivo per il quale mi dedico al cdt (calcio da tavolo o subbuteo moderno ndr).

Bisognerebbe guardare oltre le barricate, oltre il preconcetto e solo così resterà una scelta: “Stasera ci divertiamo a tradizionale o cdt?”

Posso dirti che ci sono posti virtuosi dove questa cosa già accade. La Federazione dal suo ha fatto veramente tanto però i passi in avanti devono compierli gli individui, i tesserati che compongono i club.

Se poi parliamo di bambini mi permetto di fare solo un osservazione tra le due discipline: le miniature sono tutte belle agli occhi di un bimbo, così come i panni verdi. Però forse farei cominciare il bambino con le basi piatte da cdt perché sono nettamente più facili da governare. E’ lo stesso principio per cui nelle scuole calcio si comincia a giocare sui campi piccoli altrimenti diventa frustrante non arrivare mai a tirare a porta e il bambino si arrende alle prime difficoltà.

Oggi da delegato regionale Triveneto come vedi il futuro del gioco nella tua regione e a livello nazionale?

Abbiamo attraversato un momento di crisi generale, poi a livello associativo centrale (Fisct) ci siamo rialzati e finalmente stiamo cavalcando spediti su vari obiettivi.

Purtroppo alcuni club hanno pagato lo scotto della pandemia soprattutto nella mia Regione ho visto chiudere proprio gli Hawks Treviso dove ho mosso i primi passi in Triveneto.

Il futuro del gioco è nei ragazzi e sul territorio regionale; io da ragazzo partecipavo molto ai tornei regionali e addirittura provinciali perché all’inizio potevo confrontarmi con i miei pari-livello. Ecco questa dimensione un po’ si era persa negli scorsi anni ma fortunatamente la Fisct e quindi anche noi di riflesso, abbiamo puntato nuovamente forte sul territorio regionale. Va fatto un lavoro profondo e capillare utilizzando le risorse umane soprattutto, proprio come succede nelle scuole calcio.

Per quanto riguarda la realtà regionale, il Triveneto è una regione ricca di storia e di campioni, un ambiente molto sereno dove ci conosciamo tutti e la media di partecipazione ai nostri tornei è di circa 30-35 iscritti per farti capire. Poi nel corso degli anni fra Trieste, Gorizia e Venezia ci sono stati grandissimi giocatori…si spera di ripetere quelle gesta.

Come hai impostato il tuo lavoro da delegato regionale del Triveneto? Quali sono i progetti che stai portando avanti che ti stanno dando maggiore soddisfazione?

Mi sono appassionato passo dopo passo al mio ruolo e spero che i tesserati in Triveneto siano contenti di quanto stiamo facendo; sono uno che controlla molto tutti i passi e l’organizzazione quindi delego il minimo indispensabile. C’è un team composto da amici e persone delle quali mi fido molto.

Un progetto era quello di creare il giornalino della regione (The Flicker) e come sai ormai va a gonfie vele. Un altro era quello di salvaguardare la coppa regionale a squadre (fatto).

A livello organizzativo c’è coesione tra presidenti quindi il mio ruolo è molto facilitato; poi cerco di dare visibilità a tutti e coinvolgo in modo capillare i vari club.

Avevo due progetti che non ho portato ancora a termine: uno è sicuramente quello del canale YouTube dedicato a regolamento e training; l’altro era quello di creare un network di tornei serali che coagulassero tesserati appartenenti ai vari club. Questo secondo obiettivo è ambizioso perché geograficamente ci estendiamo per km da est a ovest, ma in alcune zone circoscritte in verità siamo a buon punto (Padova, Godega, Aviano).

Il mix di tesserati favorisce l’allenamento ma aggrega anche le persone e le aiuta a capire che la nostra è prima di tutto un associazione. Il mio rammarico è che vorrei introdurre sempre più tornei ma certe volte manca proprio il tempo materiale soprattutto perché il calendario è fittissimo.

Guido nella vita. Chi sei e cosa fai?

Ho 43 anni, nella vita sono un papà (2 figli) e un chirurgo generale. Le mie passioni sono sempre state il calcio, il subbuteo e il modellismo fin da bambino; da pochi anni mi sono appassionato anche ai cani da caccia e ho iniziato a studiare la storia del calcio fin dalle sue origini. Ho la mania del vintage…anche legata al calcio e al subbuteo.

Grazie Guido per la tua gentilezza e la passione per questo gioco! Un vero piacere conoscerti per lo spessore umano che da sempre metti al primo posto nei rapporti. I risultati nella regione che stai amministrando “subbuteisticamente” testimoniano con quanta passione stai dedicandoti a questo gioco e sono sinceramente felice per il triveneto e per tutto il movimento nazionale!


La maglietta per i supporter del Napoli e gli amanti del subbuteo!

Cosa ne pensi?

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.