Situata a sud – ovest, quasi all’estremo occidentale dell’isola, la città di Plymouth conta oltre 240.000 abitanti ed è il più grande agglomerato urbano della contea di Davon; localizzata nei pressi della foce dei fiumi Plym e Tamar, si erge su uno dei più grandi e spettacolari porti naturali del mondo, la baia di Plymouth (Fig. 1)

Fig. 1 – La baia di Plymouth

La città ha un ricco background marinaro ed è stata in passato la più grande base navale e la seconda per importanza della Royal Navy, facendone uno dei principali bersagli della Luftwaffe durante la Seconda guerra mondiale. Dopo la distruzione del porto e del centro cittadino avvenuta in un bombardamento nel 1941, Plymouth è stata ricostruita sotto la guida dell’architetto Patrick Abercrombie e adesso è uno dei pochi cantieri navali in Gran Bretagna, nonchè la più grande base navale dell’Europa Occidentale.

Dal punto di vista calcistico, la città ha dato i natali ed ospita le gesta del Plymouth Argyle, fondato nel 1886 come Argyle Football Club, squadra la cui prima partita fu disputata il 16 ottobre 1886 contro il Caxton, squadra della Cornovaglia (sconfitta per 2 – 0). Più tardi quella settimana l’Argyle vinse per la prima volta battendo il Dunheved College (ora Launceston College) di Launceston per 2-1 (Fig. 2)

Fig. 2 – Una formazione del Plymouth nella stagione 1886/87

Aneddoti e speculazioni hanno riguardato da tempo il suffisso Argyle anche se le fonti più attendibili fanno risalire il nome agli Argyll and Sutherland Highlanders, un reggimento dell’esercito che aveva anche una più che discreta squadra di calcio ovvero alla Argyle Tavern, il pub dove i membri fondatori potrebbero essersi incontrati per dar vita al nuovo club.

Il club adottò il nome attuale quando divenne totalmente professionistico nel 1903 unendosi alla Southern League, sotto la gestione di Bob Jack, ed esordendo, vittoriosamente, il  1 settembre 1903 contro il West Ham United (2-0). La loro prima partita in casa come squadra composta totalmente da calciatori professionisti si disputò il 5 settembre 1903 e terminò con una vittoria per 2 – 0 contro il Northampton Town di fronte ad un pubblico di oltre 4000 persone. Il Plymouth Argyle vinse la Southern League nel 1913, e nel 1920 entrò a far parte della Third Division della Football League come membro fondatore, piazzandosi all’ 11° posto nella stagione d’esordio.

Dopo una brillante tourneè sudamericana (nel 1924), nella quale i “Pilgrims” (questo il soprannome dei giocatori del Plymouth) sconfissero le nazionali di Uruguay (4 – 0) ed Argentina (1 – 0) (Fig. 3) per poi impattare con i giganti del Boca Juniors (1 – 1), l’Argyle si piazzò secondo nella Third Division South per sei stagioni consecutive per poi ottenere l’agognata promozione in Division Two al termine della stagione 1929/30 nella quale il club aveva fatto registrare una presenza media allo stadio di circa 20000 spettatori.

Fig. 3 – Un’immagine dell’incontro tra Plymouth e nazionale argentina

Nel 1937, dopo aver trascorso 27 anni alla guida della squadra, il Manager Bob Jack si dimise mettendo fine ad uo dei periodi più significativi della storia dell’Argyle (Fig. 4)

Fig. 4 – Lo storico Manager Bob Jack

Nell’immediato dopoguerra, la squadra riuscì a mantenersi in Division Two fino alla stagione 1949/50 al termine della quale retrocesse per poi ritornarvi due anni più tardi

Il quarto posto nella stagione 1952/53 significò arrivare ad un nonnulla dall’approdo in First Division ma tre anni più tardi l’Argyle tornò nuovamente in Third Division per poi iniziare un saliscendi continuo tra Second e Third Division anche se, nel 1965, la squadra raggiunse la semifinale della League Cup uscendo, però, sconfitto dalla sfida contro il Leicester City.

