subbuteo stories

Che in Argentina non si possa ricondurre tutto a Boca contro River è ormai ben appurato da tutti gli amanti del calcio gaucho ma quello che non tutti sanno è che sono oltre 10 le stracittadine che si giocano nei tornei professionistici della terra della nazionale albiceleste.

Nell’ambito di questi incontri a dir poco “caldi” per la passione (a anche qualcosa di più) che scatenano nei propri sostenitori, un posto di primo piano lo occupa il derby di Avellaneda che si gioca tra due squadre sostanzialmente molto diverse tra loro: una con maggior seguito in termini di tifoseria ma con un minor numero di trofei in bacheca (Racing Club), l’altra con caratteristiche diametralmente opposte (Independiente).

Si tratta di un derby che ha una storia centenaria e che va in scena in uno dei sobborghi più caratteristici (Avallaneda, per l’appunto) della capitale argentina. Come vedremo più in dettaglio, i biancocelesti del Racing hanno ereditato il nome dal Racing Parigi essendo stati fondati, nel 1903, da German Vaidaillac grazie alla fusione di Barracas al Sur e Colorados al Sur.

L’Independiente ha due anni di vita in meno (fondato nel 1905) e deve i suoi natali ad una iniziativa di un gruppo di commercianti della Ciudad de Londres che si sentirono esclusi dalla rappresentativa della categoria dei commercianti e che, pertanto, decisero di fondare l’Independientes (la “s” fu soppressa in un secondo momento). I colori originari erano il bianco ed il blu, che diventarono bianco e rosso dopo che i soci del club avevano visto giocare il Nottingham Forest in tourneè in Argentina.

I numeri del derby di Avellaneda sono tutt’altro che irrisori in quanto il bilancio parla di 203 incontri con 88 successi dell’Independiente, 52 del Racing e 63 pareggi. Dal punto di vista dei titoli nazionali e non, i biancorossi vantano 14 titoli nazionali, 2 Amateur League, 7 Copa Libertadores, 2 Coppe Intercontinentali ed 1 Copa Sudamericana, più altre competizioni di discreta importanza. Il Racing, invece, ha vinto 7 volte il titolo nazionale, in 9 occasioni l’Amateur League, 1 Copa Libertadores ed 1 Copa Intercontinentale. Fu la prima squadra argentina a fregiarsi del titolo di Campione del Mondo nel 1967 ed ancora oggi un lungo striscione ne ricorda di questa impresa sugli splati dello stadio: “Racing Avellaneda primer campeòn mundial”.

Anche se meno titolato del suo avversario cittadino, il Racing stravince la battaglia del tifo essendo considerato, ad Avellaneda, una vera testimonianza di fede calcistica (terza tifoseria d’Argentina dopo Boca e River) ed è anche conosciuto con l’appellativo di Academia per la riconosciuta spettacolarità del suo modo di giocare. Per far capire al lettore quanto sia sentita la rivalità tra i due club, basti rievocare un episodio successivo alla vittoria del Racing contro il Celtic di Glasgow nella finale di Coppa Intercontinentale vinta nel 1967: dopo quella vittoria, i tifosi biancorossi lanciarono una maledizione contro lo stadio del Racing seppellendo 7 gatti neri sotto una delle due porte del terreno di gioco.

Da allora le sfortune si sono effettivamente abbattute sulla squadra biancoceleste con la prima retrocessione in serie B del 1980 e la sospensione del campionato nel 2001 (a causa della grave crisi finanziaria) nel quale il Racing era in testa e virtualmente campione.

Le partite tra le due squadre sono state sempre segnate da una grande “vivacità” del pubblico sugli spalti; nel derby del novembre del 1961, il direttore di gara espulse 7 giocatori (4 del Racing) e l’incontro terminò 1 – 1 anche se il Racing aveva già il titolo in tasca. Il 13 agosto del 2006, con l’Independiente in vantaggio per 2 – 0, i tifosi del Racing diedero luogo a scontri violenti con le forze dell’ordine portando alla sospensione della partita e conseguente vittoria a tavolino per i biancorossi.

