Proposta DeFrancesco Strazza subbuteoProposta DeFrancesco Strazza subbuteo

La domanda sembra banale, ma quanto si è colto negli ultimi 5 anni farebbe pensare che, tutto sommato, gli under nel circuito di gioco agonistico non ci interessano particolarmente.

Quanto messo in campo dalle associazioni per garantire il ricambio generazionale è stato pressoché pari allo zero, l’impegno di sviluppare il calciotavolo e rendere protagonisti gli under inesistente.

Per questo reputo la domanda iniziale per nulla retorica o banale, ma il riassunto di ciò che abbiamo vissuto in questi anni.

E’ anche vero, però, che qualche associazione sul territorio ha continuato la propria opera di organizzazione del club basandolo sui giovanissimi, mentre qualche altra persona ha cercato negli anni di portare all’attenzione delle varie dirigenze, in questo caso FISCT, progetti e proposte che potessero essere prese in considerazione per cercare di stimolare i club a muoversi.

PROPOSTA DE FRANCESCO-STRAZZA (2015)

Ricordiamo la “De Francesco-Strazza”, documento che fu realizzato a quattro mani da Stefano De Francesco del Subbuteo Club Perugia e Andrea Strazza del club Black Rose Roma che fu una proposta che mi colpì particolarmente per diversi aspetti. La completezza dell’analisi innanzitutto, la fattibilità garantita ed i risultati misurabili nel tempo.

Una proposta che fu resa pubblica nel lontano 2105 e portata all’attenzione della “commissione giovanile” di allora che non ebbe, purtroppo, alcun seguito.

La proposta si basava non tanto sull’obbligare le associazioni a sviluppare attività giovanile, quanto a far pagare contributi da chi non lo faceva a chi invece si adoperava per creare squadre di under portandoli poi ad un livello tecnico tale da poter partecipare ai tornei agonistici nazionali.

In pratica faceva finanziare i club che promuovevano il gioco verso gli under dai club che non lo proponevano. Un circolo virtuoso che metteva tutti d’accordo garantendo un supporto economico importante alle vere associazioni che lavoravano sul territorio lasciando che i club “ricchi” continuassero a pensare esclusivamente al gioco ed ai campionati.

Naturalmente della proposta non si seppe più nulla stante l’innata volontà di tutte le “dirigenze” che si sono susseguite negli anni di dedicarsi esclusivamente all’organizzazione sportiva del gioco scordandosi di tutto ciò che è necessario per la crescita e lo sviluppo.

Se vuoi ricevere una copia della proposta DeFrancesco-Strazza la troverai allegata alla newsletter di lunedì 14 settembre. Per riceverla iscriviti anche tu gratuitamente:

PROPOSTA BRILLANTINO (2020)

La mia proposta di oggi, invece, molto diversa da quanto proposto dalla De Francesco-Strazza, si rifà però al passato, al vecchio subbuteo e di come una volta si giocava a squadre.

So già che si potrebbero scatenare polemiche su questa idea, ma peggio dell’immobilismo non può esserci, pertanto val la pena raccontarla.

Gli under sono sempre meno e spesso visti come un peso da troppi club. La situazione potrebbe drasticamente cambiare se la FISCT decidesse di rivoluzionare il gioco a squadre inserendo obbligatoriamente nel quartetto base un under 15 territoriale (cioè della provincia o province confinanti del territorio in cui il club ha sede ed opera) che dovrà confrontarsi in torneo contro un pari categoria della squadra avversaria.

Qualora una delle due squadre non l’avesse, partirebbe 1-0 in svantaggio dando il punto della partita vinta a tavolino a chi l’under lo ha e rendendo la differenza reti* ininfluente in caso di pareggio in scontro diretto a vantaggio della squadra con l’under in rosa.

Per spiegare a chi non conosce bene la dinamica delle partite a squadre, un incontro tra due squadre di subbuteo si gioca su quattro campi differenti. I capitani/coach delle due squadre devono inserire sulla distinta di gioco i nomi dei loro giocatori in sequenza in base a chi vince il lancio della monetina.

