Solitudine dell'under subbuteoSolitudine dell'under subbuteo

Un titolo forte per un argomento che dovrebbe essere il punto uno dell’ordine del giorno di tutte le associazioni del mondo che gestiscono il calciotavolo!

Che cosa lascerà il lockdown avendo privato i nostri più giovani giocatori della gioia di trovarsi e giocare a calciotavolo in compagnia passando qualche ora di divertimento?

Siamo certi che nulla sarà cambiato per loro?

Sono domande alle quali l’agonista più sfegatato con il DNA a forma di base anziché spirale liquiderà con un sorrisetto ed un’alzata di spalle. Domande che però sono molto serie e non garantiscono una risposta univoca, quel rassicurante: “Non ti preoccupare, saranno tutti sui campi appena sarà possibile”.

Ho notizie certe di giovani giocatori che probabilmente non rivedremo ai tornei nel breve quando ripartiremo (perché ripartiremo!), ragazzi che hanno scoperto altri giochi molto meno sociali, ma appaganti dal punto di vista ludico e per i quali hanno trovato una ragione per giocarci dimenticando il calciotavolo, il club ed i tornei.

Cosa abbiamo fatto per loro? Cosa abbiamo preparato negli anni passati per far sì che fosse difficile per loro scordare questo gioco? Praticamente nulla!

Eppure tante volte questi ragazzi si sono rivolti a noi adulti chiedendo che facessimo qualcosa per far sì che il movimento under crescesse. Troppe volte si sono sentiti rispondere: “Ci stiamo lavorando, vedrai che il prossima anno…”.

Così sono passati gli anni. Così questi ragazzi sono cresciuti e sono diventati alcuni fortissimi giocatori, altri un po’ meno e qualcuno ha smesso definitivamente (troppi, in verità).

Dietro a loro cosa abbiamo costruito? Sempre il nulla. Ci siamo crogiolati sui successi di quei ragazzi che oggi sono cresciuti, sui campionati del mondo, sulle coppe, sui campionati di categoria, ma per far sì che i ragazzi che stavano crescendo dietro ai giovani campioni che diventavano adulti si fossero sentiti meno soli non siamo stati in grado di fare nulla.

Lo dico con grande rammarico e non sto puntando il dito contro nessuno, sia chiaro La mia paura più grande è che questo lungo periodo di divieti e impossibilità di stare insieme faccia sì che i nostri già pochi under saranno ancora meno.

Ancora oggi, purtroppo, non abbiamo alcuna strategia da mettere in campo per riportare il calciotavolo dai ragazzi. Siamo chiusi, arroccati nel fortino dei tornei e campionati e non vogliamo sentire ragioni anche se, magari, le soluzioni ci sono. Ma siamo troppo orgogliosi, ancora troppo bambini e quando vediamo una campo di subbuteo dimentichiamo che i ragazzini non siamo più noi, ma sono quelli che dovremmo far giocare rinunciando, almeno un po’, al nostro divertimento!

Che sia troppo tardi oppure no, non lo so. Però credo che da adulti responsabili che dichiariamo il nostro grande amore per questo gioco in ogni chat, in ogni post e in ogni discussione, dobbiamo necessariamente metterci intorno ad un tavolo per discutere. Ma per davvero e tutti con la giusta umiltà di essere pronti ad ascoltare gli altri, coloro che magari abbiamo mal giudicato in principio e non abbiamo il coraggio o non vogliamo oggi riavvicinare. Saremmo uomini tutti d’un pezzo, ma con il cuore di marmo se non lo facessimo!

Invece il mio appello, accorato, è proprio quello di mettere da parte l’orgoglio ed aprire la mente a tutte le soluzioni possibili. In tanti casi è proprio dai brain storming più assurdi che sono nate le migliori idee. Siamo tutti grandi, siamo tutti preparati e soprattutto amiamo questo gioco.

Non lasciamo che muoia con noi. Diamo l’opportunità ai nostri figli ed ai nostri nipoti, di goderne i benefici e le gioie così come noi da ragazzini ne abbiamo goduto! Non siamo egoisti, lasciamo spazio a chi ha ancora davanti tutta una vita di gioco!

Io ci credo, crediamoci tutti insieme e diamo la svolta anche a costo di abbandonare lungo la strada chi fa dell’ostruzionismo l’unica ragione di vita!!

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