Ben 18 giocatori hanno vestito la maglia di entrambi i club ma alcuni hanno lasciato il segno entrando di diritto nella storia e nel cuore dei tifosi. Idolo assoluto della tifoseria dell’Independiente è l’attaccante Ricardo Bochini che vanta 714 presenze con la maglia biancorossa e che, il 24 marzo del 1974, segnò 3 reti (unica tripletta della sua carriera) nel derby vinto per 4 – 1. Ruben Paz, uruguagio che ha giocato anche nel Genoa nella stagione 1989/90, è indubbiamente uno degli idoli della curva biancoceleste per il suo estro e per aver segnato una delle reti più belle dei derby di Avellaneda.

INDEPENDIENTE

Il 4 agosto 1904 un gruppo di impiegati di un negozio di scarpe situato nella città di Buenos Aires fondò una squadra di calcio chiamata Maipú FC. Ma i dipendenti, per lo più giovani, erano autorizzati solo a guardare le partite e non potevano giocare nella squadra. Di conseguenza, in una riunione in un bar situato di fronte al club originario, scelsero di formare un nuovo club, l’Independiente proprio allo scopo di marcare la loro indipendenza dal Maipú FC. Rosendo Degiorgi fu nominato presidente ad interim in quanto la famiglia di Degiorgi offrì la possibilità di utilizzare una piccola stanza nella loro casa padronale come prima sede del neonato club. Domenica 1° gennaio 1905 fu scelta come data di fondazione ufficiale da Arístides Langone, primo presidente dell’istituzione, che propose di adottare il bianco con dettagli in blu come colori del club, ispirato dalla squadra di Sant’Andrea, i primi campioni di calcio in Argentina vincitori della stagione 1891.L’Independiente giocò la prima partita della sua storia domenica 15 gennaio 1905, contro l’Atlanta, al campo “Bohemios”, perdendo 1-0. La partita successiva fu giocata il 22 gennaio 1905 contro il Maipú Banfield F.C., e si concluse con un pareggio per 0-0. Il club vinse la prima partita della sua storia con un clamoroso 11-0 contro l’Albion il 7 maggio 1905.

L’Independiente si affiliò poi all’Associazione calcistica argentina, e gli fu permesso di giocare in seconda e terza divisione con il primo “derby di Avellaneda” che fu giocato il 9 giugno 1907 e si concluse con una vittoria dell’Independiente contro il Racing per 3-2. Lo stesso anno l’Independiente si trasferì da Buenos Aires al suo nuovo campo situato nella città di Avellaneda, costruito in via Manuel Ocantos.

Il 10 maggio 1908, la squadra giocò per la prima volta indossando la maglia rossa, in una partita contro il Banfield che l’Independiente vinse 9-2. L’adozione del colore rosso è tuttora oggetto di controversie; la versione più riconosciuta è quella secondo la quale la decisione fu del presidente Arístides Langone che si sorprese guardando la squadra inglese Nottingham Forest in una tournée sudamericana. Nel 1909, l’Independiente F.C. vinse il suo primo trofeo, la Copa Bullrich del 1909, una coppa nazionale per squadre di seconda categoria, grazie anche alle gesta del portiere José Buruca Laforia, una delle prime stelle dell’Independiente.

Una formazione dell’Independiente nella stagione 1908/09

L’Independiente si affiliò alla massima divisione argentina nel 1912, prendendo parte alla Primera Division FAF. Persistendo un conflitto tra diversi club, il campionato di calcio fu diviso in due leghe con una propria federazione separata (AAF e FAF); alla luce del fatto che solo pochi club rimasero nella FAF, la federazione invitò l’Independiente a farne parte

Pur essendo una delle squadre più popolari, l’Independiente non vinse alcun campionato in quel decennio ma solo alcuni trofei nazionali di prima divisione: Copa de Competencia La Nación (assegnata) nel 1914, Copa de Competencia Jockey Club (sconfitto l’Estudiantes de La Plata per 2-1) e la Copa de Honor nel 1918 (sconfitto il CA Platense per 1-0).

