Questa settimana voglio affrontare con Voi nella mia rubrica “PIANETA UNDER” un argomento che interessa ovviamente gli under ma anche di riflesso il Calcio tavolo. Mi allaccio a più articoli che ho letto recentemente e a una pagina presente su Facebook dal titolo “Basta compiti”.

Addirittura e’ stata fatta una petizione online che nei mesi scorsi ha raccolto quasi 25.000 consensi. Il titolo di questa pagina già spiega perfettamente di cosa voglio parlare e il quesito che mi pongo in qualità di insegnante e genitore: e’ davvero possibile, come ho letto, eliminare del tutto i “compiti”a scuola? Questa eliminazione e’ davvero istruttiva, costruttiva, funzionale per i nostri under?

E’ pronto a partire un progetto sperimentale in moltissime classi delle province di Biella, Verbania, Milano, Torino e Trapani fortemente voluto e portato avanti da tanti genitori e studiosi convinti che una diversa organizzazione del tempo-scuola sollevi gli alunni dal peso di faticose rielaborazioni casalinghe spesso con il coinvolgimento dei genitori. Inizio subito con il premettere una cosa scontata, banale, ma assolutamente vera: bisogna avere in tutto equilibrio e moderazione, usare il “buon senso” ed evitare gli eccessi.

Io non sono d’accordo sul “basta compiti”: qualche compito a casa, senza esagerare, aiuta il bambino a confrontarsi con quanto appreso, a consolidare le sue conoscenze o a “capire” di non aver capito. I bambini si abituano ad avere delle scadenze ed a capire gradatamente la loro importanza oltre che ad avere degli impegni diversi da quelli sportivi o familiari. A casa, secondo me, è importante l’esercizio, lo studio individuale e la ripetizione orale che in classe non e’ possibile svolgere. Ed e’ necessario anche il sostegno della famiglia, che deve gradualmente diminuire con l’aumentare dell’autonomia del bambino.

Un aspetto che voglio sottolineare e’ proprio legato ai genitori che oggi, rispetto ad un tempo, dedicano meno attenzioni mirate ai figli delegando spesso i loro compiti ad altre figure di riferimento per il bambino, svilendo così agli occhi dell’alunno il ruolo della scuola. Sono convinta che le attività alternative e facoltative proposte a sostegno di questo pensiero legato all’eliminazione dei compiti non abbiano la stessa funzione, importanza e valenza. Proprio perché proporre lavori da svolgere a casa facoltativi e non obbligatori, conoscendo gli alunni di oggi e soprattutto gli scolari delle mie classi, sarebbero svolti da pochissimi. Se vengono sostituiti i verbi “assegnare” o “obbligare” con le parole “richiedere” o “desiderare” da parte dei docenti, non e’ assolutamente la stessa cosa.

Durante le vacanze natalizie ho chiesto di studiare ai miei alunni di quarta primaria 2 pagine di storia, ovviamente in classe lette e spiegate. Ho fatto evidenziare le frasi più importanti e detto di imparare solo quelle: diversi sono stati i bambini che non hanno studiato pur avendo a disposizione 21 giorni. Questo per me e’ molto significativo e mi fa capire quanta importanza si da’ oggi alla scuola.

Il non svolgere il compito assegnato a casa si può estendere al non rispettare qualsiasi tipo di impegno preso o dato al di fuori della scuola. A non capire il significato delle regole e degli obblighi che comunque fuori ci sono e ci saranno sempre. La scuola deve essere ( banalissimo!) “scuola di vita” ed insegnare quanto servirà per la vita futura. Il non capire l’importanza di svolgere un compito assegnato a scuola, non farà poi capire l’importanza di svolgere qualsiasi compito assegnato perché quanto succede a scuola avviene poi nella vita. Quindi anche nell’ambito sportivo e nel nostro caso nel Calciotavolo. Perciò ai tornei si vedono alcune volte giocatori che vengono richiamati perché non vogliono arbitrare o arrivano in ritardo o ancora che smettono di giocare perché stanno perdendo contro un under.

Cosa ne pensate? Magari avete un pensiero o un punto di vista diverso dal mio e un possibile confronto sarebbe costruttivo per tutti

Chiedo inoltre, ancora una volta, suggerimenti per i miei prossimi articoli o ancora meglio delle collaborazioni. Sarebbe bello poter unire le nostre conoscenze e ampliare, arricchire questa rubrica che non e’ soltanto mia.

A giovedì prossimo

Marina

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