In pratica chi non indovina la faccia della moneta lanciata dall’arbitro dovrà porre sul referto il nome del suo primo giocatore. A seguire il capitano della squadra avversaria inserirà il giocatore che avrà scelto per affrontare il primo e inserirà il nome del secondo suo giocatore fino a completamento dei quattro tavoli e concludendo con le riserve (una o due a seconda).

Referto Subbuteo
Esempio di referto di partita di subbuteo a squadre

*In caso di pareggio vince chi ha la somma delle reti realizzate maggiore.

Questa proposta non è una novità, comunque, però obbligherebbe i club a trovare giocatori under da formare e rendere capaci di sostenere una partita di un campionato nazionale.

LA TERRITORIALITÀ

La novità assoluta, invece, sarebbe l’introduzione della definizione di “territorialità” del giocatore, slegandolo quindi dall’attuale definizione di “regionalità”. A mio parere le regione viene superata dal territorio. Abbiamo esempi di associazioni che lavorano a “cavallo” dei confini regionali dove il territorio dove operano non coincide con la regione politica. Al contempo, se dovessimo continuare a considerare la regionalità quale discriminante per un club di tesserare un under, si potrebbero avere storture, magari, dove un giocatore di Piacenza potrebbe giocare con un club di Riccione in quanto appartenenti alla stessa regione seppur a 300 km di distanza.

Questa soluzione eviterebbe anche che club “ricchi” acquisissero giocatori under già formati da altri club grazie alle lusinghe di rimborsi viaggio o tornei in giro per l’Europa a spese dell’associazione.

PROPOSTE ALTERNATIVE

Come calciotavolo.net ci farebbe piacere diventare una piazza dove proporre idee e suggerimenti, analizzandoli e commentandoli. Se volete inviarci la vostra proposta mandatela a maurizio@calciotavolo.net. Le analizzeremo e commenteremo qui.

TORNEI

Un altro “problema” che ho notato in questi anni di frequentazione del circuito nazionale agonistico dei tornei è che molto spesso, se non quasi sempre, le categorie under sono relegate in angoli delle sale di gioco e sembrano quasi dare “fastidio”.

Sono convinto, invece, che se vogliamo dare seguito al gioco con nuovi giocatori dovremmo incentrare tutto il torneo sulle categorie giovanili rendendole centrali e facendo in modo di invitare quali spettatori amici dei giocatori, famiglie con ragazzini in età di gioco e quanti più possibili giovani. Spesso lo spirito di emulazione potrebbe diventare trainante nel trovare nuovi giovani giocatori soprattutto se daremo l’opportunità di dare spazio e notorietà a questi ragazzi.

Dobbiamo renderli protagonisti e centrali nelle logiche dei tornei garantendogli visibilità mediatica data sia da noi stessi organizzatori, ma anche dai loro amici che con i mezzi social farebbero foto e diffonderebbero il gioco.

Invece noi siamo legati a questa idea della categoria “regina” (che fa già ridere così essendoci zero pubblico) che deve essere sempre portata su un piedistallo senza che la stessa, però, porti nulla sia dal punto di vista del gioco che di diffusione. Dobbiamo sempre ricordarci che ciò che noi appassionati vediamo come campioni indiscussi o illuminati del gioco, sono, al di fuori della nostra cerchia, degli sconosciuti che giocano ad un gioco strano!

CE LA POSSIAMO FARE

Continuo però ad essere ottimista. Continuo a vedere qualcuno che vuole che questo gioco non finisca andando contro tutto e tutti. Ciò che mi fa più pensare è il menefreghismo dilagante del “tanto quando smetto io possono smettere tutti“.

Se riusciremo a capire che noi da protagonisti siamo diventati coach dietro le quinte, sopravviveremo, altrimenti è già finita!


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