All’inizio degli anni Venti l’Independiente vinse il suo primo scudetto, la AAmF Primera División del 1922, titolo poi bissato nel 1926 AAmF Primera División. Entrambi i campionati videro Manuel Seoane come capocannoniere, affiancato in prima linea da Luis Ravaschino e dal futuro campione mondiale, con la maglia azzurra dell’Italia, Raimundo Orsi.

L’Independiente, campione argentino nel 1922

Nel 1923 i Rojos affrontarono per la prima volta una squadra europea, gli scozzesi del Third Lanark in tournée in Argentina (vittoria per 2-1 con due gol di Orsi). Al termine della stagione 1926/27, Raimundo Orsi lasciò il club e si unì alla Juventus, mentre, un anno più tardi, il club costruì l’Estadio Doble Visera, il primo stadio in America Latina realizzato interamente in cemento, e secondo al mondo dopo lo Stadio di Harvard.

Il 1931 fu la prima stagione della Primera División argentina come campionato interamente professionistico. Nei primi anni ’30, l’Independiente si classificò al secondo posto nel 1932, 1934, 1935 e nel 1937, mentre nel 1933 Manuel Seoane appese gli scarpini al chiodo dopo essere diventato il capocannoniere dell’era dilettantistica della Primera División argentina, con 241 gol in 264 partite.

Negli anni successivi approdarono all’Independiente Vicente de la Mata, Arsenio Erico e Antonio Sastre, le prime leggende dell’Independiente. Arsenio Erico era un giovane paraguaiano che andò in Argentina per evitare di combattere nella guerra del Chaco che stava dilaniando il suo Paese d’origine. Arsenio doveva essere uno di quelli che combattevano dalla parte del Paraguay, ma fu salvato dalle grinfie della guerra dal comandante Molinas che riconobbe il suo talento calcistico e lo mandò nella squadra di calcio della Croce Rossa paraguaiana. La squadra fu creata per raccogliere fondi per i soldati sul fronte di battaglia, giocando una serie di partite di esibizione contro altre squadre del Sud America. Le prestazioni di Erico attirarono l’attenzione di alcuni dei più grandi club come River Plate, Boca Juniors e, appunto, Independiente. Il River fece la prima mossa, ma l’Independiente piombò all’ultimo minuto, offrendo al giovane il doppio dei soldi. Erico donò la quota di ingaggio alla Croce Rossa paraguaiana e divenne il capocannoniere della Primera División argentina in tre stagioni consecutive; 1937, 1938 e 1939, mentre Antonio Sastre fu considerato il miglior calciatore della storia dell’Argentina in quel periodo storico.

Grazie ad una rosa molto competitiva, la squadra vinse le stagioni 1937/38 e 1938/39 di Primera División insieme a tre coppe nazionali (una Copa Adrián C. Escobar nel 1938, e due Copa Ibarguren nel 1938 e 1939),[8] e due titoli internazionali, la Copa Ricardo Aldao nelle stagioni 1938 e 1939, sconfiggendo rispettivamente Peñarol (3-1 a Montevideo) e Nacional de Montevideo (5-0 a Buenos Aires).

L’Independiente ottenne diverse vittorie schiaccianti nei primi anni ’40, tra cui una vittoria per 8-1 sull’Estudiantes de La Plata, 7-1 sul Boca Juniors e 7-0 sul Racing Club. Nel 1945 fu il turno dell’Independiente di subire la sua più grande sconfitta: 0-8 contro il CA Vélez Sarsfield. Pur avendo un attacco letale, l’Independiente fu incoronato campione nove anni dopo, nella stagione di Primera División del 1948, con l’ex portiere della squadra Fernando Bello come capo allenatore. Nel 1946, il capocannoniere Arsenio Erico lasciò il club dopo 325 partite ufficiali e 295 gol, capocannoniere di tutti i tempi dell’Independiente in Primera Division argentina. Antonio Sastre lasciò il club nel 1942, mentre Vicente de la Mata rimase fino al 1950, vincendo il campionato nella stagione 1947/48.