Gli anni ’70 furono sicuramente più gratificanti per il Plymouth a partire dall’amichevole giocata, nel marzo del 1973, contro i brasiliani del Santos ad Home Park davanti ad oltre 37.000 spettatori. In quella partita, il Santos schierava il più grande giocatore di tutti i tempi, Edson Arantes do Nascimento, meglio conosciuto come Pelè ma gli “eroi” in maglia verde si imposero per 3 – 2 dopo essere andati avanti per 3 – 0 grazie alle reti di Mike Dowling, Derek Rickard e Jimmy Hinch (Fig. 5)

Fig. 5 – La locandina pubblicitaria del match tra Plymouth e Santos

Nella stagione 1973/74, grazie anche alle prestazioni di Paul Mariner futura stella di Ipswich Town e nazionale inglese, l’Argyle raggiunse nuovamente le semifinali di League Cup ma non riuscì a superare lo scoglio rappresentato, stavolta, dal Manchester City (1 – 1 in casa e 0 – 2 al Maine Road)

Fig. 6 – Un’immagine della semifinale di League Cup del 1974

Dopo 6 lunghi anni di Division Three, il Plymouth tornò finalmente in Division Two nel 1974-75, sotto la gestione di Tony Waiters e grazie alla coppia d’attacco Paul Mariner e Billy Rafferty, in grado di segnare ben 46 reti in due.  Pur tornando in Third Division al termine del campionato 1976/77, due anni dopo il club battezzò l’esordio di Kevin Hodges, attuale recordmen di presenze (620) con la maglia bianco – verde dei Pilgrims.

Nonostante si trovasse in Third Division, nel 1984 l’Argyle raggiunse le semifinali di FA Cup dopo aver eliminato, tra le altre, West Bromwich Albion (1 – 0) e Derby County (0 – 0 ad Home Park e 1 – 0 nel replay al Baseball Ground); purtroppo per i Pilgrims, il Watford si impose per 1 – 0 nel penultimo atto della competizione impedendo ancora una volta l’accesso all’ultimo atto di una coppa nazionale.

Alla fine del campionato 1985/86, il primo con Dave Smith in carica dall’inizio della stagione nelle vesti di Manager, il Plymouth conquistò nuovamente la promozione in Division Two, conservata anche nella stagione successiva.

All’inizio degli anni ’90 l’uomo d’affari Dan McCauley, divenuto nel frattempo presidente del club, decise di licenziare Dave Kemp per sostituirlo con Peter Shilton (Fig. 7), portiere di fama internazionale nonché detentore del record di presenze con la nazionale inglese, il quale assunse il ruolo di player-manager nella stagione 1991-92 ma non fu in grado di evitare la retrocessione in Division Two che, alla luce delle modifiche introdotte a livello organizzativo, divenne la terza serie del calcio inglese.

Fig. 7 – Peter Shilton nelle vesti di Manager del Plymouth

Nel campionato 1992/93 l’Argyle chiuse a metà classifica in terza serie, ma si piazzò terza nella stagione successiva qualificandosi per i play-off promozione ma venendo, purtroppo, sconfitto in semifinale dal Burnley.  Grande delusione all’inizio della stagione 1994/95 quando, in seguito alle dimissioni di Shilton, la squadra fu retrocessa in Division Three (quarta serie) per la prima volta dalla sua fondazione.  Dopo una breve parentesi con Steve McCall alla guida tecnica del club, alla fine della stagione Neil Warnock subentrò come Manager del Plymouth.

Dopo un ottimo campionato, la squadra di Warnock meritò di accedere ai play-off di Third Division: dopo aver eliminato il Colchester Utd in semifinale (0 – 1 e 3 – 1 nel doppio confronto), la vittoriosa finale di Wembley (1 – 0 con rete di Ronnie Mauge) contro il Darlington permise ai Pilgrims di tornare in Division Two. Purtroppo la stagione in Division Two non andò come sperato e, nonostante la salvezza ottenuta sotto la guida di Mick Jones (Warnock fu licenziato in conseguenza dei pessimi risultati sportivi), in quella successiva il Plymouth si trovò nuovamente in Division Three.

