Questa settimana vorrei lasciare spazio ai pensieri di un accompagnatore del mio Club “Subbuteo Casale”: Antonio Foti, papà di Alessandro (un giocatore under19). Tra l’altro Antonio è autore di un libro profondo e toccante dal titolo “La luce giusta” edito dalla Casa “Marotta e Cafiero” che invito tutti a leggere.

Antonio ha fatto un quadro molto sentito e partecipe della giornata di domenica al Major di Milano che merita un’attenta lettura e riflessione.

Domenica 8 dicembre ho partecipato al seguito del Subbuteo Club Casale come accompagnatore al torneo internazionale di Calcio da tavolo tenutosi a Milano presso il Centro Sportivo Schuster adiacente al parco Lambro. E’ stato molto bello ed emozionamente assistere agli incontri di circa 36 squadre provenienti dai principali Club Italiani e da alcuni paesi europei quali la Francia, il Belgio, la Grecia e l’isola di Malta. Un clima di sereno confronto e di sana competizione e condivisione all’insegna dell’inizio delle festività natalizie e dell’ultimo torneo di rilevanza internazionale dell’anno. 

I colori forti e sgargianti delle divise delle squadre hanno fatto da cornice al bisogno di confrontarsi e soprattutto di divertirsi di tutti gli atleti che sono giunti all’evento dopo un lungo iter di preparazione e di esperienza maturata nei rispettivi tornei regionali e nazionali. Ma alla gioia per la vittoria o al disappunto per la sconfitta nelle varie tappe del torneo si sono alla fine imposti come i momenti più belli e significativi per tutti i partecipanti, spettatori ed atleti, i sorrisi, le strette di mano, le conversazioni amichevoli,  la convivialità  del pranzo e delle pause tra una partita e l’altra.

Un vissuto sereno e costruttivo tra persone di varie longitudini e latitudini che manifestano tutta la loro passione per lo sport, per il leale confronto con gli avversari e soprattutto tutto il bisogno di divertirsi scoprendo nuovi luoghi e contesti dove maturare una nuova esperienza e cogliere una nuova sfida. Propongo a tutti i giovani, soprattutto quelli in età scolare, di provare l’esperienza di giocare con proprio pari su un campo di calcio “a misura d’uomo” e con la propria squadra del cuore. Un’occasione utile e purtroppo sempre più rara per provare quanto sia bello parlare e confrontarsi con una persona invece che interagire con un computer o con una rete virtuale di gioco dove tutto è finto, irreale, deformato e tutto è già strutturato e prevedibile. Perché non c’è emozione più grande ed intensa nel mondo dello sport di vivere in tempo reale l’istante, il momento, il pulsare della fatica fisica ed il brivido del successo o la condizione della lotta, della resistenza e poterlo condividere con la propria squadra e con i propri familiari ed amici. Senza poi contare i benefici psicologici e sociali della vita di Club, delle nuove amicizie che si generano dal condividere una comune passione per lo sport e per i colori della propria squadra e la gioia di scoprire un mondo esterno a noi costituito da altrettante persone alla costante ricerca di tanta buona vita e tante sane emozioni. 

Antonio Foti

Non ho nulla da aggiungere se non sempre la “solita” richiesta di suggerimenti, proposte e commenti anche per farmi capire che Voi ci siete e apprezzate i miei scritti.

A giovedì prossimo

Marina

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