L’Independiente non vinse alcun trofeo negli anni 1950 ma, nel 1953, i Rojos vinsero 6-0 in amichevole contro il Real Madrid della stella Alfredo Di Stefano.

I rojos si rifecero nel decennio seguente quando vinsero tre titoli nel 1960,1963 e 1967; dopo essersi aggiudicato il titolo del 1960, la squadra partecipò per la prima volta ad un campionato continentale grazie alla sua partecipazione alla Copa Libertadores del 1961, perdendo entrambe le sfide dei quarti di finale contro i brasiliani del Palmeiras. La squadra vinse il suo primo titolo continentale sconfiggendo gli uruguagi del Nacional nelle finali della Copa Libertadores del 1964 (0 – 0 a Montevideo e 1-0 ad Avellaneda), dopo aver eliminato in semifinale i detentori del Santos di Pelè, e diventando la prima squadra argentina a vincere la Coppa Libertadores. L’Independiente bissò il titolo sudamericano l’anno successivo eliminando il Boca Juniors in semifinale e sconfiggendo il Penarol per 4 – 1 in finale. Da campioni della CONMEBOL, l’Independiente disputò due volte la Coppa Intercontinentale perdendo in entrambe le occasioni contro l’Inter.

L’Independiente con la Copa Libertadores del 1964

Anche gli anni ’70 partirono con il vento in poppa e due titoli nei primi due campionati del decennio per poi vincerne altri due nel 1977 e nel 1978. Il titolo del 1977 è particolarmente ricordato dal club come un trionfo storico, in quanto la squadra riuscì a vincere la finale contro il Talleres de Córdoba con un gol di Ricardo Bochini, su assist di Daniel Bertoni, dopo aver subito l’espulsione di ben tre giocatori. Il titolo del 1978, invece, arrivò dopo una vittoria per 2-0 contro il River Plate in finale.

I Diablos Rojos vinsero la Copa Libertadores nel 1972 sconfiggendo l’Universitario del Perù, nel 1973 dopo un terzo spareggio all’Estadio Centenario contro il Colo-Colo nel 1974 dopo un altro spareggio tenutosi a Santiago del Cile contro il São Paulo FC del Brasile e nel 1975 contro l’Unión Española; dopo aver vinto il titolo del 1973 l’Independiente divenne la squadra con il maggior numero di vittorie all’attivo in Copa Libertadores.

Dopo aver vinto la Libertadores del 1984, l’Independiente affrontò il Liverpool nella finale di Coppa Intercontinentale dello stesso anno e lo sconfisse per 1 – 0 grazie ad una rete di Josè Alberto Percudani.

I giocatori dell’Independiente festeggiano la vittoria contro il Liverpool nella Coppa Intercontinentale del 1984

Gli anni ’90 iniziarono con il ritiro di Ricardo Bochini nel 1991: nei suoi 20 anni di calcio professionistico, dal 1972 al 1991, Bochini giocò solo per l’Independiente (eccezion fatta per le gare disputate in nazionale argentina), e partecipò all’epoca d’oro del club, con 8 titoli internazionali, 4 campionati argentini per un totale di 740 partite e 107 reti.

L’Independiente campione d’Argentina nella stagione 1988/89

L’Independiente avrebbe poi vinto il Clausura 1994 a livello nazionale, mentre nel semestre successivo la squadra vinse la Supercopa Libertadores del 1994, partendo dagli ottavi di finale e battendo consecutivamente i brasiliani del Santos, del Grêmio e del Cruzeiro. Come nel 1989, la finale fu contesa da Independiente e Boca Juniors, con i rojos trionfatori dopo un 1-1 allo stadio de La Bombonera ed una vittoria per 1-0 in casa con il goal decisivo di Sebastián Rambert.