La nomina di Paul Sturrock come manager nel novembre 2000 segnò una svolta nella storia dell’Argyle: dopo aver salvato il club dalla retrocessione, riuscì a chiudere in 12° posizione garantendo un finale di stagione sostanzialmente tranquillo e gettando le basi  per un campionato decisamente positivo in quella successiva.  Dopo le sconfitte contro Shrewsbury Town (0-1), Watford (0-1, Coppa di Lega) e Rochdale (1-2), la prima vittoria dell’Argyle nel campionato 2001/02 arrivò dopo aver rimontato da 0 – 2 a 3 – 2 contro il Rushden & Diamonds. La promozione divenne ufficiale con due giornate di anticipo grazie ad una vittoria per 4 – 1 a Darlington in una stagione che segnò il punteggio record di 102 punti ed il portiere Romain Larrieu in grado di registrare ben 28 ‘clean sheets’ in quella stagione.

Fig. 8 – Il portiere Romain Larrieu, 28 “clean sheets” nella stagione 2001/02

Dopo aver mancato di un soffio la zona play – off di Division Two, l’Argyle era considerato tra i favoriti per la vittoria finale nella stessa Division Two del 2003/04. Dopo aver vissuto le prime giornate a cavallo delle posizioni di centro classifica, nel mese di ottobre i Pilgrims spiccarono il volo battendo il Tranmere Rovers (6 – 0), il Port Vale (5 – 1) ed, infine, lo Sheffield Wednesday (3 – 1) portandosi in testa alla classifica e rimanendovi fino al termine del campionato nonostante le improvvise dimissioni di Sturrock e la sostituzione con Bobby Williamson.

L’Argyle era arrivato a disputare la neonata Championship ed esordì pareggiando a reti inviolate contro il Millwall finalista di FA Cup nella stagione precedente. Dopo aver raggiunto anche la vetta della classifica in seguito ad una vittoriosa trasferta in quel di Cardiff contro il City, una lunga serie di sconfitte, intervallate da prestigiose vittorie contro Wigan (promosso alla fine della stagione) e Sheffield Utd, riportò il Plymouth in posizioni di classifica meno nobili per poi chiudere in 17° posizione, a soli 3 punti dalla zona retrocessione.

La stagione 2005/06, pur iniziata con una brillante vittoria per 2 – 1 sul campo del Reading (che avrebbe poi vinto la Championship con 106 punti e due sole sconfitte), proseguì tra mille difficoltà tecniche, ivi incluso il licenziamento del tecnico Williamson, sostituito dal suo assistente Jocky Scott, il quale esordì perdendo per 2 – 0 a Norwich prima prima di ottenere un pareggio 1-1 a Home Park contro il Crewe Alexandra ed ottenere, quindi, la seconda vittoria stagionale per 1-0 contro il Burnley. Dopo essere stati eliminati dal Barnet nel secondo turno di League Cup, Scott fu licenziato con Tony Pulis nominato manager al suo posto ma capace di strappare un pareggio 0-0 in trasferta a Southampton a sole 72 ore dal suo insediamento (il primo punto dell’Argyle a Southampton dopo 28 anni). Il punto di svolta nella stagione dell’Argyle porta la data del 1° ottobre grazie ad una vittoria per 2-1 in casa dello Stoke City, seguita da quella contro il Crystal Palace per 2 – 0 (con una rete di Tony Capaldi dopo soli 11 secondi di gioco).

Fig. 9 – Stoke City – Plymouth nella stagione 2005/06

Nonostante fosse accusato di esprimere un gioco noioso, Pulis riuscì a gestire un dignitoso campionato vincendo, tra l’altro, in casa del Coventry (3 – 1), pareggiando a Leeds e sconfiggendo il Wolverhampton in casa per 2 – 0. L’ultima giornata di campionato fu anche testimone dell’ultimo incontro giocato con la maglia del Plymouth da parte di Mickey Evans, storico attaccante dei Pilgrims, autore di 81 reti in oltre 400 presenze. Alla fine della stagione, conclusasi con un onorevole 14° posto, Pulis ritornò allo Stoke City e liberò il posto per Ian Holloway che si presentò schierando il suo Plymouth contro il Real Madrid, guidato da Fabio Capello, in una gara amichevole precampionato persa con il minimo scarto.

