Cari lettori, in queste righe non parleremo certo di fantasy e dei capolavori di J.R. Tolkien ma di un altro tipo di opera omnia, la trilogia dedicata al mondo verde del Subbuteo ad opera di Alessio Lupi e dei suoi fedelissimi Co–Autori.

È ormai chiaro come il Subbuteo stia vivendo, per la gioia di tutti gli appassionati, una nuova giovinezza (non possiamo dire se una seconda ovvero una terza) rimettendo in pista vecchi appassionati e, seppur con un po’ più di difficoltà, nuove leve.

Ma dagli anni ’60 ad oggi qualcosa è indubbiamente mutato (e non poteva essere altrimenti) e al nostro amato “Old Subbuteo” si è affiancato il Calcio Tavolo, giocato con materiali e su superfici spesse diverse tanto da far storcere il naso ai puristi del gioco originale.

In questa nostra recensione letteraria torniamo alle origini del Subbuteo grazie ad un lavoro davvero certosino di Alessio Lupi, grandissimo appassionato di tutto ciò che riguarda il verde mondo degli omini basculanti, e dei suoi collaboratori Matteo Lastrucci in primis e Fabrizio Frazzoni, new entry per l’ultimo capitolo della trilogia.

Come sanno bene gli appassionati, il Subbuteo (ed il relativo materiale) si è evoluto nel corso degli anni partendo dalle prime interpretazioni degli anni ’50 (con le squadre in celluloide montate su basi in plastica decisamente diverse da quelle con le quali si è giocato nel ventennio successivo) fino alle classiche squadre anni ’80 – ’90.

Gli Autori hanno quindi “ricostruito” questa cavalcata attraverso più di 50 anni di storia (se vogliamo considerare la giusta considerazione per le primissime squadre “flat” con le quali si giocava per strada con campi disegnati con il gessetto) con tre volumi che denotano passione per il mondo “green” ma, soprattutto, grandissima competenza nella materia.

Se, cronologicamente, sono stati pubblicati per primi i due volumi dedicati al mondo delle squadre LW (lightweight), la mia analisi partirà dall’ultimo nato, ossia il volume, unico ma decisamente corposo, concentrato sul catalogo delle squadre con basi HW (heavyweight), le prime con le quali abbiamo tutti imparato a tirare i primi colpi sui panni allora esclusivamente in cotone.

Le HW

Fig. 1 – Il catalogo delle HW

Per il catalogo delle HW (Fig. 1), che a questo punto riteniamo il primo mattone della nostra piccola enciclopedia, Alessio Lupi ha coinvolto un vero “guru” delle HW, Fabrizio Frazzoni, grande collezionista ed ottimo giocatore di Subbuteo.

Sin dalle prime righe si capisce come il mondo HW sia stato sostanzialmente vivisezionato in ogni minimo particolare per cercare di limitare quanto più possibile gli errori dovuti alla presenza delle diverse varianti di una stessa squadra piuttosto che a serie potenzialmente sovrapponibili.

Proprio in virtù di questo tentativo di minimizzare quanto più possibile il margine d’errore, si nota come si sia fatto riferimento ai cataloghi ufficiali inglesi dal 1961 (quando comparvero le prime figurine OHW) al 1981 riportando anche tutte le possibili varianti

Molto interessante il fatto che, pur facendo riferimento alla numerazione originale inglese, gli Autori abbiano inserito una tabella di riepilogo delle sovrapposizioni delle referenze a partire dal 1976.

A mio personale modo di vedere, è stata azzeccata la scelta di considerare come “varianti” solo quelle relative alla pittura piuttosto che introdurre anche quelle relative alle basi, cosa che avrebbe aperto un altro mondo.

Fig. 2 – Le squadre HW della serie “Jubilee”

Sono state, giustamente, considerate come referenze HW “standard” quelle fino alla 359 in quanto il catalogo italiano del 1981 si ferma proprio alla suddetta, mentre ho trovato decisamente indovinato il fatto di creare delle sezioni ad hoc per le nazionali cosiddette “Named”, ossia quelle realizzate appositamente per i Campionati del Mondo del 1966 (omini in versione OHW) e del 1970, per le “Jubilee” (Fig. 2) e le squadre speciali italiane che, come giustamente sottolineato, si distinguono dalle versioni standard ad eccezione della Roma.

Fig. 3 – L’evoluzione delle figure tridimensionali

Un altro elemento particolarmente interessante per appassionati e collezionisti è il paragrafo d’apertura dedicato alla storia e all’evoluzione delle figurine tridimensionali, a partire dalle flat in celluloide per passare poi alle OHW (old heavyweight) e, quindi alle moulded con le diverse varianti (Walker, Winged Short, Scarecrow, Chunky e, quindi, Moulded HW) (Fig. 3)

Ma il “coup de theatre” (perdonatemi il francesismo) che mi ha colpito in modo particolare è quello relativo all’intera sezione dedicata ai portierini che venivano venduti in bustine ovvero in confezione separata, spesso in edizioni limitate ed ora praticamente introvabili (Fig. 4)

Ma, prima di addentrarsi nella descrizione delle 359 squadre HW (tutte accompagnate da note di carattere storico come evidente in Fig. 5), fa piacere trovare due ulteriori sezioni dedicate alla miriade di cataloghi esistenti, nonché alla descrizione delle 52 squadre OHW che, nei colori, riflettono le corrispettive in HW.