Con il nuovo trionfo internazionale, l’Independiente disputò e vinse la Recopa Sudamericana del 1995 contro i vincitori della Copa Libertadores Vélez Sarsfield in gara singola disputata a Tokyo grazie alla rete di José Serrizuela. Un nuovo titolo internazionale arrivò nella bacheca dell’Independiente, poiché riuscì a difendere il titolo in Supercopa Libertadores 1995 contro il Flamengo del Brasile. Nell’estate del 2002 l’attaccante uruguaiano Diego Forlán fu acquistato dal Manchester United per 7,5 milioni di sterline con grave compromissione della potenza di fuoco offensiva del club che terminò in ultima posizione il Clausura 2002, segnando solo 14 reti in 19 partite. Tuttavia, il semestre successivo vide la squadra vincere il torneo di Apertura 2003 grazie alla potenza del tridente offensivo composto da Andrés Silvera, Federico Insúa e Daniel Montenegro ed alla presenza, al centro della difesa, di Gabriel Milito.

Nel 2006 il club vendette la sua giovane stella Sergio Agüero all’Atlético Madrid per 28 milioni di dollari. Il Kun (questo il suo soprannome) debuttò in prima squadra contro il San Lorenzo nel 2003 con soli 15 anni e un mese, il più giovane giocatore ad aver mai debuttato nel campionato argentino. Grazie alla cessione di altri importanti giocatori, come Oscar Ustari e Germán Denis, il presidente Julio Comparada annunciò la costruzione del nuovo e moderno Estadio Libertadores de América, la cui costruzione fu terminata nel 2016.

Dopo 15 anni senza vincere un titolo internazionale, l’Independiente tornò ancora una volta nell’élite sudamericana venendo incoronato campione della Copa Sudamericana 2010, battendo in finale ai calci di rigore la squadra brasiliana del Goiás EC. Quando il presidente dell’Independiente, Julio Comparada, fu sostituito con Javier Cantero, quest’ultimo portò alla luce gravi problemi economici che potevano portare l’Independiente alla bancarotta. Purtroppo per i tifosi rojos, anche in campo le cose non si misero bene e, al termine della Primera Division 2012/13, la squadra fu retrocessa in Primera B Nacional per la prima volta nella sua storia. Il presidente Javier Cantero si dimise pochi mesi dopo, rimpiazzato da Hugo Moyano con il club nei bassifondi della classifica. Dopo due mesi di pessimi risultati, la squadra riuscì a invertire la rotta con la gestione di Omar De Felippe, raggiungendo (e vincendo per 2 – 0 in gara secca) lo spareggio promozione contro il CA Huracán. Tre anni dopo, con Ariel Holan come capo allenatore e giocatori di livello internazionale come il capitano Nicolás Tagliafico, Fabricio Bustos, Maximiliano Meza, Alan Franco, Gastón Silva e Martín Campaña, l’Independiente raggiunse nuovamente la vetta del calcio argentino vincendo la Copa Sudamericana del 2017 dopo aver battuto i brasiliani del Flamengo in finale. Dopo aver ceduto Nicolás Tagliafico all’AFC Ajax per 4,5 milioni di euro  e il giovane Ezequiel Barco all’Atlanta United per 15 milioni di dollari, l’Independiente disputò un’ottima finale di Recopa Sudamericana 2018 contro i vincitori della Copa Libertadores del Grêmio, uscendo sconfitto solo ai calci di rigore. Nell’ultima stagione disputata, l’Independiente si è classificato al nono posto ma a 16 punti di distanza dal River Plate campione d’Argentina.