In campionato Halloway esordì pareggiando 1 – 1 in casa del Wolverhampton per poi vincere per 3 – 2 a Sunderland. Dopo una prima parte di stagione ed un’interessante sessione di mercato invernale, lo stato di forma calò drasticamente nella seconda parte del campionato. Nel contempo, però, il Plymouth fece un ottimo percorso in FA Cup e, dopo aver battuto Peterborough, Barnet e Derby County, fu sconfitto per 1 – o dal West Ham Utd nei quarti di finale. Cinque vittorie consecutive nel finale di stagione condussero l’Argyle all’11° posto nel campionato 2006/07, il miglior piazzamento degli ultimi 20 anni.

All’inizio della stagione 2007/08, Halloway affermò che il Plymouth era in grado di guadagnare la promozione in Premier League per la prima volta nella sua storia; in effetti, l’andamento della prima parte di stagione sembrò dargli ragione con il Plymouth agganciato ai primi posti della classifica per i primi tre mesi di campionato.  Tuttavia, il 21 novembre 2007 Ian Holloway si dimise polemicamente per prendere le redini del Leicester City aprendo la strada al ritorno di Paul Sturrock, dimissionario dallo Swindon Town. Il ritorno di Sturrock coincise con una vittoria per 3-0 contro lo Scunthorpe United ma, purtroppo, non riuscì a fare nulla per fermare le cessioni di giocatori come Sylvan Ebanks Blake, David Norris ed il giovane Dan Gosling rispettivamente al Woverhampton, all’ Ipswich ed all’ Everton. La finestra di trasferimento di gennaio 2008 segnò, infatti, una parentesi importante nella storia recente del club.

Il 9 febbraio del 2008 si consumò una delle vendette più gradite dalla tifoseria dell’Argyle: la Green Army andò al Walkers Stadium per affrontare il Leicester di Holloway con match trasmesso in diretta televisiva. Per aggiungere un po’ di ‘pepe’ alla partita, il presidente dell’Argyle Paul Stapleton accusò Holloway di attirare alcuni dei giocatori di punta del club. Cori anti-Holloway potevano essere sentiti costantemente dall’area di rigore, e un gol di Peter Halmosi al 34′ diede ai Pilgrims la gioia della vittoria (per inciso, il Leicester fu infine retrocesso all’ultima giornata di campionato ed Holloway fu licenziato) (Fig. 10)

Fig. 10 – La gioia di Peter Halmosi nella vittoriosa trasferta a Leicester nel 2008

Quella fatidica vittoria fece da prologo ad un buon periodo di forma per l’Argyle, compresa una vittoria per 2 – 1 in trasferta contro il Bristol City, grazie ad una doppietta di Rory Fallon. Ma l’Argyle vinse solo una delle ultime sette partite, il che significò l’esclusione dai play-off ma anche un ottimo 10° posto finale in Championship, record per il club. Nella FA Cup 2007/08, inoltre, pur perdendo 2-1 a Fratton Park nel quarto turno, l’Argyle ebbe l’onore di essere l’unica squadra a segnare contro il Portsmouth che poi si aggiudicò il trofeo.

Anche il calciomercato dell’estate 2008 allontanò diversi giocatori di primo piano dall’Argyle e la stagione prometteva di essere una sfida ai limiti dell’impossibile per il club. I Pilgrims iniziarono la stagione con una serie di risultati scadenti, ma una vittoria per 2-1 a Watford a metà settembre fece ben sperare per un’inversione di tendenza a partire da un 4 – 0 contro lo Sheffield Wednesday a Home Park. Un pareggio a reti inviolate sul campo del Southampton mise fine alla rincorsa del Plymouth che si trovò al 15° posto, a 8 punti dalla zona play-off. Dopo una sconfitta onorevole nel terzo turno di FA Cup a Londra in casa dell’Arsenal, ci vollero ben nove partite di campionato nel 2009 per ottenere la prima vittoria dell’anno. Grazie alle prestazioni di Paul Gallagher (in prestito dal Blackburn Rovers), l’Argyle sconfisse 1 – 0 il Wolverhampton (futuro vincitore del campionato) per poi espugnare per 2 – 1. Purtroppo, una serie di 3 sconfitte consecutive portò l’Argyle ad un passo dalla retrocessione ma una rete in extremis del difensore Gary Sawyer consentì di battere il Blackpool. Dopo un’altra squillante vittoria (4 – 0) contro il Coventry City, il Plymouth pareggiò per 1-1 a Birmingham ma una sconfitta per 3-0 in casa contro il Doncaster riportò l’Argyle in zona pericolo. Un pari (0-0) a Londra contro il QPR ed il contemporaneo pareggio del Norwich garantirono il 21° posto in classifica e la conseguente salvezza.  