Fig. 4 – La pagina dedicata ai portierini HW
Fig. 5 – Ogni referenza è accompagnata da una descrizione della squadra rappresentata

Molto bella e completa la sezione delle squadre “Named” che, oltre a descrivere la relativa controparte in miniatura offre, per ogni compagine, la possibilità di leggere alcuni interessanti aneddoti. E’il caso della divisa celeste indossata dalla nazionale inglese ai mondiali messicani del 1970 allorchè la Umbro, sponsor tecnico, decise di realizzare delle divise in tessuto microforato per favorire la traspirazione alla luce del fatto che le partite si sarebbero disputate nelle ore più calde della giornata.

Altre chicche vere e proprie riguardano anche una seconda maglia del Burnley ed una del Nancy (in verde stile St Etienne) ma non manca un riferimento italiano alla Sambenedettese (con i pantaloncini bianchi) e, soprattutto, al Melchester Rovers, una squadra di fantasia resa nota da una serie a fumetti inglese.

Il volume si conclude con un ricco e dettagliato indice analitico dal quale è possibile risalire alla squadra desiderata sia in base alla referenza, sia in base al nome della squadra stessa.

Le LW

Se il mondo delle HW riflette gli albori del Subbuteo, quello delle squadre LW (lightweight) si colloca in una dimensione temporale più recente che si proietta fino al 1996, anno di pubblicazione dell’ultimo catalogo ufficiale.

Fig. 6 – I due volumi dedicati alle squadre LW

I volumi dedicati alle squadre LW, decisamente più amate dai collezionisti che dai giocatori “old”, sono stati pubblicati all’inizio del 2018 e prendono in rassegna le 830 referenze ufficiali (Fig. 6). Anche nel caso delle LW, gli Autori hanno giustamente preso in considerazione le vere sostanziali differenze (e, per questo, effettivamente documentabili) e non le referenze che si distinguono per minimi, spesso insignificanti, particolari.

Sono state, inoltre, considerate sia le versioni HP (hand painted) che quelle MP (machine printed) e le tre varianti delle maglie a righe: versioni con collo rotondeggiante, con collo a V e righe spesse come, ad esempio, nel caso della referenza 3.

Ho trovato molto corretta, inoltre, la differenziazione in base alla differenza di colore dei calzettoni (vedi ref 64 piuttosto che ref 85), della pelle delle miniature (vedi ref 59) ovvero dei simboli (stella, scudetto) presenti sulle maglie.

Fig. 7 – Le LW “Special”

Si tratta di un catalogo davvero immenso che si conclude con alcune sezioni che esulano dal catalogo ufficiale: una dedicata alle squadre del catalogo Hasbro (63), una per le squadre fuori catalogo (ben 10, tra le quali spiccano una Germania ed una seconda maglia del Manchester UTD) e due per le squadre “Special”, sia di club (Fiorentina, Genoa, Inter, Juventus con due varianti, Lazio, Milan, Napoli, Roma anch’essa con due varianti, Sampdoria, Torino e Verona) che nazionali (Argentina, Brasile, Francia, Germania, Inghilterra, Italia, Olanda, Polonia, Spagna ed Uruguay) (Fig. 7).

Fig. 8 – L’indice analitico del catalogo LW

Anche nel caso dei due volumi dedicati al mondo delle LW (il primo comprende le referenze dalla 1 alla 400, mentre il secondo quelle dalla 401 alla 830), un ricco indice analitico chiude l’opera (Fig. 8)

Particolarmente apprezzabile l’elenco approntato seguendo tre ordini differenti in quanto nel primo elenco l’ordine segue quello delle referenze (prima colonna). Per ogni referenza sono state elencate le squadre associate alla stessa (seconda colonna), la città e la federazione di riferimento (terza colonna) e, infine, gli anni di presenza nei cataloghi Subbuteo (quarta e quinta colonna) piuttosto che nella gamma Hasbro ovvero fuori catalogo.

Gli altri due elenchi sono stati messi a punto con l’obiettivo di permettere una facile ricerca di un club ovvero di una nazionale e da qui risalire alla referenza ufficiale.

Giustamente, inoltre, gli Autori hanno lasciato i nomi originali delle federazioni nazionali e dei rispettivi Paesi così come erano presenti nei cataloghi originali (per fare un esempio, trovate ancora il nome della Rhodesia piuttosto che dell’Unione Sovietica).

Una nota a parte anche per le squadre appartenenti alla lega NASL (North American Soccer League) che sono state suddivise in base ai Paesi d’appartenenza: USA ovvero Canada)

Il mondo delle LW è sicuramente più ampio, in termini di squadre e referenze disponibili, e il fatto di avere provveduto alla stesura di un simile catalogo non può che rendere ulteriore merito al lavoro degli Autori che, pur senza voler togliere nulla alla mole di dati presenti oggi in rete, hanno fatto il punto su diversi aspetti spesso confusi.

Va, inoltre, apprezzata l’assoluta mancanza di riferimenti a prezzi e rarità delle singole referenze, elementi assolutamente confondenti e, soprattutto, scarsamente catalogabili

Tirando le somme, cosa dire di questa Trilogia Subbuteistica? Onestamente non ho trovato difetti ma solo un’impressionante mole di dati messi insieme con ordine certosino e tanta sana passione. La completezza del database e la competenza con la quale sono state affrontate le diverse sfaccettature di un mondo così complesso, ne fanno un acquisto obbligato (e magari anche l’occasione per un regalo diverso dal solito) per gli appassionati, i collezionisti ma anche per coloro i quali vogliono approcciare il fantastico mondo degli omini basculanti.

La trilogia completa (574 pagine complessive per i due volumi dedicati alle LW e 343 per il volume dedicato alle HW) è acquistabile contattando direttamente l’Autore ovvero sui principali negozi online dedicati al mondo del Subbuteo.

Buona lettura e buon Subbuteo a tutti

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