RACING CLUB DE AVELLANEDA

Le origini del club possono essere fatte risalire alla fine del XIX secolo, quando un gruppo di dipendenti della Great Southern Railway di Buenos Aires chiese il permesso di giocare a calcio in un campo appartenente alla compagnia. Poiché la richiesta fu approvata, iniziarono a giocarvi le prime partite, per lo più contro squadre formate da immigrati britannici. Nel 1898 i suddetti dipendenti fondarono un club, “Argentinos Excelsior Club”, che durò tre anni fino a quando nel 1901, furono fondati tre nuovi club “Sud América Fútbol Club de Barracas al Sur”, “American Club” e “Argentinos Unidos”, con il Barracas al Sur dominante sugli altri. Tuttavia, il club fu presto sciolto, fondando i “Colorados Unidos” il 16 marzo 1902. Il 25 marzo 1903, entrambi i club si riunirono al Mercado de Hacienda con lo scopo di fondersi nuovamente e dar luogo al nuovo sodalizio sotto la supervisione di un imprenditore di chiare origini francesi.

Il nuovo club, Racing Club de Avellaneda, prese il nome da una rivista francese dedicata alle corse automobilistiche di proprietà di Germán Vidaillac ma era chiaramente ispirato al nome di una squadra di calcio parigina, il Racing de Paris.

La prima maglia indossata dal nascente club fu bianca, almeno fino al 25 luglio 1904, quando fu deciso di utilizzare una maglia a strisce verticali gialle e nere. Tuttavia, l’uniforme appena adottata durò solo una settimana a causa della sua somiglianza con il club uruguaiano CURCC, venendo sostituita da un disegno proposto dal presidente Luis Carbone. La maglia aveva quattro quadrati, due azzurri e due rosa. Questo design azzurro e rosa sarebbe stato indossato fino al 1908, ancora una volta sostituito da un design con tre barre orizzontali (due blu e una bianca). Infine, il Racing adottò i colori azzurro e bianco nel 1910, in commemorazione del 100° anniversario della Rivoluzione di Maggio di quello stesso anno.

Il Racing si affiliò all’Associazione calcistica argentina nel 1905, iniziando a giocare nelle divisioni inferiori fino al 1906, anno in cui il club si iscrisse alla Segunda División. Nel 1909 il Racing disputò uno spareggio per la promozione in Primera División, ma perse contro il Gimnasia y Esgrima de Buenos Aires. Il Racing fu finalmente promosso in prima divisione nel 1910, vincendo la finale di spareggio contro il Boca Juniors davanti a 4.000 spettatori.

La formazione del Racing promosso in Primera Division nel 1910

Nel 1911 il Racing debuttò in Primera División, chiudendo in quarta posizione e un anno dopo vinse la sua prima coppa nazionale, la Copa de Honor Municipalidad de Buenos Aires dopo aver battuto il Newell’s Old Boys per 3-0. Il primo titolo di campionato arrivò nel 1913 quando il Racing sconfisse San Isidro e River Plate in uno spareggio. Il Racing eliminò prima il River Plate (3-0), e poi giocò la finale contro il San Isidro, vincendo 2-0.

Il Racing Club del 1913, vincitore di quattro titoli, compreso il primo di Primera Division

Nel 1914, il Racing vinse il suo secondo titolo di campione d’Argentina, avendo segnato 42 reti subendone solo 7 in 12 incontri; nella stessa stagione il Racing vinse la sua seconda Copa Ibarguren consecutiva, sconfiggendo il Rosario Central per 1-0 a Buenos Aires.

Il Racing divenne campione di Primera División nel 1915 quando sconfisse il San Isidro per 1-0 in uno spareggio giocato sul terreno dell’Independiente e terminò imbattuto, con 22 partite vinte e 2 pareggiate, 95 reti all’attivo e solo 5 al passivo. Il Racing vinse il titolo anche nel campionato successivo per poi chiudere, al termine del campionato 1917/18, un filotto di sei campionati vinti in maniera consecutiva.  