Dal punto di vista societario, in un’affollata conferenza stampa del 2 luglio 2009, Sir Roy Gardner assunse il ruolo di presidente con Keith Todd amministratore delegato e Yasuaki Kagami e George Synan nominati consiglieri di amministrazione.

La stagione 2008/09 si aprì con sette sconfitte consecutive seguite da due vittorie contro il Peterborough United e lo Scunthorpe United, entrambe con il risultato di 2 – 1. La grande novità di inizio stagione fu la nomina di Paul Mariner, ex giocatore del Plymouth, come capo allenatore, alla fine del mese di ottobre. Dopo il pari d’esordio contro l’Ipswich, l’Argyle espugnò lo stadio del Middlesborough (rete decisiva di Jacmie Mackie) nella gara d’esordio di Gordon Strachan nelle vesti di Manager del Boro.  A dicembre si concluse l’esperienza di Sturrock come Manager con conseguente promozione dello stesso Mariner che, però, perse le sue prime due partite (0 – 2 con il Preston North End e 0 – 1 con il Coventry) portando i Pilgrims in fondo alla classifica.

Il giorno di Santo Stefano, l’Argyle era in trasferta al nuovo Cardiff City Stadium con i padroni casa stabili al quarto posto in classifica: dopo una gara vissuta sulle barricate, una rete del terzino Gary Sawyer, realizzata all’ 84° minuto, diede la vittoria al Plymouth. Due giorni dopo, l’Argyle battè il Reading per 4-1 a Home Park arrivando a due punti dalla zona salvezza. Purtroppo, i risultati altalenanti dei mesi successivi, caratterizzati da alcune vittorie ma troppe dolorose sconfitte (Middlesborough, Newcastle e Watford su tutte), fecero materializzare l’incubo della retrocessione dopo sei anni trascorsi in Championship. 

Il 24 giugno 2010, l’ex centrocampista inglese Peter Reid fu nominato manager per la nuova stagione. La carriera di Reid all’Argyle iniziò con una vittoria in trasferta a Southampton. In autunno il Plymouth manifestò la tendenza a vincere più facilmente in trasferta rispetto a quanto ottenuto tra le mura di casa. Una vittoria in trasferta sul capo dello Swindon Town fu seguita da una sconfitta interna contro l’Hartlepool, così come un 3 – 1 contro il Bristol Rovers fu seguito da 4 sconfitte consecutive fino a scivolare in 20° posizione a soli tre punti dalla zona retrocessione.

Dopo aver scongiurato il fallimento per problemi critici al bilancio, il Plymouth riportò una grande vittoria ad Home Park contro l’Exeter City (2 – 0) davanti ad oltre 14.000 spettatori. Entrambe le reti dell’Argyle furono realizzate da Bradley Wright-Phillips, che al 17 dicembre 2010 era il capocannoniere della League One con dodici marcature. Il 4 gennaio, l’Argyle arrivò fino al 12º posto in League One dopo aver superato il Bristol Rovers per 3 – 2, grazie ai gol di Bradley Wright-Phillips, Joe Mason e Stéphane Zubar. Il club entrò in regime di amministrazione controllata il 4 marzo del 2011 con Brendan Guilfoyle di P&A Partnership nominato per gestire il club e cercare un acquirente.

