Oggi vado sul personale e mi farà piacere condividere con Voi il percorso che il mio figlio Nicola ha fatto nel mondo del Calcio Tavolo da quando ha iniziato ad oggi.

L’esempio, che ovviamente conosco nei minimi dettagli, mi torna utile per riallacciarmi al discorso scritto due settimane fa su quanto sia importante invogliare, incentivare, appassionare un under al Subbuteo.

Parto proprio dall’inizio: era l’anno 2007. Nicola era un bambino sveglio a cui piaceva stare in movimento, fare attività’ sportiva e frequentare i suoi coetanei. Era alla ricerca di uno sport a lui congeniale e quell’anno aveva iniziato mini-volley nella palestra della scuola che frequentava. Proprio in quell’occasione conosce Pierceleste Zambello, il suo coach, e ne rimane subito “affascinato”. Pierce, ha un personalità carismatica e una capacità di trasmettere passione per quello che insegna. A quell’epoca, inoltre, era anche presidente di un Club di subbuteo che si chiamava come lui: Pierce14.

Nicola si innamorò subito del calcio tavolo. Oggi vede questo gioco in termini più distaccati, ma allora si inserì immediatamente nel gruppo, trovandosi bene anche con ragazzi più grandi (all’inizio era il più piccolo d’età). Immediatamente legò con “Paolino” Zambello il suo “amico preferito” del Club, amicizia che è poi durata nel tempo e che continua splendida ancora oggi! Poi ha conosciuto Bruno Balbo, anche lui dirigente del club come Pierce, ed è diventato un altro punto fermo della sua vita subbuteistica. Dai sui insegnamenti, dai suoi consigli e a volte dai suoi rimproveri, ha imparato moltissimo! Così come ha imparato tanto anche dai suoi compagni di squadra a cui sicuramente anche lui dato qualcosa di suo.

Dal 2007 ad oggi (quindi 13 anni) molte sono stati i traguardi raggiunti e le soddisfazioni ottenute sue e di riflesso nostre (della famiglia) perché naturalmente lo seguivamo in moltissime trasferte. Ricordo la sua richiesta (esaudita) assurda di acquistare per il suo primo torneo importante un set di unghie lunghe finte per emulare forti giocatori a cui ammirava le unghie. O quando non aveva potuto partecipare ad una Coppa Italia a Baronissi perché aveva la febbre alta: quanti pianti e preghiere per andarci!!

Da mamma, ed in questa mia rubrica ne ho già parlato, il momento più emozionante, coinvolgente, vissuto in tutti questi anni è stata la vittoria individuale ai Campionati del Mondo a Parigi nel 2017. In contemporanea a Nicola, campione del Mondo under 19, ha vinto la categoria Under 12 anche suo fratello Francesco. Entrambi si sono confrontati in finale con avversari e compagni di squadra italiani, ai tempi supplementari ed a pochi minuti di differenza l’uno dall’altro.

Francesco e Nicola Borgo

Oggi Nicola preferisce trascorrere i suoi fine settimana liberi dal suo nuovo lavoro che lo appassiona, senza impegni legati al Subbuteo. Entrato quest’anno nella categoria Open, gioca preferibilmente a squadre solo ed esclusivamente per il suo Club, che in tanti anni non ha mai pensato di cambiare.

Concludo dicendo che il bello del Subbuteo è essere anche un gioco di squadra che ti insegna il valore dell’appartenenza e che chi ti sa trasmettere la passione per questo gioco ha un ruolo fondamentale.

Vi aspetto giovedì prossimo con una mia riflessione legata al percorso di gioco di Francesco, l’altro mio figlio, che si è aggiudicato l’under 15 questa settimana al Major di Rochefort!

Chi ha voglia e tempo di scrivere la sua “carriera” nel calcio tavolo?

Marina

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