Il Racing Club della stagione 1914/15 capace di realizzare 95 reti in 24 partite

Il Racing fu uno dei membri fondatori della prima lega professionistica argentina, la Liga Argentina de Football, che si separò dall’AFA per organizzare i propri campionati. In quegli anni il Racing vinse la Copa Beccar Varela nel 1932 (sconfiggendo il Boca Juniors 3-0 in finale) e la Copa de Competencia (LAF) un anno dopo, battendo il San Lorenzo de Almagro 4-0 nella sfida conclusiva. Nonostante le coppe nazionali vinte, il Racing non riuscì a vincere nessun campionato nazionale durante quel periodo; le sue migliori prestazioni furono i terzi posti nel 1932, 1933 e 1936 con l’attaccante Evaristo Barrera capocannoniere con 34 gol nel campionato 1933/34 e 32 reti in quello 1935/36

Nel 1945 il Racing vinse la prima edizione della Copa de Competencia Británica sconfiggendo in finale il Boca Juniors per 4-1 ma, nonostante i successi nelle coppe nazionali, non vinse alcun titolo di campionato fino al 1949, quando riuscì a vincerne nuovamente tre di fila. Nel campionato 1948/49 il Racing chiuse con 49 punti e due giocatori dela rosa, Juan José Pizzuti e Llamil Simes, furono i topscorer del torneo con 26 reti ciascuno. Nel 1950 il Racing inaugurò la sua nuova sede, l’Estadio Presidente Perón, il secondo stadio più grande dell’Argentina, vincendo poi il suo terzo titolo consecutivo nel 1951 dopo aver battuto il Banfield per 1-0 in una doppia finale.

La formazione del Racing Club che sconfisse il Banfield per 1 – 0 aggiudicandosi il terzo titolo consecutivo di Campione d’Argentina

Al Racing non riuscì il poker e, al termine del campionato 1951/52 finì secondo, alle spalle River Plate. Un nuovo titolo arrivò al termine del campionato 1957/58, seguito da un secondo posto nella stagione successiva, stavolta alle spalle del San Lorenzo. Furono anni in cui la rosa del Racing Club annoverava calciatori di primissimo livello come Norberto Mendez, Rubén Bravo, Llamil Simes, Mario Boyé, Alberto Rastelli, Pedro Dellacha, Ezra Sued, Roberto Blanco, Ernesto Gutiérrez, Pedro Manfredini, Arnaldo Balay, Juan José Pizzuti, Rubén Héctor Sosa e Omar Oreste Corbatta.

Al termine del campionato 1959/60, pur vantando il miglior attacco con 72 reti all’attivo ed una vittoria record per 11 – 3 contro il Rosario Central, il Racing Club chiuse in quarta posizione anche se prese una bella rivincita nel campionato successivo quando dominò lo stesso dall’inizio alla fine. Nel Torneo Metropolitano del 1967 il Racing raggiunse la finale dove la squadra perse contro l’Estudiantes de La Plata per 3-0. Quello stesso anno il club di Avellaneda si aggiudicò la Copa Libertadores dopo aver battuto in finale il Nacional di Montevideo per 2-1. Alla fine dell’anno il Racing vinse anche la Coppa Intercontinentale sconfiggendo il Celtic al termine di un terzo incontro di spareggio. La prima partita era stata giocata a Glasgow dove il Racing fu battuto per 1-0 mentre vinse la seconda partita per 2-1 ad Avellaneda. Lo spareggio fu giocato a Montevideo dove il Racing si impose per 1-0 con un gol di Juan Carlos Cárdenas.

I giocatori del Racing Club festeggiano la vittoria della Coppa Intercontinentale del 1967

Durante gli anni ’70 il Racing non vinse nessun titolo, anche se la squadra arrivò seconda, alle spalle del San Lorenzo nel Metropolitano del 1971/72, stagione del debutto di Ubaldo Fillol, considerato da molti il miglior portiere argentino di sempre. Dal 1974 e il 1978 il Racing giocò campionati piuttosto mediocri e sfiorò la retrocessione nel 1976 quando la squadra finì penultima. Al termine della stagione 1982/83 il Racing fu retrocesso in Primera B anche grazie ad un nuovo sistema di promozioni e retrocessioni. Il primo anno in seconda divisione, il Racing finì secondo dietro il Deportivo Español e dovette, quindi, giocare uno spareggio promozione, dove eliminò il Deportivo Morón e il Lanús ma perse contro il Gimnasia y Esgrima (LP) in finale (1-3 e 2-4). Un anno dopo, dopo due stagioni trascorse in seconda divisione, il Racing tornò nella massima serie per la stagione 1986-87 dopo aver vinto uno spareggio per il secondo posto promozione contro l’Atlanta nel dicembre 1985.