Una sconfitta per 1-0 in trasferta contro l’Exeter City al St. James Park il 30 aprile, con l’unica rete segnata da James Dunne, lasciò l’Argyle sull’orlo della seconda retrocessione consecutiva ma la seconda vittoria stagionale dell’Exeter contro l’Argyle, combinata con gli altri risultati delle giornate, significò che il Plymouth doveva vincere entrambe le partite rimanenti e contare sui risultati delle altre squadre per evitare la retrocessione che, però, divenne cosa fatta due giorni dopo, dopo una sconfitta in casa per 3-1 contro il Southampton.

Anche la nuova avventura in League Two non iniziò nel migliore dei modi con conseguente licenziamento di Peter Reid, sostituito da Carl Fletcher come traghettatore. Nel frattempo, a livello societario, l’Akkeron Group di James Brent accettò un accordo con gli amministratori per acquistare il club con Peter Ridsdale che confermò anche che avrebbe lasciato il club quando l’affare fosse stato completato. Ulteriori problemi si verificarono con gli amministratori che minacciarono di abbandonare il club al suo destino. Fu concordato un piano di rimborso per i dipendenti così come un accordo per rivendere Home Park al comune di Plymouth per 1,6 milioni di sterline. Il 28 ottobre fu approvato l’accordo con James Brent che avrebbe preso posto nel club quando Home Park fu venduto, cosa che avvenne alla fine di ottobre con la successiva uscita dal periodo di amministrazione controllata.  Il Plymouth riuscì a salvarsi con tre giornate d’anticipo nonostante un’annata decisamente turbolenta, soprattutto dal punto di vista finanziario.

Nella stagione successiva, il board dell’Argyle si pose l’obiettivo di tentare una scalata in Football League, ma il club si ritrovò di nuovo in fondo alla classifica alla fine del periodo natalizio; Fletcher fu licenziato il giorno di Capodanno del 2013 e rimpiazzato da John Sheridan. Nella seconda metà della stagione, il club fu di nuovo salvato per un pelo dalla retrocessione e concluse in 21° posizione per la seconda stagione di fila.

Sheridan firmò un contratto triennale come manager dell’Argyle e nella sua prima stagione completa in carica, il club ha chiuso in 10° posizione, in netto miglioramento rispetto alle due stagioni precedenti. L’Argyle partì ancora più forte nella quarta stagione consecutiva in League 2, vincendo 4 partite consecutivamente per la prima volta dal 2008. Nonostante una serie di risultati scadenti tra Natale e Capodanno, tra cui un pareggio per 0-0 contro uno York City in 10 uomini, l’Argyle sembrava destinato a conquistare un posto nei play-off di League 2 grazie alla vittoria per 3-2 in casa contro il Tranmere Rovers, Derek Adams fu nominato Manager nel 2015 ed entro Natale l’Argyle era in cima al campionato scivolando, però a febbraio al 2° posto dopo un pareggio per 2-2 con il Cambridge United F.C. Dopo un pareggio per 2-2 con il Portsmouth F.C. l’Argyle si assicurò un posto nella finale dei play-off della EFL League Two grazie a un colpo di testa al 91° minuto di Peter Hartley. Ma una cattiva prestazione in finale, con l’Argyle sorprendentemente battuto per 2-0 dall’AFC Wimbledon, lasciò i Pilgrims in League Two.

A 4 partite dalla fine del campionato 2016/17, l’Argyle aveva bisogno di 1 punto per sigillare la promozione e, stavolta, la missione fu compiuta: una vittoria per 6-1 contro il Newport County di fronte a un Home Park esaurito in ogni ordine di posti, rese impossibile la rimonta del Luton Town. Il Plymouth tornò, quindi, in League One dopo sei anni nella quarta categoria del calcio inglese (Fig. 11)

Fig. 11 – Un’immagine dell’incontro tra Plymouth e Newport nel campionato 2016/17

Il ritorno in League One si rivelò alquanto traumatico con soli 5 punti raccolti nelle prime 11 partite, il tutto condito da 4 espulsioni su 4 partite di fila giocate tra le mura domestiche; per fortuna della squadra e dei tifosi, i risultati migliorarono nella seconda parte della stagione e, alla resa dei conti finale, il Plymouth chiuse al 7° posto a soli 3 punti dalla zona play – off.

