Parlare di perfezione in Italia è come affermare che un asino voli o che il debito pubblico dei Paesi Bassi e della Finlandia abbia superato la soglia di default di Stato.

A dire il vero puranche soffermarsi sulle imperfezioni nazionali appare esercizio stridente, inutile e inequivocabilmente sovrastimato.

Con il termine imperfezione si suole normalmente definire, per assunto, tutto ciò che non è perfetto. In un mondo in cui nulla è perfetto verrebbe da dire che sostanzialmente siamo in linea di galleggiamento, superficiale ma pur sempre in linea.

Il problema nasce quando anche queste considerazioni appaiono debordanti e/o impattano deficitariamente sul già raschiato fondo del barile. Cambiare la dinamica inerziale della figura e del negozio retorico non muta la sostanza de facto.

Basterebbe che a questa sostanza fosse stato possibile associare il concetto del nulla, almeno danni non ne avrebbe prodotto.

E invece no, in questi ultimi anni, più ancora che nel decorso settantennio, di danni ne sono stati fatti a iosa e ne continuano imperterriti ogni giorno, procurando nocumento, sdegno e idiosincrasie insanabili a quei pochi che hanno mantenuto lucidità, obiettività di pensiero e noncuranza nei confronti dei sobillatori di giornata, dal mainstream alle virostar, dal massacro mediatico alle recenti e immancabili scellerate manifestazioni di numeri sciorinati a suon di musica che da alcuni mesi non servono più a nulla. C’è voluta la guerra affinché tutto ciò finisse per passare in seconda pagina, non in secondo piano beninteso.

Altro che imperfezione, qui siamo alla follia. Verrebbe da dire al ridicolo se non fosse per il rispetto altrui, non di tutti certamente, di quelli che hanno sofferto e soffrono tutt’oggi per molteplici aspetti di vita (o di morte).

Non manca giorno in cui non se ne senta o non se ne legga una, qualche semplice e recente esempio:

  • dal Direttore Generale del Ministero della Salute che afferma pubblicamente di avere un piano anti-Covid. Peccato però che non serva a nulla poiché non riguarda la pandemia in corso e che altri piani saranno pronti entro il 2024. Ma allora a che serve ?
  • dal titolare del dicastero degli Esteri (naturalmente con otto interpreti al seguito pagati dagli italiani) il quale, con il Premier positivo al Covid-19, si recherà in Angola e in Congo insieme ad un altro Ministro benemerito, a caccia di gas alternativo.
  • All’incredibile decisione del Governo – dopo due anni di pandemia e con l’acuirsi della crisi energetica, del caro bollette, con 60 mila aziende che si apprestano ad abbassare le saracinesche e alcuni milioni di famiglie ridotte sul lastrico –  il quale si è di recente espresso negativamente sulla diminuzione dell’imposizione fiscale.

Purtuttavia, a differenza di cotanti scempi e con le dovute e doverose proporzioni del caso, nel Paese Italia esiste una Governance perfetta, quella del mondo calciotavolistico e subbuteistico.

Un gruppo unico, costituito da una perfetta unione di etica, lealtà, cultura, pacatezza e rispetto, non mi stancherò mai di ripeterlo e di rimarcarlo, ovunque scriva o con chiunque mi capiti e mi capiterà di parlarne.

Il recente evento federale, ove ve ne fosse ancora bisogno, ha fornito l’ennesima conferma e ha consacrato definitivamente l’Esecutivo in carica.

E non v’è dubbio che questi esempi positivi abbiano contagiato tutti (o quasi) i convenuti, dai giocatori, agli accompagnatori, ai semplici presenti. 

Quello che a tanti ha colpito è stata la serenità che ha caratterizzato la manifestazione: di fatto nessun episodio deplorevole da evidenziare, qualche urla smodata ma nulla di più. Chi ha vinto e chi ha perso non che contasse zero ma di sicuro tutto è stato affrontato con la giusta moderazione e con il giusto e adeguato significato ludico.

È stato come sentirsi in una sorta di “zona comfort”, protetti, sereni.

E in questo caso le mascherine non c’entrano, c’entra la maturità evidenziata da tutti nella due giorni marchigiana. Ma se è vero che per fare grande un’orchestra serve un Direttore di livello, è al Direttore (in questo caso ai Direttori) che va dato il merito principale affinché in ciascuno di noi si palesassero tali sentimenti e si ponessero in essere probi e meritori comportamenti.

Di solito gli psicologi e i mental coaching, nelle loro enfatiche e dottrinali lezioni, spesso pregne di sicumera e sovente più teoriche che pratiche, sostengono che bisogna uscire dalla zona comfort per crescere e superare ansie e difficoltà.

Nel caso del nostro microcosmo, invero, la verità va ricercata e si incanala esattamente nel verso opposto: c’era bisogno di sentirsi protetti, sereni, rilassati, dopo due anni durissimi. Che ai più scalmanati, esagitati, scorretti e agonisti oltre ogni limite tollerabile, un exemplum non possono non averlo fornito: quello di ricondurre e circoscrivere il tutto in un ambito dimensionalmente consono al nostro immarcescibile gioco, fatto di sana e nostalgica passione. E i risultati lo hanno pienamente dimostrato.

Lunga vita al nostro Esecutivo, auguro a tutti i Componenti di vivere almeno 100 anni e restarne in carica per altrettanti.

In fondo se Subbuteo e CDT stanno rifiorendo e attraversando una nuova incoraggiante e apprezzabile fase di vita il merito è soprattutto loro, non a caso Generali/Colonnelli, Ingegneri, Medici, Dirigenti e similaria. La cultura non è mai fine a sé stessa e spesso senza cultura non si va da nessuna parte e si finisce, non di rado, in una deriva dalle cui paludi, per uscirne, serve tutto, anche se non principalmente cultura e studi, unite ai valori sacri e inviolabili dell’etica, della lealtà, dell’educazione e del rispetto.

Chiudo ricordando che in questa rubrica l’autore è chiamato a parlare di politica subbuteistica. Ma ciò non gli impedisce – finché la politica del paese Italia permarrà quella attuale e finché la politica della Governance del nostro microcosmo continuerà ad essere rappresentata dagli Attori di oggi – di ribadirlo fino alla noia e di reiterarne il parallelismo, a prescindere che trattansi di comparazioni consone o meno. Non importa, sono la sostanza dei concetti e i messaggi ciò che è doveroso trasmettere.

D’altronde e per fortuna, rispetto a quei pochissimi lettori cui non interessa Calcotavolo.net, ve ne sono tantissimi che leggono volentieri, aldilà del sottoscritto, tutti gli altri, da ultimo in ordine di tempo ma da primissimo della classe Cesare Natoli, semplicemente Cesare per molti, per me semplicemente il PROF., il numero 1, Collega di chi scrive solo per titolo accademico ma avanti anni luce a tanti se non a tutti, a me per primo. Ma per fortuna è e sarà sempre il mio MAESTRO di vita prima ancora che di Calciotavolo e non passa giorno senza che mi insegni qualcosa.

E guarda caso anche stavolta, in questo binomio, c’entra la cultura.

Rosario Ifrigerio
18.04.2022

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