Il Racing vinse la sua terza competizione internazionale nel 1988, cla Supercopa Libertadores 1988, sconfiggendo in finale la squadra brasiliana del Cruzeiro, con Alfio Basile ancora come allenatore. Il Racing andò poi molto vicino a vincere il titolo di campione d’Argentina negli anni ’90; nell’Apertura 1993 chiuse in terza posizione, a pari merito con il Velez e ad un solo punto dai campioni del River Plate, arrivando poi secondo nel campionato Apertura del 1995.

Nel luglio 1998, il presidente del club Daniel Lalín dichiarò bancarotta e, nel marzo 1999, un membro di spicco del consiglio d’amministrazione affermò chiramente che il Racing “aveva ufficialmente cessato di esistere”. Tuttavia, con il sostegno massiccio dei tifosi, il club fu salvato dalla liquidazione per poi essere gestito dal dicembre 2000, e fino al 2008, dalla Blanquiceleste SA.

I tifosi del Racing dovettere attendere fino al dicembre 2001 per festeggiare un nuovo titolo di campione: dopo 35 anni, la squadra e i tifosi festeggiarono il titolo in trasferta dopo un pareggio contro il Velez Sarsfield. Nelle stagioni successive il Racing giocò un calcio poco produttivo rimanendo spesso invischiato nelle zone di metà classifica per poi rischiare addirittura la retrocessione del Clausura 2008, salvandosi solo in extremis nello spareggio contro il Belgrano.

Nel giugno 2014, Diego Cocca fu assunto come capo allenatore e, a soli due giorni di distanza dalla firma del contratto, Diego Milito tornò al Racing per giocare il Torneo de Transición 2014. Nel dicembre 2014, il Racing vinse allo sprint il suo 17° titolo di Primera División sconfiggendo, nell’ultimo turno di campionato, il Godoy Cruz per 1-0. Un nuovo titolo fu vinto nel campionato 2018/19 all’insegna delle reti di Lisandro Lopez che, all’età di 36 anni, è stato il capocannoniere più anziano della storia del calcio argentino.

Nell’ultimo torneo disputato, la squadra si è classificata al 15° posto, lontanissima dalle posizioni di vertice ma ancora a debita distanza dalla zona calda della classifica.

Se, come tutte le stracittadine sudamericane, anche quella di Avellaneda si presenta piuttosto “caliente”, cosa accade sui tappeti verdi di Sir Peter Adolph ?

Premesso che il Racing Club non ha una sua ref nel catalogo delle HW ed è presente, in una sorta di “co – marketing” solo nella ref 666 LW, va detto che ne esistono delle versioni decisamente ben fatte sia nel catalogo Zeugo che nella serie “Leggenda LW”

La ref 666 lw

L’Independiente, al contrario, è presente nel catalogo HW con la ref 297/507 con la sua tipica divisa rossa ed accoppiata basi/inner che può essere sia biancorossa che interamente rossa

La ref HW 297/507 dedicata all’Independiente

Con la stessa identica divisa e lo stesso numero di ref (297), i “Rojos” sono presenti anche nel catalogo LW

La ref LW 297

Si tratta di ref dal discreto valore economico e collezionistico, soprattutto queste ultime relative all’Independiente, di non facile reperimento sul mercato. Al contrario, la ref 666 LW è relativamente comune e facilmente reperibile nell’ambito dei tradizionali circuiti subbuteistici.


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