Nel frattempo, erano cambiate diverse situazioni anche a livello amministrativo e finanziario: già dal marzo 2016 l’uomo d’affari Simon Hallett, nato a Plymouth ma con residente negli Stati Uniti, aveva investito nel club, entrando nel consiglio di amministrazione. Hallett in seguito ha aumentato la sua quota nel club, oltre ad offrire un prestito a lungo termine, ad interesse minimo, allo scopo di aiutare nella ristrutturazione del  Mayflower Grandstand. Nell’agosto 2018, Hallett diventò l’azionista di maggioranza del club, portando pian piano James Brent a ridurre le sue quote di partecipazione e a dimettersi da presidente. Hallett nominò originariamente David Felwick come presidente eletto dell’Argyle ma, inseguito alla rinuncia per motivi familiari, Hallett stesso assunse la carica di presidente il 1° novembre 2018.

Dopo aver sfiorato la zona play – off nella stagione precedente, il campionato 2018/19 iniziò, come spesso accaduto negli anni precedenti, nel peggiore dei modi con i primi 3 punti arrivati solo alla 12° giornata grazie ad una vittoria per 1 – 0 contro il Wimbledon. Nonostante lo stato di grazia dell’attaccante Freddie Ladapo ed il rientro di Kyle Letheren, la svolta del campionato si ebbe solo all’inizio del 2019 quando i Pilgrims vinsero 6 delle prime 9 partite (ivi incluso un 5 – 1 contro il Rochdale) perdendone solo 2 delle prime.

Un nuovo infortunio di Letheren ed un calo di forma culminato nella sconfitta per 5 – 1 sul campo dell’Accrington Stanley, portarono al licenziamento del Manager Derek Adams e del suo assistente Paul Wotton. Kevin Nancekivell subentrò come traghettatore per l’ultima partita della stagione ma, nonostante la vittoria per 3-2 contro lo Scunthorpe United, i risultati delle altre partite che coinvolgevano i diretti avversari per evitare la retrocessione (Southend United e Wimbledon) videro l’Argyle retrocedere in EFL League Two.

In vista della stagione 2019/20, Hallett nominò Ryan Lowe come successore di Derek Adams, il quale portò come suo assistente Steven Schumacher dal Bury, club neopromosso ma in grave difficoltà finanziaria. Hallett aumentò anche la sua partecipazione nel club acquisendo il 94% per cento delle quote, rilevando le rimanenti azioni di James Brent che si dimise dal consiglio di amministrazione insieme alla figlia Natasha ponendo fine ad 8 anni di amministrazione del club.

I cambiamenti apportati da Hallett portarono evidenti benefici dal punto di vista tecnico con l’Argyle promosso in League One dopo un periodo di sospensione del campionato dovuto alla pandemia da Covid – 19, titolo mantenuto anche nella stagione successiva nella quale, pur con alcune difficoltà vissute nel periodo primaverile, il Plymouth è comunque riuscito a rimanere in League One (Fig. 12)

Fig. 12 – Il Plymouth Argyle 2020/21

Questa la storia dei nostri “Pilgrims”, un club dalla tradizione ultracentenaria ma dal palmares decisamente povero. Tutt’altra che povera la sua presenza nel vasto catalogo del Subbuteo di Peter Adolph a partire da quello delle HW dove il Plymouth è presente con la ref 54 (Fig. 13, Fig. 14)

Fig. 13 – La ref 54 HW
hw subbuteo
Fig. 14 – Un particolare della ref 54

Si tratta di una ref davvero molto bella, non particolarmente rara ma nemmeno di facilissimo reperimento. La miniatura si presenta con l’originale maglia bianca anni ’70 con bande centrali orizzontali nerp – verde, calzoncini bianchi, calzettoni bianchi con bordi nero – verde. L’accoppiata base – inner è solitamente di colore bianco/verde ma altre variazioni sul tema non sono poi così rare.

Nel catalogo delle LW ci sono almeno due ref, la 688 (Fig. 15) e la 105 (Fig. 16) che raffigurano il Plymouth con le divise anni ’80 – ’90, decisamente più simili a quelle odierne.

Fig. 15 – La ref 688 LW
Fig. 16 – La ref 105 LW

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